In diretta dal Salone di Parigi: è “scow mania”!
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In molti quando hanno visto comparire i primi scow, le barche dall’enorme prua rotonda, si sono chiesti se oltre alle prestazioni importanti in determinate condizioni (dimostrate, e non solo alla portanti ma anche di bolina, dalle numerose vittorie dei progetti scow alla Mini Transat nelle edizioni 2011, secondo posto nel 2013, vittorie nel 2015 e 2017) questa soluzione potesse avere qualche risvolto anche per il mondo della crociera. C’è voluto qualche anno per sviluppare soluzioni adeguate, ma la risposta è arrivata forte e chiara dal Salone di Parigi che è in corso (8-16 dicembre).
Tra le tante novità svelate al Salone ( che vi racconteremo nelle successive puntate dedicate alla fiera francese) ne abbiamo scorta una particolarmente interessante, il Sailscow 37, una barca da crociera a tutti gli effetti dotata della particolare prua scow, una caratteristica che troviamo in piccolo anche sul Revolution 29 lanciato due stagioni fa.
Sailscow 37
Prodotto dall’omonimo marchio, fondato da Jean-Michel Linck, il Sailscow 37 sarà a tutti gli effetti una barca da crociera. La particolarità più evidente è la prua scow, quasi squadrata come quella dei vecchi fireball, che permette oltre che di aumentare le velocità in determinate condizioni (soprattutto alle portanti) di massimizzare i volumi interni. In termini pratici sarà addirittura possibile avere due cabine matrimoniali a prua, in pratica su un 37 piedi si possono avere anche 4 cabine, o una classica versione a 3 dove due però sono a prua. Il piano velico prevede una randa classica senza square top e gli abituali grandi asimmetrici per le andature portanti. La chiglia sarà trapezoidale e pivottante.
www.sailscow.com
Revolution 29
Costruito da Afep Marine, cantiere francese specializzato in imbarcazioni in alluminio custom, il cantiere ha lanciato anche in precedenza un 22 piedi. La firma è di David Raison che è stato uno dei maggiori innovatori sulle prue scow nella classe Mini 650. Una barca da crociera divertente, caratterizzata da un piano velico generoso, prestazioni e manovrabilità di una deriva (grazie alla chiglia mobile è possibile arrivare quasi dappertutto), e costruita con materiali innovativi dai bassi costi di manutenzione. Lo scafo è in alluminio, ed è stato fatto largo utilizzo di… sughero. Il rivestimento della coperta è in sughero: materiale ecologico, anti-scivolo, anti-umidità e, nel contempo, ottimo isolante termico e acustico. Inoltre, per pulirlo, basta munirsi di spazzolone o idropulitrice una volta tanto.
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