In pausa pranzo, in redazione, ci stavamo divertendo a cercare su Google “la barca più brutta di sempre”. Tra i risultati di ricerca, sono venute fuori tante foto dello squadratissimo e sgangherato catamarano “Flying Hawaiian”: la storia di questa barca, iniziata nel 2010 e meschinamente conclusasi cinque anni dopo, è quantomeno bizzarra e degna di essere raccontata.
Il catamarano, lungo 19 metri e largo quasi 10, viene costruito in tre anni di duro lavoro da James “Hot Rod” Lane, con l’aiuto del figlio, in un garage nella contea di Marin, California: man mano che la barca prende forma, sono tanti i curiosi che si fermano a guardarla.
Molti se la ridono per le forme, oggettivamente poco marine, i più esperti chiedono a Lane se sia davvero sicuro di prendere il largo con uno “scatolone” simile: i grandi catamarani sono realizzati con strutture ultraresistenti, con grosse travi che connettono gli scafi e sorreggono il ponte, nel caso del Flying Hawaiian è stato fatto largo utilizzo di compensato sottile, con buona pace della sicurezza.

Utilizzando i materiali più economici possibili, nel 2013 arriva il momento del varo al Marina di Loch Lomond: il sogno di Lane, marinaio e costruttore alle prime armi, è quello di salpare dalla California alle Hawaii per andare a vivere una vita da sogno, come suggerisce lo stesso nome del catamarano. Fin da subito, però, la barca presenta problemi di ogni genere, dall’acqua che entra sottocoperta a cedimenti strutturali.
Lane dal canto suo sta attraversando un periodo di difficoltà finanziarie e non ha i soldi per pagare l’ormeggio nel Marina e le utenze ma continua a usufruirne: una discussione con il direttore del marina finisce pure in rissa, con Lane che, stando ai racconti della polizia locale, addenta e quasi strappa il dito medio del direttore, finendo in prigione.
La situazione è insostenibile: Lane decide di vendere la sua barca sulla popolare piattaforma di vendita online ebay a 80.000 dollari, descrivendola come “completa al 75%” e ”perfetta per chi cerca un progetto e per aggiungere tutti i tocchi personali”. Ma nessuno si fa avanti.
All’inizio del 2015 Lane decide comunque di mollare gli ormeggi, nonostante il catamarano sia rimasto impantanato per lungo tempo nelle acque vicine dal porto dal quale è stato espulso.
La sua navigazione verso le Hawaii e una vita migliore dura 120 miglia e termina con la richiesta di soccorso al largo di Monterey, in California: Flying Hawaiian imbarca acqua, la Guardia Costiera trae in salvo le cinque persone a bordo del catamarano, che viene lasciato affondare, mestamente, alla deriva.
Il morale della favola è banale, ma innegabile: non improvvisatevi marinai, né tantomeno costruttori.
1 commento su “Flying Hawaiian, la bizzarra storia della barca più “sfigata” di sempre”
Il problema dell’oggetto descritto non è che qualcuno lo trova più o meno brutto ma che le barche, tutte le barche (comunque fatte) sono dei mezzi di trasporto che devono essere adatti a muoversi attraverso uno spazio liquido più o meno agitato e quindi, se vogliono farlo, devono essere oggettivamente e intrinsecamente in grado di farlo e avere una “forma” nonché il giusto dimensionamento strutturale. Che dire del “costruttore”…se non definirlo uno sciagurato che ha sperperato inutilmente dei soldi con i quali avrebbe potuto (verosimilmente e più utilmente) costruirsi un capanno o qualsiasi altra cosa che non dovesse galleggiare o volare…