Ha attraversato l’Oceano in una botte. Pazzo? Grande marinaio? Entrambi?
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Di persone che attraversano l’Oceano Atlantico ormai ce ne sono molte. Ma quelle che l’hanno fatto in modi assurdi, si contano sulle dita di uno mano: c’è chi lo ha fatto con una piccola Star, chi con catamarani non abitabili, chi a bordo di vecchie auto imbottite di polistirolo e chi con “uova a vela”. Jean-Jacques Savin entra sicuramente in questa prestigiosa “elité” dal momento che ha appena concluso la sua traversata oceanica in un barile di legno arancione di 10 metri quadri, senza motore o altre propulsioni se non le correnti e gli alisei (i venti dell’Oceano).
Ecco l’impresa del Diogene moderno
Diogene, vissuto nel IV secolo a.C. e detto anche il “Socrate Pazzo”, è noto anche per aver vissuto parte della sua vita in una…botte. Il nostro Diogene moderno si chiama invece Jean-Jacques Savin, ha 72 anni ed è francese. Si tratta di un cosiddetto “pensionato dinamico”: è un ex atleta di Triathlon di livello, ha servito da paracadutista nei militari ed è stato pilota d’aereo. Il congedo non lo ha bloccato dato che per festeggiare i suoi 70 anni ha scalato il Monte Bianco. Dopo, per non perdere l’allenamento, ha attraversato l’Oceano partendo dalle Canarie a dicembre , con destinazione… qualche parte nei Caraibi.

Via col vento
Come raccontava recentemente il “re dei superyacht”, Dan Lenard, fresco di oceano senza strumenti, “tutto quello che parte dalla nostra metà dell’Atlantico, prima o poi arriva ai Caraibi”.
E ci ha pensato Savin a dimostrarcelo in modo pratico impiegando 122 giorni a compiere questa traversata. L’ex soldato si è lanciato in mare il 26 dicembre dall’isola di El Hierro nelle Isole Canarie, per attraversare l’Atlantico cullato solo dal vento e dalle correnti. Cosa lo ha spinto? Semplicemente il gusto dell’avventura e l’amore per il “sentimento di libertà”, rappresentati dalla sua barca-botte arancione.
Come l’ha fatto?
Su una barca fatta a barile alta un massimo di 2,10 metri e larga 1,70, che può portare 300 kg di peso (Savin compreso). Lo scafo è stato realizzato in un piccolo cantiere di Arès. Per quanto riguarda l’opera viva, il barile è dotato due pinne stabilizzatrici e anche una deriva in modo tale da non far rotolare sulla superficie marina la botte. Nella parte superiore ha un boccaporto a cupola simile a quello dei sottomarini, mentre il barile è dotato di numerosi oblò che hanno consentito a Savin di guardarsi attorno.
Il suo viaggio non è però ancora finito. Al momento Savin è alla deriva verso la Florida, nel Mar dei Caraibi, in attesa di toccare finalemente terra o di essere imbarcato da qualche nave.

Il suo modello
Nonostante la botte, il nostro caro Jean-Jacques non si ispira al cinico Diogene. Il suo modello è invece Alain Bombard, il biologo francese che nel 1952 si lanciò nella traversata atlantica con un gommone Zodiac a vela di 4 metri e mezzo, l’Hérétique, senza provviste. Voleva dimostrare che i naufraghi muoiono per cause psicologiche e non per mancanza di cibo e acqua. Ci riuscì, sbarcando alle Barbados (da Tangeri), dopo 65 giorni alla deriva, durante i quali si cibò di plancton e bevve acqua di mare, calcolata per non rischiare di morire.
Fonte immagini: TESA
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche

Transat Café l’Or: rush finale per gli Imoca, condizioni brutali per i Class 40
Undicesimo giorno di Transat Café l’Or, con gli Imoca 60 che si avvicinano alle battute finali della regata e sono scesi sotto il muro delle 1000 miglia dal traguardo, e i Class 40 invece nel pieno di una scommessa strategica

I Caraibi vi chiamano! Nanny Cay Marina si espande…
Nanny Cay Marina, cuore pulsante della nautica alle Isole Vergini Britanniche, si espande per offrire servizi all’avanguardia a velisti e amanti dei catamarani, con nuovi posti barca, un Travelift gigante e servizi di lusso. Un invito a realizzare il tuo

“Parsifal”, trent’anni dopo: la notte che cambiò la vela italiana
Nella notte del 2 novembre 1995 il mare del Golfo del Leone inghiottì il cutter “Parsifal” e sei uomini del suo equipaggio. Trent’anni dopo, quella tragedia continua a insegnare rispetto e umiltà davanti alla forza del mare. Era la notte

Tre mete esotiche per le vacanze invernali in barca: Isole Grenadines, Seychelles e Tailandia
Mentre il Mediterraneo entra in letargo e i porti si svuotano, dall’altra parte del mondo si apre la stagione perfetta per levare l’ancora. Acque calde e venti regolari, rendono le rotte tropicali perfette per chi vuole continuare a navigare anche







