Basta fatica in crociera! Come “elettrificare” le manovre della vostra barca

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Si fa un gran parlare di easy sailing, ma avete mai provato a cazzare la scotta di un genoa su una barca da crociera con 20 nodi?
O a issare la randa senza l’aiuto di nessuno, quando navigate in equipaggio ridotto o inesperto? Credeteci, vi farete un discreto “mazzo”. Se siete giovani e aitanti non c’è problema, ma quando gli anni cominciano a pesare, o se navigate con un equipaggio inesperto e famigliare, di tutte queste fatiche fareste volentieri a meno.

VANTAGGI E SVANTAGGI DELLE MANIGLIE ELETTRICHE
Esistono due soluzioni per voi: la prima è costituita dalle maniglie elettriche, se non volete sacrificare spazio sottocoperta per alloggiare il motore di un winch elettrico, che costituisce la seconda soluzione.

Bruno Rabu, nella foto, è l’imprenditore francese appassionato di vela che ha sviluppato Ewincher, la manovella elettrica più tecnologica (e cara) sul mercato. Per evitare qualsiasi rischio di danni alla barca o lesioni all’equipaggio, Ewincher può essere configurata con un’applicazione via Bluetooth che permette di definirne la coppia massima da esercitare.

Sono un buon compromesso per “automatizzare” i vostri verricelli manuali, il loro vantaggio è che una maniglia può lavorare su più winch con gli appositi adattatori e di norma non attinge energia direttamente dalla batteria di bordo: potrete gestire facilmente le scotte e le drizze di randa, genoa e gennaker, usarle per tendere trappe e cime da ormeggio, issare a bordo il tender e molto altro. Di contro, sono piuttosto ingombranti e scomode da spostare a bordo (siamo circa sui tre chili di peso) e prevedono di doversi muovere da verricello a verricello per utilizzarle, mentre con un winch elettrico vi basterà premere un pulsante, collocato dove preferite (di norma vicino al winch o nelle imbarcazioni più recenti alla timoneria), per gestire ogni manovra. È sicuramente in questa comodità che va ricercato il crescente successo dei verricelli motorizzati, “aiutato” da batterie di bordo molto più efficienti rispetto al passato.

PIANETA WINCH ELETTRICI
In un box a parte vi raccontiamo nel dettaglio tre modelli di maniglie elettriche sul mercato. Per esplorare invece il mondo dei winch elettrici abbiamo scelto come “cicerone” Emanuele Cecchini, direttore commerciale di Harken Italy. E, soprattutto, velista d’altura con grande esperienza e che ha partecipato (o come dice lui “ha avuto il privilegio di partecipare”) alla realizzazione e ottimizzazione di tante barche vincenti.

Ma prima vi ricordiamo come scegliere la dimensione dei verricelli: elettrici o manuali nulla cambia, scegliete la taglia sempre in funzione dei carichi più elevati. Ad esempio, se userete lo stesso winch per scotta genoa e drizza randa, basatevi sui carichi della scotta genoa (vi rimandiamo alla tabella relativa al dimensionamento in base alla superficie velica) e considerate anche che il carico è vincolato al dislocamento dell’imbarcazione.

Esiste ovviamente anche la possibilità di rendere elettrico un winch manuale, vecchio di qualche anno, aggiungendo solo il kit motore e qualche componente meccanico, ma dovrete consultare i produttori per capire quali modelli di verricelli siano effettivamente ancora “elettrificabili”. Lo prevede, ad esempio, Lewmar. “Per quanto riguarda Harken”, esordisce Cecchini, “riusciamo a intervenire sui winch prodotti a partire dal 2000/2001”. I prezzi di mercato, mediamente per un modello elettrico, parlano di cifre che possono variare tra le 2,5 e le 3,5 volte in più rispetto alla versione manuale.

A bordo di questo Solaris 58 sono stati installati due winch elettrici davanti alla timoneria: quello più interno gestisce drizze e manovre, quello esterno la scotta del fiocco.

DOVE POSIZIONARLI
Arriviamo al posizionamento: “Prendiamo come esempio una barca da crociera di 40 piedi di ultima o penultima generazione. La migliore configurazione possibile prevede i due winch primari elettrificati e almeno uno in tuga”. Esiste certamente la possibilità di affidarsi a un solo verricello elettrico a cui rinviare le manovre, facendole magari passare in una pastecca montata vicino alla falchetta, ma Cecchini lo sconsiglia “in primis perché dobbiamo pensare al winch elettrico come una soluzione per semplificare la navigazione del crocierista. Incroci e rinvii sono ‘pensieri’ in più.

Poi, per quanto riguarda i primari, va detto che i verricelli di norma lavorano posizionati rispetto alla scotta genoa e non sarebbe efficiente incrociare manovre provenienti da altre posizioni: ad esempio, drizze e cime, che non lavorerebbero con angoli ottimali. Il discorso cambia in tuga, dove vi basterà un solo verricello elettrico perché lavorando sullo stesso piano dell’altro, manuale, gli incroci delle scotte potrebbero essere più efficienti. Visto che i piani velici, negli ultimi anni, hanno visto aumentare le rande a fronte di fiocchi sempre più piccoli, io consiglio di installarlo dal lato della drizza randa: rinviarvi la drizza del fiocco dopo aver fatto un collo sul winch manuale sarà un gioco da ragazzi”. Converrà invece montare il winch elettrico dal lato della drizza genoa se la vostra barca ha qualche annetto e conta su un gioco di vele con fiocco ad alta sovrapposizione e randa più contenuta.

VALUTARE GLI INGOMBRI
L’altro parametro da valutare è l’ingombro del motore elettrico del winch: per quanto riguarda i primari non ci saranno problemi, quasi tutti i produttori forniscono modelli con configurazione orizzontale o verticale, che permettono l’installazione in posizioni differenti, anche inclinate. In tuga il montaggio potrebbe andare a sacrificare un po’ di spazio sottocoperta: per ovviare al problema esistono modelli di verricelli con il motore parzialmente incassato nel tamburo, come l’Unipower di Harken (monomarcia, con sporgenza sotto la base di 10,5 cm) o come il Compact Motor di Andersen, che addirittura prevede una versione dove il motore è interamente ospitato nella base rialzata del winch e che quindi non “scava” sottocoperta (ma ha bisogno di una manutenzione più attenta perché il motore è certamente più esposto).

MARCE E DIREZIONE DI ROTAZIONE
La maggior parte dei winch elettrici sul mercato sono monomarcia, ma esistono le eccezioni: ad esempio, spiega Cecchini, “i winch Harken, anche se elettrificati, non intervengono sulla meccanica del verricello: se è a due velocità, lo sarà sia nella versione manuale che elettrica”.

Anche l’italiana Antal prevede questa soluzione con i suoi modelli della serie XT. Poter scegliere la velocità a cui far funzionare il winch è un bel vantaggio: con aria leggera si può cazzare velocemente il genoa premendo il bottone 1 e poi operare la regolazione di fino premendo il tasto 2. Diversa è la soluzione proposta da Andersen, a velocità variabile (aumenta o diminuisce a seconda della forza con cui si preme il pulsante).

ELETTRICI E REVERSIBILI
La maggior parte dei winch elettrici sono monodirezionali, ossia lavorano soltanto cazzando le cime, ma anche in questo caso c’è un’eccezione. Molto apprezzato dai crocieristi che amano navigare in equipaggio ridotto, perché consente la costante regolazione delle vele senza toccare il verricello, è il Rewind della Harken, che funziona in entrambi i sensi: in modalità normale potrete usarlo a due velocità, spostando la levetta sulla funzione Rewind cazzerete e lascherete le vele.

“L’installazione in tuga è sconsigliata”, si raccomanda Cecchini, “perché il verricello è sì azionato da un solo motore, ma è anche dotato di un dispositivo di sicurezza che necessita di ulteriori 53 mm in orizzontale”. Funziona a 12 o 24 V e ha un self tailing speciale con ganasce modanate che trattiene la scotta da dietro per permetterle di scorrere liberamente davanti quando il winch cambia direzione.

ATTENZIONE A QUANDO SI ORMEGGIA
Abbiamo già detto come con un buon verricello elettrico sarete in grado di gestire qualsiasi manovra, dall’issata della randa alla regolazione delle vele: c’è chi lo usa per issare a bordo il tender in crociera, come aiuto per issare l’ancora, salire in testa d’albero (ricordate in questo caso di approntare sempre una seconda drizza di sicurezza riportata su un secondo verricello) e tesare le cime d’ormeggio. “Dopo averlo utilizzato per assicurare la barca all’ormeggio, non lasciate mai le cime in tensione sul winch ma trasferitele sulle bitte.

Il senso d’entrata della scotta, in un winch primario, va da prua verso poppa, con il primo giro tangente al pignone: se lo usate per tendere le cime d’ormeggio di poppa, il verso di entrata sarà opposto e i parametri del winch non saranno rispettati. Senza contare il fatto che, lasciando la cima sul winch, il tamburo e il self-tailing saranno soggetti a strappi importanti, un tipo di sforzi che potrebbero superare il range di utilizzo per il quale il verricello è stato progettato”.

DRIZZA IN MANO, QUANDO SI ISSA
Secondo Cecchini, il tema del consumo energetico dei winch motorizzati, proprio per l’aumento esponenziale dell’efficienza delle batterie di bordo, non è più “caldo” e oggi “difficilmente dovremo accendere il motore in navigazione per ricaricare le batterie se usiamo i verricelli elettrici. Personalmente ho partecipato a regate di triangolo utilizzando i winch elettrici a non si sono mai verificate situazioni di cali di energia”. Insomma, una gran comodità: e se volete passare dalla modalità elettrica o manuale vi basterà o premere un bottone o inserire la manovella tradizionale nel tamburo. C’è un’ultima raccomandazione: “L’unico rischio a cui si va incontro quando si utilizza un winch elettrico è che non si ha la reale percezione della forza che si sta applicando alla cima che si tende. Specialmente quando si prendono le mani di terzaroli e si issano le vele bisogna prestare particolare attenzione per evitare strappi e rotture: non fate troppi giri sul winch e tenete sempre la drizza o la cima in mano, in modo tale da ‘sentire il carico’ sulle dita, come i nostri maestri ci hanno sempre insegnato”.

Eugenio Ruocco

WINCH ELETTRICI, A CHI RIVOLGERSI

HARKEN
Harken dispone di tantissime soluzioni per quanto riguarda i winch elettrici. Sono disponibili nelle versioni a 1, 2 o 3 velocità, con tamburo standard o maggiorato, motorizzazioni verticali e orizzontali, nelle versioni a 12 o 24 V. Oltre alla gamma Radial e Performa, esiste la versione Rewind (nella foto), che lavora in entrambi i sensi di marcia consentendovi di lascare; il modello Unipower, monomarcia, ha il motore parzialmente incassato nel tamburo per risparmiare spazio sottocoperta. www.harken.it

ANDERSEN
Anche Andersen ha “in cascina” diversi modelli di winch elettrici, partendo dagli E1, disponibili a 12 e 24 V (esiste anche il kit di conversione manuale/elettrico per chi ha già un verricello Andersen), monomarcia a velocità variabile (dipende dalla pressione applicata sul pulsante). Esiste poi la gamma Compact Motor, con motore incassato nel tamburo: nella versione “above deck” (nella foto) il motore è interamente ospitato nella base rialzata del winch. www.specialrig.com

ANTAL
L’italiana Antal offre una linea completa di winch motorizzati, a due o tre velocità, disponibili con campana cromata, in alluminio nera o color naturale del bronzo. La gamma XT (nella foto il modello da 40) prevede la motorizzazione che si sviluppa in orizzontale (con riduttore di giri a vite senza fine) o in verticale (con riduttore di giri tipo ipocicloidale ad alta efficienza, per modelli più grandi). Il semplice inserimento della manovella disinserisce il gruppo riduttore-motore e il verricello diventa manuale. www.antal.it

LEWMAR
Sia i winch della gamma Ocean, EVO o Astor (ultraleggeri in alluminio) di Lewmar sono disponibili in versione elettrica o possono essere motorizzati. In questo caso, oltre al motore orizzontale (che funziona a 12 o 24 V), avrete bisogno del kit di connessione (la “base” da disporre sotto il winch che permette il collegamento tra il motore elettrico e l’ingranaggio primario del verricello stesso), l’elettronica di gestione e ovviamente i pulsanti. www.osculati.com

QUI VI ABBIAMO PARLATO DELLE MANIGLIE ELETTRICHE

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