Tra i protagonisti del TAG Heuer VELAFestival ci sarà il Polito Sailing Team, il gruppo studentesco del Politecnico di Torino che svolge attività di progettazione, realizzazione e conduzione di prototipi di skiff velocissimi, ultraleggeri (la foto lo dimostra) ed ecosostenibili.
A Santa Margherita potrete toccare con mano le loro creazioni, ovvero scafi costituiti al 70% da materiali naturali e/o riciclabili: come il Numen, barca realizzata in balsa, fibra di vetro, fibra di lino. E le vedrete in azione anche alla VELA Cup!
IL POLITO SAILING TEAM E LE SUE CREAZIONI
Il Polito Sailing Team è il gruppo studentesco del Politecnico di Torino che svolge attività di progettazione, realizzazione e conduzione di prototipi di SKIFF, piccole imbarcazioni con scafo di lunghezza ridotta (4,60 m), larghezza fuori tutto di 2.10 m, ampia velatura (33 mq distribuiti tra fiocco, randa e gennaker) il cui equipaggio è costituito da prodiere e timoniere. L’obiettivo principale del gruppo è la formazione pratica dell’ingegnere di domani: la parte teorica, l’idea, lo studio ed il progetto, viene tradotta in pratica nelle officine laboratorio del complesso universitario Torinese dove i futuri ingegneri si trasformano in moderni maestri d’ascia realizzando gli scafi che poi scenderanno in competizione. Impegno, costanza, passione, collaborazione sono le parole chiave del nostro Team che nasce nel 2014 per partecipare alla competizione universitaria 1001VelaCup. Il progetto ha preso il via sotto l’egida del M.R. Dott. Marco Gilli sviluppandosi negli anni successivi per arrivare ad oggi dove trova la conferma e il supporto del M.R. Guido Saracco.
(Parte dei membri del Team insieme alla Professoressa Giuliana Mattiazzo e al M.R Guido Saracco)
La partecipazione alla competizione internazionale prevede non solo la parte puramente agonistica ma soprattutto la realizzazione delle imbarcazioni utilizzando materiali di origine naturale, BIO o riciclabili, i vincoli imposti dalla competizione, richiedono l’utilizzo per il 70% del peso di materiali naturali, oppure il 75% in peso di materiali riciclabili e BIO.
Sotto la guida della Professoressa Giuliana Mattiazzo (tuttora a capo del progetto) Il primo prototipo ad essere costruito è stato “Eva” , a seguito di uno studio sui possibili materiali da utilizzare, è stato scelto di realizzare uno scafo in sandwich, costituito dalla pelle di fibra di lino e core di balsa, mentre per la coperta e la struttura è stata usata una pelle in fibra di vetro; in entrambi le realizzazioni è stata sperimentata una resina epossidica “Super Soap”, realizzata con materie prime provenienti da prodotti riciclati e biomasse.
Dopo questa prima esperienza, le nostre soddisfazioni sono aumentate nell’Anno Accademico 2015/2016 con il prototipo “Atka”. Grazie all’utilizzo di differenti materiali, è stato ottenuto uno scafo più leggero, solido ed esteticamente piacevole, realizzato grazie ad un sandwich di balsa, fibra di vetro e basalto per le pelli, balsa per il core; anche la coperta e la struttura interna sono state rinnovate con l’impiego di compensato okumé.
La nostra triade di barche si è chiusa nell’anno accademico 2016/2017 con “Numen” , barca realizzata in balsa, fibra di vetro, fibra di lino. Questo terzo progetto rappresenta la svolta professionale del gruppo: il prototipo di skiff è stato realizzato interamente dal team universitario. Si tratta, infatti, di una barca laboratorio “self made”, un prototipo apripista verso un campo molto vasto e complesso della vela, in cui lo studio dei materiali e soluzioni tecniche sono assolutamente innovative. Il nuovo modello è stato realizzato prestando particolare attenzione alla valutazione degli stress meccanici e alla loro distribuzione sullo scafo, al fine di effettuarne la validazione. Di conseguenza sono stati adottati nuovi materiali quali il lino, la coperta è stata prodotta in sandwich utilizzando uno stampo per ridurne il peso.
A seguito dell’ottimo risultato ottenuto da “Atka”, medaglia d’argento alla regata universitaria 1001VelaCup del 2018, il Polito Sailing Team ha intensificato gli sforzi per migliorare ulteriormente il progetto, ponendosi come obiettivo la realizzazione di due nuove barche che concorreranno per raggiungere il più alto gradino del podio nella competizione che si terrà a Mondello a fine Settembre. La prima barca è realizzata partendo dal progetto di Atka, modificandone principalmente i circuiti, le regolazioni, l’altezza delle terrazze. In termini di performance allo stato attuale i risultati ottenuti sono più che soddisfacenti: nelle zone più sollecitate dello scafo, la ricerca di materiali innovativi ci porta all’utilizzo di una speciale fibra di basalto dalle alte caratteristiche meccaniche che con core di balsa o PET garantisce, insieme al minimo quantitativo di fibre di vetro,uno scafo in sandwich di circa 25 kg al quale va aggiunto il peso di struttura interna e coperta (anche loro accuratamente dimensionate) per un totale di soli 50 kg.
(Il project manager di ITA 38 che solleva lo scafo laminato)
Allo stesso modo è stato progettato un secondo prototipo con un nuovo approccio alla costruzione, prendendo spunto dallo studio del picco di performance sul range del vento valutato in base a statistiche del campo di regata negli ultimi dieci anni, è stato sviluppato un nuovo design dell’imbarcazione con nuove geometrie dello scafo che ha portato a molte innovazioni, tra le quali lo studio di ben due piani velici, come additive manufacturing e una mastra che permette di cambiare l’angolo di incidenza del timone a T .
Parallelamente allo sviluppo dei progetti, la nostra area di ricerca si impegna nello sviluppare un VPP (Velocity Prediction Program) statico e dinamico per una valutazione preliminare delle prestazioni della barca in funzione della sua configurazione.L’obiettivo è quello di avere uno strumento progettuale da usare per la realizzazione delle nuove barche, sfruttando dati sperimentali e dati ottenuti mediante modelli numerici e CFD (Computational Fluid Dynamics).
(Simulazione fluidodinamica dello scafo senza onda in regime turbolento)
Ogni componente delle nostre imbarcazioni è accuratamente dimensionato per il suo scopo. Praticità, funzionalità e peso minimo sono per noi obiettivi principali; a tale scopo si ricorre al Metodo degli Elementi Finiti (FEM), ottimizzazioni topologiche e di forma. Il tutto confermato sperimentalmente e quindi valido ingegneristicamente.
(“FEM-Aided Structural Design of a Natural Fiber Composite Made Skiff” Pubblicazione: https://iris.polito.it/handle/11583/2710465#.XK-h4qJS9PY)
1 commento su “Veloci, “eco” e leggerissime! Al VELAFestival arrivano le superbarche del Politecnico di Torino!”
Praticamente hanno copiato le linee del Vaurien, gli hanno applicato terrazze e trapezio e messo le vele del 29er. Ciao