La storia di Umberto Marzotto, il rampollo giramondo (in barca a vela) – Seconda Puntata

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marzottoVi stiamo raccontando la storia di Umberto Enrico Libero Marzotto, rampollo di una delle dinastie industriali più importanti di Italia: da ragazzo “problematico” a re degli oceani, con centinaia di migliaia di miglia percorse e due giri del mondo. Nella puntata precedente, lo avevamo lasciato nella prima metà degli anni ’80, quando in Turchia aveva rimesso a posto, con l’aiuto di amici curdi, un 55 piedi del 1936 di David Hillyard, il Wind Sweep…

L’AMORE PER IL MAGIC

In Italia la barca (il Wind Sweep) piace, tantissimo: “La utilizzai per un paio d’anni tra il 1984 e l’85, poi riuscii a venderla guadagnandoci un bel gruzzolo. Sentii che era giunto il momento di trovare la mia barca definitiva”. La ricerca dura a lungo, nel frattempo la parentesi sanremese con la discussa Conta Chi Canta: Conta chi canta, e pure un Conte vuol cantare, e se non conti canta per contare. Suvvia, quella canzone era una presa per il culo.

Lo S&S 55 Magic

Ma non venne capita: anche Pippo Baudo ce la mise tutta per farmi sembrare un raccomandato, dicendomi sul palco ‘Non parlare male di tuo padre che è un mio amico’. Per fortuna sono riuscito a proseguire nella mia carriera di cantautore e musicista, ho firmato per Sony e negli States sono usciti parecchi miei lavori, l’ultimo è dedicato ai nativi americani”. Già, Umberto vive di musica. Colonne sonore (anche di famose trasmissioni della BBC), documentari, composizioni world music: Roba di nicchia, ma sono pagato bene”. Ma torniamo a parlare di barche: “Finalmente la trovai. Magic, Sparkman & Stephens di 55 piedi (16,56 m x 4,48), sloop costruito in lega leggera nel 1973. Velocissimo, albero con tre ordini di crocette, armo strutturale, solo 80 centimetri di bordo libero. Una bomba. La richiesta era molto alta, non avevo tutti i soldi e l’amico Massimo Guardigli mi diede una mano”.

Umberto Marzotto in azione

DA SOLO INTORNO AL MONDO
Nel 1994 Umberto Marzotto divorzia dalla moglie: visto anche il suo nome, è tutto un caos di avvocati, alimenti, stress. Ha bisogno di staccare: a bordo del Magic, salpa da Cala Galera. Obiettivo: il giro del mondo in solitario. “L’11 dicembre del ’94 ero a Gibilterra, mi ricordo che c’era un tempo di merda. Feci rotta verso le Canarie, era la prima volta che solcavo l’Atlantico. Un’emozione indescrivibile. Da Lanzarote partii per Trinidad, assieme a me fece la traversata, con la sua barca, un signore spagnolo. Ogni giorno, nella vastità dell’oceano in bonaccia, affiancavamo le barche e ci facevamo un gin tonic”. Ah…. ma allora un po’ di vita mondana ti piace, gli dico io: “I lupi di mare devono essere dei lupi di mare quando le condizioni richiedono di essere dei lupi di mare. In caso contrario, che si rilassino un po’! La mia vita è una vita di lusso. Io per lusso intendo la totale libertà e indipendenza. La libertà di navigare come mi pare e piace”. Ai Caraibi Umberto rimane per due anni (“Il posto più bello? Le Grenadine”), poi, via Panama, arriva in Pacifico. “Tirai dritto verso le Galapagos, che all’epoca erano un paradiso incontaminato: poi la mia voglia di navigare sempre in direzione ostinata e contraria mi fece puntare la prua verso l’Isola di Pasqua”.

Umberto nel documentario presentato a Venezia “Valdagno, Arizona”

L’isola di Pasqua. Giusto per farvi capire: situata a 3.601 km a ovest delle coste del Cile e 2.075 km a est delle isole Pitcairn, è uno dei luoghi abitati più isolati del mondo. “Nel 1998 feci rotta verso la costa del Cile perché mi interessava andare ad assistere a un importante festival di musica latinoamericana. Poi, da lì, costeggiai la costa del Cile scendendo fino a Ushuaia, dove arrivai per Natale. Faceva un freddo boia. Passai poi per lo Stretto di Magellano. Non è come in Mediterraneo laggiù: hai 40 nodi di vento da 300° per tre ore, poi 35 nodi da 190° per cinque ore, poi 40 nodi da 260° per altre tre ore e così via. Mai un momento di pace!”.

Umberto fa rotta verso le Falkland/Malvinas, nel frattempo riesce anche a cozzare contro un growler con tanto di barca sdraiata sul ghiaccio e ammaccature sullo scafo riparate con l’aiuto di un carrozziere argentino. Poi il Golfo di Buenos Aires e la risalita per Brasile, Uruguay fino a ritornare a Panama. In poche parole, Marzotto ha circumnavigato il Sudamerica: “Questa volta da Panama optai per la Polinesia Francese e le isole Marchesi, fino all’Australia. Da Darwin salpai per la più lunga traversata del mio viaggio, in direzione Durban. Trentotto giorni di oceano Indiano, tra tifoni e onde alte anche alcuni metri”. Risalita la costa occidentale dell’Africa, rientrò in Mediterraneo e in Italia nel 2000. Erano passati più di cinque anni: “Gli avvocati si erano calmati, erano tutti più rilassati. Ora si poteva ragionare”, scherza Umberto.

Elpis

BARCA NUOVA, NUOVO GIRO DEL MONDO
Intanto siamo nel nuovo millennio. Visto che il suo lavoro di musicista e autore lo porta sempre più spesso in America (e i guadagni salgono), il tempo per prendersi cura di Magic è sempre di meno: “Le barche”, qui parla il marinaio Marzotto, “vanno mantenute con amore. Io a bordo, ad esempio, ho una tripla ridondanza di qualsiasi accessorio o strumentazione. Il Magic era diventato troppo impegnativo, le volte che tornavo in Italia stavo in una piccola casetta ad Arzachena, in Sardegna, con Ann, che sarebbe poi diventata mia moglie. Lì giravamo con un piccolo motoscafo. Magic dovetti venderla, ma decisi io a chi darla. Chi era intenzionato a comprarla non mi era simpatico così finii per quasi regalarla a un grande marinaio, Antonino Stefani, che ora, con il Magic, sta facendo anche lui il giro del mondo”.

La moglie di Umberto, Ann, a poppa di Elpis

Ma la vela è come una droga. Una volta che la provi, non ne puoi fare a meno. Così, quattro anni fa, Umberto decide di acquistare la sua barca attuale, Elpis, un Koopmans 57 in alluminio: “Davvero, una barca incredibile. Pensa che tiene tre tonnellate di gasolio. A motore puoi farci 3.200 miglia oppure, usando il generatore a gasolio, puoi rimanere autosufficiente per 35 settimane all’ancora”. Nell’ottobre del 2014 salpa da Sorrento (dove la sua barca è stata rimessata e preparata per la circumnavigazione dal cantiere Peninsula Navis) per il secondo giro del mondo, questa volta non più da solo, ma con quella che, due anni dopo, diverrà finalmente sua moglie, Ann, con cui sta da 28 anni. Prima lo stretto di Gibilterra, poi le Canarie e Capo Verde (“arrivarono anche i miei figli a bordo, sono musicisti anche loro. Quante serate passate a suonare nei locali a Mindelo!”), prima di mettersi in viaggio verso le Grenadine. Nel 2015 raggiunge i Caraibi, poi l’arcipelago di Los Roques davanti al Venezuela, Panama e il golfo di California. Tra il 2016 e il 2017, Elpis ha toccato il mare di Cortez, le isole Hawaii, le Galapagos, le Gambier e Tahiti, dove si trova al momento.

Umberto alle Galapagos

In futuro? “La mia barca sarebbe attrezzata per lanciarsi in avventure epiche, tra i ghiacci del passaggio a Nord Ovest. Ma ho 55 anni, e comincio a chiedermi chi me lo fa fare. Allora penso proprio che farò rotta verso il Giappone. L’importante è navigare: la vela è la fonte di ispirazione del mio lavoro”.

Isole Gambier
Isole Gambier

I TRE LUOGHI DEL CUORE DI MARZOTTO
1. Los Roques, uno dei posti rimasti “veri” anche con il passare del tempo
2. Grenadine, un posto bellissimo dove tenere la barca
3. Le Gambier, dove non c’è niente. Sono stato la sesta barca passata in un anno e per procurarmi il cibo sono dovuto andare a sgozzare le capre sulle montagne.

COSA ASCOLTARE A BORDO – I CONSIGLI DEL MUSICISTA MARZOTTO
1. Koln Concert di Keith Jarrett. A bordo mi libera la mente
2. Buena Vista Social Club (l’album di Ry Cooder)
3. Uno a scelta dei Pink Floyd (tanto non si sbaglia)
4. Creuza de Ma, del mio amico Faber, uno dei primi esempi di world music

COSA LEGGERE – I CONSIGLI DELL’AUTORE MARZOTTO
1. Giornali di bordo nei viaggi d’esplorazione, di James Cook
2. Il Maestro e Margherita, Michail Bulgakov
3. Poesie varie di Neruda e Prevert

COSA NON MANCA IN CUCINA DELLO CHEF MARZOTTO
1. Olio d’oliva extravergine. Mia sorella lo produce in Toscana e me lo spedisce.
2. Pasta, meglio se di Peck, di Milano (bottega della famiglia Marzotto)
3. Pesci, il mare ne è pieno. Dentici, Cernie, e tutto ciò che mi offre il mare.

FINE (A cura di Eugenio Ruocco)

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10 commenti su “La storia di Umberto Marzotto, il rampollo giramondo (in barca a vela) – Seconda Puntata”

  1. Bravo, no anzi bravissimo, potrebbe fare il
    Fighetto a Punta Ala su una barca di lusso, invece dimostra di aver capito la filosofia della vela e se la gode fino in fondo, visto che può permetterselo.
    Tutta la mia simpatia e tantissima sana invidia

  2. Bravo Marzotto, colgo la felicità che sprigiona ció che hai fatto e farai come motore per i miei sogni ….
    Un abbraccio

  3. Costanzo AJELLO

    Umberto Marzotto figlio di Pietro scrive su “CORRIERE ECONOMIA” del 6/05/2019 con il Prof. Giorgio Roverato, un articolo dedicato al padre che purtroppo risente di una certa emotività e forse di eccessiva benevolenza nei confronti
    di un imprenditore che ha meritato rispetto. Dal 1982 all’87 sono stato dirigente dell’azienda tessile di famiglia durante la presidenza di Pietro Marzotto, venendo da tutt’altre esperienze in Italia e all’estero di multinazionali, segnalato da un importante “cacciatore di teste” ed assunto dopo un’intervista con il Presidente stesso. Non credo che Umberto abbia la cultura aziendale per testimoniare della capacità del padre nel ruolo da me indicato, in quanto pur signore, corretto e grande lavoratore, si dimostrò un conservatore, vetero industriale, poco incline al ricambio nel management, affidato a fedeli di lunga data monoaziendali e certamente non propositivi. Inoltre il suo piglio autoritario metteva in imbarazzo anche i collaboratori di un certo livello non consentendo loro di esprimersi al meglio.

  4. Quanto incenso e menar di turiboli. Per dirne una:e la moglie di mezzo, una delicata ragazzina stracciata in due?

    1. Elisabetta Leva

      Buonasera, volevo sapere cosa è successo con la moglie di mezzo, perché una mia cara amica è stata trattata molto male da Umberto e quindi siamo curiose di sapere cosa è successo. Grazie anticipatamente per la risposta.

  5. Pingback: “TRE IN UNO” . Quando l’altro è la tua ombra quella di un clone . Il nuovo libro di Nenad Rancovich . Recensione  

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