REPORTAGE ESCLUSIVO Golden Globe, oggi Van den Heede è un “eroe nazionale”

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van den heede
Pubblichiamo il bel reportage da Les Sables d’Olonne, dove Jean-Luc Van den Heede ha terminato, vincendolo alla grande (lasciamo un attimo da parte i controversi “audioleaks”), il suo Golden Globe (giro del mondo in solitario senza scalo, strumenti, su barche a chiglia lunga costruite prima del 1988) della nostra corrispondente Francesca Goi.

DA LES SABLES D’OLONNE
Appuntamento alle prime luci dell’alba a Port Olona, la marina di Les Sables d’Olonne per gli ultimi aggiornamenti sulla posizione e la preparazione delle barche che andranno a dare il benvenuto al Jean Luc Van Den Heede o, come ci siamo abituati a chiamarlo, VDH.

Il meteo non è dei migliori: freddo, pioggia, una trentina di nodi di vento, che rinforza sotto raffica, onde tra i 4 e i 5 metri (tra 7 e 8 Beaufort secondo Meteo France). E’ in arrivo la depressione Gabriel e per il pomeriggio si attendono venti fino a 120km/h: sapere che VDH riuscirà ad arrivare prima della tempesta é un gran sollievo per tutti.

Le barche lasciano i pontili. Navighiamo per circa trenta minuti, quando finalmente scorgiamo in lontananza uno spi blu che avanza verso Les Sables. Lo raggiungiamo, viriamo e ci mettiamo intorno a lui per scortarlo “a casa”.

Lui è seduto al timone, non molla gli occhi dal suo spi, puntando la linea di arrivo e l’ingresso del canale di Sables. Mi colpisce il silenzio, che amplifica l’emozione: non so cosa pagherei per leggere i suoi pensieri in questo momento!

Quando Matmut passa la linea di arrivo le barche fanno coro con le sirene. L’ingresso nel canale di Sables è il vero benvenuto della città al suo eroe: centinaia di persone di ogni età e scolaresche di bambini.

Gli abbracci con la famiglia e un meritato bagno di folla, poi ci raggiunge per la conferenza stampa.

La prima domanda riguarda le sue impressioni sulla corsa:

VDH: “La GGR è diversa dalle altre che ho fatto in precedenza, e in particolar modo dalla Vendée Globe. Qui non contano i soldi, le barche sono vecchio stile. Occorre una forte confidenza in se stessi, perché in questa corsa non ci sono certezze. Le barche non sono equipaggiate per superare le depressioni e bisogna negoziare con il mare. E’una corsa molto lunga ed é fondamentale che nulla si rompa”.

Ci racconti di quando ha rotto l’albero…

VDH: “All’inizio ho pensato a salvaguardare la barca, pensavo l’albero fosse perso. Poi ho pensato a come poterlo riparare, a quali risorse avessi a bordo, a che tipo di intervento fosse necessario. Mi sono detto che valeva la pena provare a ripararlo, nonostante non avessi la certezza che avrebbe tenuto. Non é stata impresa facile, soprattutto lavorare alle coppiglie (è un intervento di per sé difficile a terra, pensate da solo, in mezzo al mare).

Ha mai temuto per la sua incolumitá?

VDH: “No”

Si è mai annoiato?

VDH: “Non ne ho avuto il tempo. Avevo dei libri, una quindicina, ma non li ho nemmeno letti tutti. Le giornate a bordo sono piene. Alla mattina, dopo colazione avevo i contatti con i radioamatori. A mezzogiorno era il momento per fare la posizione e questo richiedeva tempo. Dopo pranzo ogni giorno mi occupavo della manutenzione della barca. Lo stato della barca è sempre stato una priorità ed ho sempre cercato di giocare di anticipo per risolvere i problemi prima che si presentassero. In realtà il tempo passava veloce”.

Cosa le è mancato maggiormente?

VDH: “I miei figli e mia moglie. Per poter affrontare un’impresa di questo tipo é indispensabile che chi ti sta vicino condivida il progetto.”

Quando è rientrato dalla Vendée Globe ha detto che non avrebbe fatto un altro giro del mondo, poi è partito per la GGR. Adesso pensa che partirà di nuovo?

VDH: “Allora non sapevo di questa corsa. Quando l’ho scoperto ho pensato che fosse una fantastica idea, mi sono sentito ispirato. Ora non partirei per un altro giro del mondo….a meno che qualcuno di inventi qualcosa in grado di ispirarmi di nuovo…”

La conferenza stampa è stata a questo punto interrotta perché i venti della depressione Gabriel hanno cominciato a soffiare e la tenda riservata all’evento non era più in sicurezza. VDH ci ha congedato ricordando le parole di Sir Robin Knox Johnston (anche lui presente oggi) al suo rientro dalla Golden Globe Sunday Times che vinse nel ’69. Sir Knox Johnston disse che le tre cose che desiderò il giorno del suo rientro furono un pinta di birra, una bistecca ed un bagno. VDH ha condiviso con lui la scelta, solo in ordine inverso.

Francesca Goi

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