“Solo gli stolti e i morti non cambiano mai le loro opinioni”, diceva il poeta James Russell Lowell. Questa volta chi fa le leggi ha dimostrato di avere un po’ di sale in zucca: vi ricordate della fantomatica tassa sulla pesca sportiva, inserita nel disegno di legge “Settore ittico” che era all’esame in commissione (QUI ve ne avevamo parlato)?
Il governo sembra aver fatto marcia indietro, come spiega Ugo Claudio Matteoli, presidente della Fipsas, in un video diffuso su Facebook dove spiega che l’introduzione della tassa sembra essere quantomeno slittata per il 2019. L’introduzione nella legge di Bilancio avrebbe avuto come significato l’entrata in vigore da gennaio 2019, senza il tempo materiale per creare un dialogo in grado di valutarne gli effetti, sia negativi che positivi, che la novità avrebbe portato.
Secondo noi, non se ne sentiva proprio il bisogno: a fronte di cifre da pagare trascurabili, da 10 a 100 euro l’anno a seconda della lunghezza, si aggiunge una nuova magagna al calderone burocratico, invece che sfoltirlo. I controlli saranno a carico delle Capitanerie di Porto. Come avverranno tali controlli? Ci sarà la “flagranza di reato”? Se vi trovano a bordo lenza e piumetta da traina, magari inutilizzati da anni, come potrete dimostrare che non li usate?
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