Quando una barca è per tutti: il piccolo, grande Meteor. FOTO
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Non sappiamo se il suo progettista, l’ olandese Van De Stadt, quando nel 1968 la disegnò, per lei aveva pensato a un futuro così roseo e longevo. Ma questa piccola grande barca che di nome fa Meteor ancora oggi ha dalla sua migliaia e migliaia di appassionati in tutto il mondo, e viene ancora prodotta da nuova in Italia. Li trovi in mare o sui laghi, nelle scuole vela o in regata, questa barca a vela di 6 metri ha avviato alla vela tantissime persone e non c’è mai una regata di Meteor che abbia meno di 20-25 barche alla partenza, all’ultimo Campionato Nazionale gli iscritti erano addirittura 60: non male per un monotipo nato nel 1968.
Il 46mo Campionato Nazionale della Classe è stato organizzato dal Circolo Nautico di Torre del Greco, in collaborazione con il Club Nautico della Vela e Lega Navale Italiana sezione di Napoli, e si è concluso con la vittoria di Serbidiola di Pierpaolo Pucci (CdV Marina di Massa) con al timone il figlio Enrico, seguita in classifica generale da Scirocco System Plast di Pietro Corbucci (Y.C. Marina di Cattolica) mentre in terza posizione si è piazzata l’imbarcazione Amarcord di Lorenzo Carloia C.V. Castiglionese, due volte campione nazionale.
Tra i partecipanti anche quatto equipaggi di diversamente abili, a dimostrazione della grande accoglienza della Classe Meteor. Tra loro abbiamo conosciuto la storia di Massimo Mercurio Miranda, un ragazzo per cui il Meteor vuol dire veramente tanto, ovvero la rinascita della sua vita.
foto di Antonella Panella
UNA BARCA PER TUTTI
Massimo, diventato cieco quattro anni fa, ha deciso di imparare ad andare a vela. È uno speciale esempio di come la vela ed il mare siano in grado di restituire motivazione e voglia di vivere anche quando per situazioni cliniche secondarie, il deficit visivo sopraggiunge in età adulta, costringendo la persona a ricostruire da capo la propria esistenza. Da tempo è noto come lo sport, praticate da persone con disabilità, possano contribuire in modo significativo al miglioramento delle loro condizioni psicofisiche, perfezioni l’integrazione sociale, contribuisca all’acquisizione di nuove competenze. Venduto la sua moto ed i suoi caschi, ha cambiato lavoro ed è rientrato a Napoli.
A marzo del 2017, ha frequentato sul lago di Garda il primo corso di vela autonoma per non vedenti. Nel maggio dello stesso anno ha partecipato come timoniere al Campionato Internazionale Homerus Match-race a Salerno, qualificandosi al secondo posto, esperienza che ha ripetuto l’anno successivo con lo stesso risultato. Dopo queste esperienze, ed altre minori, il passaggio naturale è stato quello di ogni velista: diventare armatore di Macchèse, il suo Meteor, con cui correre e misurarsi in regate di flotta,ad armi “pari” con i normodotati. Il suo debutto, alla regolazione delle vele di Macchèse, non poteva che avvenire al 46°Campionato Nazionale Meteor. Scegliendo di essere armatore della sua imbarcazione, Massimo ha dimostrato che con caparbietà e pazienza ma soprattutto spirito positivo si possono raggiungere risultati incredibili, prima di tutto dovuti a se stessi (Antonella Panella).
IL DNA DI UNA PICCOLA GRANDE BARCA
Fin dal 1984 è il Meteor è riconosciuto come monotipo anche dalla Federazione Italiana Vela, a conferma del valore tecnico che questa barca ha avuto per la vela. Viene impiegata non di rado anche nel mondo del match race. Ne sono stati prodotti svariati migliaia di esemplari, e per questo ancora oggi è una delle piccole barche a vela più famose in Italia e non solo da noi. I suoi punti di forza sono la marinità, il costo contenuto, sia d’acquisto che di gestione, la possibilità di carrerrarla e quindi raggiungere facilmente il mare dal lago e viceversa. A vela soffre un po’ le brezze leggere, anche se è dotata di un genoa che non appena sale di poco l’aria la fa diventare potente e maneggevole. Ha un pozzeto abbastanza spazioso e può essere adatta anche per il campeggio nautico Inconfondibile il suo design con lo specchio di poppa chiuso e verticale, il timone appeso, gli slanci a prua e una chiglia a L che per il periodo in cui è stata concepita era decisamente “futurista”.
Progetto: Van de Stadt (1968)
Lunghezza scafo: 6 m
Dislocamento: 770 kg
Randa: 9,55 m²
Genoa: 12 m²
Fiocco: 8,35 m²
Tormentina: 4,05 m²
Spinnaker: 26 m²
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