Coppa America, il Sirena pensiero: “Luna Rossa sta navigando molto, crediamo di essere avanti agli altri”
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Che Coppa America sarebbe senza i rumors di banchina, le spy story, le sfide fantasma e i colpi di scena? La Vecchia Brocca vive settimane febbrili, a un passo dal definitivo annuncio pubblico di tutte le sfide che saranno presenti ad Auckland 2021 (LEGGI QUI) e con i team già annunciati che lavorano a pieno ritmo alla costruzione del primo AC 75, ai prototipi o al simulatore. Ai tanti rumors circolati in queste settimane è il momento di rispondere con una voce autorevole, abbiamo quindi raggiunto telefonicamente lo skipper di Luna Rossa, Max Sirena, per fare il punto sulla sfida italiana e sul futuro della Coppa.
Luna Rossa appare molto “silenziosa” in queste settimane sul fronte delle operazioni in mare, a cosa state lavorando in questo momento?
Lavoriamo a 360 gradi su tutto. La costruzione del primo AC 75 è iniziata già da un po’ di tempo, ma nel frattempo noi navighiamo, quasi quotidianamente.
Navigate? Su quale mezzo e per provare cosa?
Usciamo con il catamarano AC 45 e stiamo lavorando soprattutto sullo sviluppo della doppia randa (leggi QUI e QUI di cosa si tratta n.d.r. ) che è una soluzione assolutamente nuova per la Coppa e sulla quale c’è molta strada da fare. Sui foil negli ultimi anni si è studiato molto mentre la doppia randa è ancora tutta da sviluppare e ci stiamo impegnando molto in termini di ricerca.
Come mai non avete ancora varato un prototipo di AC 75 in scala come fatto da Ineos Team UK e American Magic?
Chiariamo una cosa, noi non siamo in ritardo su questo, semplicemente abbiamo una strategia diversa. Stiamo lavorando su un simulatore che ritengo gli altri sfidanti non abbiano. Il simulatore ci consente di sviluppare le soluzione sui foil e sui sistemi di controllo delle appendici. Ci consente soprattutto di non dovere fabbricare un gran numero di pezzi per fare ricerca e questo rappresenta un grosso risparmio anche di tempo. Poi è molto probabile che non appena finita questa fase anche noi vareremo un prototipo.
Avrete osservato attentamente i primi “voli” degli inglesi e degli americani, che idea vi siete fatti?
Come sempre avviene in Coppa noi li spiamo e loro spiano noi, è così che funziona. Quello che posso dire è che gli americani hanno mostrato in termini di appendici delle soluzioni piuttosto conservative e tradizionali, non abbiamo avuto grandi sorprese da quanto abbiamo visto fare in acqua agli altri sfidanti. Credo di poter dire che le soluzioni che loro hanno messo in mostra noi al simulatore le abbiamo già viste mesi fa, su questo credo potremmo essere avanti in questa fase.

Che tipo di test avete svolto da Persico Marine sulle braccia dei foil (componente One Design) e quali sono stati gli esiti? Ci sono state molte illazioni in proposito…
Si è fatto un gran parlare di questi test. Voglio dire una cosa: se ci fossero stati dei problemi con i test non avremmo mostrato pubblicamente un video, come abbiamo fatto, dove mostriamo le prove “distruttive” che stiamo eseguendo. Se avessimo qualcosa da nascondere non avremmo mostrato nulla. Non c’è niente di strano, essendo dei componenti nuovi che saranno uguali per tutti i team si eseguono dei test “distruttivi” dove si esplorano i limiti dei pezzi. Si lavora in “reverse load”, ovvero applicando un carico opposto alla forma della deriva. Un lavoro che serve ad avere la certezza di realizzare dei componenti che possano durare a lungo e siano pressocché indistruttibili. A breve eseguiremo altri test e a gennaio dovremmo iniziare con la costruzione definitiva.

Quando verranno annunciate le date definitive dell’evento delle World Series di Cagliari e le tappe successive?
Siamo in working progress, su Cagliari il mese di ottobre 2019 è un punto fermo, sulle altre location stiamo parlando con diverse città e verranno fatte tutte le valutazioni del caso. Oltre all’Europa ovviamente sono in gioco anche gli USA e l’Asia, ma è un discorso in evoluzione.
Diversi media neozelandesi hanno ventilato l’ipotesi che ci sia spazio solo per 6 basi ad Auckland
Sulla questione delle basi bisogna chiedere a Team New Zealand, così come sulla questione delle nuove sfide in arrivo. Mi interessa poco quello che hanno scritto i giornali su questo, che io sappia mi sembra difficile che qualora ci fossero più sfide valide rispetto alle basi attualmente predisposte Auckland e Team New Zealand vi rinuncino.
Il prossimo sfidante annunciato sarà americano o olandese?
Anche questa è una cosa che sa Team New Zealand. Sono state presentate diverse richieste, questo è certo, le cose concrete le sanno i kiwi e spetta al loro il compito di renderle note, credo che a breve sapremo di più, non passeranno molte settimane. E’ normale che ci sia molto entusiasmo e siano scese in campo diverse possibili sfide, i rumors e i gossip sono fisiologici.
Avete investito molto in termini pratici e in comunicazione sul progetto “new generation”, come sta andando? Ruggero Tita sarà annunciato a breve?
Ci tengo a precisare che è tutt’altro che solo un processo di comunicazione, ma è un lavoro effettivo dato che abbiamo fatto entrare diversi giovani velisti nel team. Ognuno di loro sta lavorando al meglio in base alle proprie competenze e specializzazioni. Ruggero Tita lo stimiamo molto, è altamente probabile che sarà dei nostri, ma il ragazzo prima di tutto deve pensare alla sua campagna olimpica e noi vogliamo farlo lavorare al meglio per questo grande obiettivo, poi ci sarà spazio anche per Luna Rossa.
Mauro Giuffrè
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