
la vita e quella dalla quale è caduto in mare 21 anni fa, nel 1998
In Francia è un monumento, la barca più famosa della storia della vela transalpina, stiamo parlando di Pen Duick I, la prima barca di Eric Tabarly. Nel 2016 è stata ufficialmente denominata Monumento Storico, e oggi ha ricevuto un nuovo completo restyling. Progettata nel 1898 da William Fife Junior, è stata restaurata presso il cantiere Guip di Brest, esposta al villaggio della Route du Rhum di Saint Malo e infine al Salone di Parigi per poi rivedere l’acqua.

LA STORIA
Nella pasqua del 1938 Tabarly è in vacanza con papà Guy, e famiglia. Guy li porta a Basse-Indre, dove è in vendita la barca, che allora si chiamava Butterfly . Vecchia di quarant’anni aveva già collezionato undici proprietari: costava troppo mantenerla ed era abbandonata in un canneto. “Con la mia logica di bambino avevo pensato: ma non è mica il posto giusto per una barca”, scrive il Bretone nel suo “Memorie del largo” (pubblicato da Mursia nel 1998).

I Tabarly si innamorano dell’imbarcazione, la acquistano e la rinominano Pen Duick. Sono anni di occupazione tedesca, i Tabarly vengono sfollati. Il Pen Duick, mentre Guy è mobilitato, viene disarmato e trasferito sul fiume Odet, dove viveva il marinaio che aiutava a bordo. Finisce la Seconda Guerra Mondiale, i genitori tornano a Blois, il giovane Eric va in collegio: la barca rimane a marcire nel fango. Verso la fine degli anni ’40, è ormai un rottame e i Tabarly non hanno le risorse per operare un refitting radicale, la mettono in vendita. Ma Eric, innamorato del suo Pen Duick, scoraggia l’unico potenziale acquirente. Nel 1952 si arruola nell’Aviazione Navale. Questo è anche l’anno che consolida l’amore tra lui e la barca: il padre vuole vendere il piombo della chiglia, il Bretone si oppone e gli propone di farsi carico delle spese di ristrutturazione con la prossima paga di militare. Guy s’intenerisce e regala al figlio la barca. “Sarai il tredicesimo proprietario. Questo forse ti porterà fortuna”, gli dice. La amerà fino a morire cadendo in mare dal Pen Duick.
1 commento su “Il Pen Duick è rinato: il restauro del mito che fu di Tabarly”
Ma lo sapete o no che è solo una replica in vetroresina?