Prima giornata di SailGp: i top e i flop di un avvio soporifero. VIDEO

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La “guerra” dichiarata alla Coppa America da parte di Larry Ellison non è una storia recente.   Una guerra iniziata agli albori del 2000, quando il miliardario americano Larry, fondatore del colosso dei software Oracle Corporation, decise che tra i suoi “capricci” ci sarebbe stata anche la Coppa. Una guerra che in questi giorni si fa sempre più “fredda”, perché ha preso ufficialmente il via da Sydney il SailGp, il circuito pensato da Ellison e Russell Coutts, che si corre con gli F50  i catamarani volanti dell’edizione dell’America’s Cup a Bermuda riaggiornati e ancora più veloci. 

Inevitabilmente la prima giornata di regata è l’occasione per fare i primi bilanci e capire se veramente questo SailGp possa essere l’antagonista della Coppa che si svolgerà ad Auckland o meno. Non è certo un caso, a proposito di “Guerra Fredda”, che anche il circuito SailGp di Ellison e Coutts vanti sei team proprio come attualmente la Coppa America del 2021: Gran Bretagna, Usa, Francia, Cina, Giappone e Australia. Basta leggere un po’ tra le pieghe della lista equipaggi per scoprire che, a parte il team inglese, gli altri siano composti in buona parte da ex uomini Oracle, ex Artemis ed ex Groupama Team France. Ovvero gli uomini di Ellison e alcuni componenti dei team che per la Coppa America a Bermuda avevano firmato il famoso “accordo di Londra”, quel patto dal quale erano stati esclusi i neozelandesi e con cui Oracle voleva congelare la propria visione della manifestazione per le edizioni successive, salvo non fare i conti con la “batosta” ricevuta poi da Team New Zealand.

Le barche del SailGp sono quelle già utilizzate a Bermuda, un tempo si chiamavano AC50 adesso sono state ribattezzate F50. Catamarani da full foiling che con gli ultimi aggiornamenti in termini di appendici e tecnica di conduzione navigheranno ormai prossimi o superiori ai 50 nodi di velocità, quando ci sarà brezza tesa e mare piatto. Più veloci ma non differenti come concetto da ciò che si osserva in altri circuiti professionistici, come per esempio quello delle Extreme Sailing Series che si corre con i GC32. Dopo la tappa di Sydney si va a a San Francisco il 4 e 5 maggio, il 21 e 22 giugno a New York, il 10 e 11 agosto a Cowes, il 20 e 22 settembre a Marsiglia.

TOP E FLOP DELLA PRIMA GIORNATA

Al comando, dopo tre regate con vento intorno agli 8-10 nodi, come un po’ era anche prevedibile, va Team Japan , guidato da Nathan Outeridge, seguiti dagli australiani di Tom Slingsby, terzo posto per il team inglese.

I TOP

La cosa che sicuramente rappresenta un’eccellenza di questo circuito è la produzione video. Le regate sono trasmesse in ottima qualità, in diretta, sulla pagina facebook dell’evento, con un mix di riprese aeree panoramiche, ravvicinate ed on board che rende il tutto decisamente godibile. In alternativa si può scaricare gratuitamente un’app che offre maggiori funzioni e visuali sulle barche. Le fasi ravvicinate mettono poi in evidenza il livello, indiscutibilmente alto dei velisti impiegati. Peccato però che i lati positivi, a nostro avviso, finiscano qui.

I FLOP

La formula di percorso, in parte adattata alle regate di flotta, è in larga  misura quella che avevamo già visto alla Coppa America delle Bermuda, ovvero una partenza al traverso e una serie di lati bolina poppa. La partenza al traverso annulla in larga parte le chiamate tattiche, il gioco è solo quello di alzarsi il più velocemente possibile sui foil e fare la minor strada possibile verso la prima boa. Il fatto di avere numerose barche sulla linea annulla ancora di più le possibilità di movimento rispetto al match race. E qui inizia la parte veramente noiosa: con il percorso vincolato dai limiti esterni, la regata di flotta se vogliamo diventa ancora più soporifera dei match race visti alle Bermuda ed il motivo è abbastanza facile da spiegare a nostro avviso. Con mezzi che viaggiano a queste velocità, una riduzione di speed di pochi nodi crea distacchi sull’acqua veramente importanti.

Con un percorso così stretto, regatando in flotta, chi scappa per primo si garantisce aria pulita e qualche nodo in più di velocità, mentre il resto della flotta mediamente si danneggia a vicenda con i rifiuti, in uno spazio dove navigare liberi diventa difficile. La flotta quindi si sgrana in due tre blocchi, che non “comunicano” più tra loro, dando vita il più delle volte a dei piccoli match race dentro la flotta, senza rimettere mai in discussione la leadership della regata. In un certo senso la formula di flotta in spazi così stretti ne esce ancora più penalizzata, chi non riesce ad andare in testa finisce in un turbinio di rifiuti e non può fare altro che “rimbalzare” da un lato all’altro del percorso alla disperata ricerca di vento pulito, azzerando qualsiasi scelta tattica, che invece nel match race rimaneva essendoci meno barche sull’acqua e quindi più aria pulita.

In definitiva riuscire ad arrivare alla sufficienza per la prima giornata del SailGp appare alquanto difficile, vedremo cosa offriranno le regate con vento forte.

Mauro Giuffrè

IL REPLAY

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