ESCLUSIVA – Parla la randa: “ecco come dovete regolarmi”
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La tendenza dei nuovi armi, da crociera e da regata, è quella di privilegiare grandi superfici della randa e fiocchi a bassa o nulla sovrapposizione. Le domande che avreste sempre voluto fare al vostro velaio…
CHE COSA E’ LA RANDA?
E’ la vela essenziale per la propulsione di una barca a vela. Viene inferita nell’albero, mentre la base è fissata al boma. La sua caduta poppiera si chiama balumina. Nel corso della sua vita ha cambiato più volte forma. Oggi, negli armamenti moderni bermudiani, è a forma triangolare.
PERCHE’ SI CHIAMA ANCHE MAESTRA?
Perché gli antichi velieri erano dotati di più alberi, denominati da poppa mezzana, maestro, trinchetta. Ovviamente ognuno aveva un set di vele dedicato, per cui l’albero principale, il maestro appunto, aveva la randa di maestra, da cui il nome.
CON CHE MATERIALE E’ FATTA?
Dipende dal tipo di utilizzo che ne fate. Per un uso crocieristico viene adoperato nella maggior parte dei casi il dacron, tessuto pregevole per la sua durata nel tempo ma molto meno per la tenuta della forma. Dopo alcuni anni e parecchie sventolate potrebbe iniziare a prendere la fastidiosa forma a sacco. In più il tessuto è molto pesante e quindi meno confortevole durante la regolazione e la movimentazione. Oggi le velerie propongono anche laminati, dei sandwich che si identificano con la fibra più nobile da cui è composta e che dovrà poi sopportare il carico: se con kevlar sarà in sandwich di kevlar, e così via. Il materiale interno, chiamato anima, è un film che dà stabilità al tessuto e rende la vela duratura nella sua forma, mentre gli strati esterni servono a proteggerla da agenti atmosferici e dall’azione di abrasione.
QUALE FORMA PUO’ AVERE?
Come ogni vela, il velaio può decidere la forma più indicata per il tipo di barca. è un elemento da non sottovalutare, dato che la randa spesso è il motore della barca; se fatta bene può farvi guadagnare anche un nodo di velocità, che in navigazione non fa mai male. Gli elementi che più la caratterizzano sono l’allunamento, ossia la quantità di tessuto e la superficie della vela in prossimità della penna. Maggiore è l’allunamento, migliori saranno le prestazioni con poco vento; di contro potrebbe aumentare lo sbandamento e la vela potrebbe essere più difficile da regolare con tanta aria. L’allunamento inoltre non deve essere eccessivo, soprattutto nella parte alta, per evitare che la randa tocchi e/o si incastri nel paterazzo durante le virate o le strambate. Importante definire la forma in base alle caratteristiche dell’albero e alla lunghezza del boma. Questo permetterà di stabilire la disposizione del grasso, a seconda del tipo di barca, in modo da risultare ben proporzionato sulla vela per navigare con poca aria senza però soffrire con vento forte.
COME PUO’ ESSERE ARMATA?
Nelle barche da crociera viene inferita sull’albero adoperando di norma i garrocci o i carrelli. I primi, in materiale plastico, sono la soluzione sicuramente più economica ma anche quella che può comportare qualche problema in navigazione. Infatti, per issare e ammainare la randa è necessario mettersi perfettamente contro vento; in caso contrario, all’interno della canala dell’albero i garrocci potrebbero mettersi di traverso creando notevoli attriti o addirittura bloccandosi. I carrelli invece sono dei sistemi che scorrono su una rotaia posizionata sull’albero. è il sistema che fornisce le migliori garanzie di funzionamento, di comodità e di durata anche se i costi, ovviamente, lievitano. I carrelli possono scorrere sia su sfere sia su pattini.
MEGLIO ROLLARE LA RANDA SUL BOMA O SULL’ALBERO?
Dipende dal tipo di vela che volete. Quelle avvolte sull’albero spesso sono più scadenti per quanto riguarda la forma della vela, in quanto nella maggior parte dei casi non vengono corredate da stecche per evitare incastri in fase di manovra. Questo non consente di disegnare vele con allunamento. Oggi esistono però rande con stecche verticali che, seppur non riusciranno mai a consentire la progettazione di una vela con un allunamento “normale”, hanno permesso un netto miglioramento delle performance. Per le rande avvolgibili su boma è sicuramente più semplice utilizzare le stecche ma i sistemi avvolgibili di questo tipo sono adatti soprattutto su barche almeno sopra i 50 piedi di lunghezza date le dimensioni notevoli che dovrà assumere il boma stesso.
A COSA SERVONO LE STECCHE?
Contribuiscono a creare un’ossatura rigida che consente una minor deformazione della vela sotto carico. Evitano che la vela fileggi continuamente, mantengono l’allunamento della randa e distribuiscono meglio le tensioni sulla vela. Ne esistono di due tipi, quelle Full Batten, orizzontali al boma lungo tutta la vela, dalla balumina all’albero, e quelle corte, disposte anche in modo inclinato, più indicate per un utilizzo in regata. Le prime, seppure più, pesanti, permettono una maggior facilità nella regolazione della vela.
QUALI SONO LE PRINCIPALI MANOVRE PER REGOLARE LA RANDA?
La randa è una delle vele più difficili da regolare: sono tantissime, infatti, le manovre che influiscono sulla sua forma e sulle sue effettive performance. Viene armata in testa d’albero, issata con una drizza e fissata al boma con il punto di scotta e quello di mura. Il primo è regolabile tramite la base che consente di “ingrassare” o appiattire la vela. Il punto di mura è invece fisso. La scotta regola l’apertura della vela e della balumina ed è in stretta relazione con il carrello: insieme adattano la forma della vela al tipo di andatura che si vuole mantenere. Oltre a queste manovre si utilizzano il vang, il paterazzo o le volanti e il cunningham.
A COSA SERVE IL VANG?
Consente di regolare la posizione verticale del boma, modificando quindi il profilo della randa. Cazzandolo si porta a tendere la balumina della randa, appiattendo la vela e dando una piccola flessione all’albero. Questa regolazione avviene di bolina con vento forte, mentre con aria più leggera bisogna semplicemente puntarlo, in modo da dare la forma corretta alla randa e da non far ballare il boma. Nelle andature portanti con vento sostenuto, il vang è essenziale per depotenziare la vela. Lascandolo, in caso di rischio di straorza, si alza il boma svergolando la vela.
E IL PATERAZZO E LE VOLANTI?
In base al tipo di armo ogni barca può essere dotata di paterazzo e/o di volanti che a loro volta possono essere strutturali o meno. Entrambi, opportunamente regolati, modificano la flessione dell’albero e di conseguenza la forma della randa. Di norma le barche un po’ più “tirate” hanno l’armo frazionato con l’attacco dello strallo di prua sotto la testa dell’albero e, in base alle dimensione della barca, hanno solo il paterazzo, o anche le volanti. Con tanto vento, tirando indietro l’albero e comprimendolo, si sposta il grasso della vela in avanti, smagrendola e migliorando le sue prestazioni. Con poco vento bisogna evitare di mettere tensione e carico sull’albero in modo da far rendere al massimo la forma della vela.
A COSA SERVONO I FILETTI?
Posizionati sulla balumina, essi indicano il flusso d’aria su entrambe le superfici della vela. Sono dei fili in lana o in tessuto leggero e posti in corrispondenza delle stecche. Imparare a leggerli è importante per definire la messa a punto ottimale per l’andatura che si sta tenendo. Servono per stabilire quando la vela è troppo chiusa in balumina, rischiando così di andare in stallo. Tale problema può avvenire sia per un difetto di fabbricazione, sia se la scotta o il vang sono troppo cazzati. Se i filetti tendono a nascondersi dietro la randa per più del 40% del tempo, allora il flusso del vento non sta scorrendo bene sulla vela, che rischia così di trovarsi in una posizione di stallo. Tenete presente che la randa è la vela che permette di risalire il più possibile il vento. Più la si cazza e più si stringe la bolina; ma al contempo se si cazza troppo la vela portandola verso lo stallo, la velocità diminuisce. I filetti servono proprio a definire quanto la scotta della randa debba essere cazzata di bolina per ottenere le migliori prestazioni possibili e quanto debba essere cazzato il vang nelle andature portanti per avere la massima resa ed evitare le straorze.
COME CAPIRE SE E’ BEN REGOLATA?
Come per ogni vela, anche per la randa si fa affidamento ai filetti: sulla vela si deve avere uno scorrimento dell’aria omogeneo, con la medesima velocità delle particelle fluide sia sopravvento che sottovento. Una vela troppo chiusa, a causa di un’esagerata tensione della scotta, o troppo grassa vicino alla balumina, causa un’eccessiva curva in uscita della vela che ne rallenta le particelle fluide creando turbolenze soprattutto sottovento. La balumina assume, quindi, la stessa funzione dei flap di un aereo durante l’atterraggio o il decollo; la vela, come si dice in gergo, va “in stallo”, perde di efficienza, la barca rallenta e diventa difficile e “scomoda” da timonare. Viceversa, se balumina non risulta troppo chiusa e mantiene un profilo quasi rettilineo, i filetti fluidi hanno la possibilità di scorrere contemporaneamente sia sopravvento che sottovento incontrandosi di nuovo all’uscita della vela, acquisendo così la massima resa.
PERCHE’ E COME SI RIDUCE LA SUPERFICIE DELLA RANDA?
In presenza di vento forte, e in andatura di bolina o comunque strette, la randa diventa un elemento a bordo che aumenta lo sbandamento, incrementa lo scarroccio e rende la navigazione meno sicura e soprattutto meno confortevole. Per questo motivo bisogna ridurla, con la famosa manovra (solo per vele inferite), di presa di terzaroli. Sostanzialmente si ammaina una parte della vela, modificando così il punto di mura e quello di scotta.
COSA SONO LE MANI DI TERZAROLI RAPIDI?
Sono dei sistemi che consentono di ridurre la superficie della randa operando direttamente dal pozzetto. Quando dovete prendere la mano di terzaroli, basterà mollare la drizza della randa e recuperare la cima dell’apposito circuito, senza dover andare a effettuare la manovra all’albero.
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Solo un appunto sulla similitudine con le ali di un aereo: i flaps aumentano la curvatura dell’ala proprio come il grasso della randa vicino alla balumina, ma non fanno stallare l’ala! Stallare in atterraggio sarebbe catastrofico!