Il Registro Telematico annunciato da Toninelli è ancora in alto mare

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Partiamo con una domanda/riflessione stupida.
Secondo voi è meglio fare le cose e poi annunciarle dopo averle fatte oppure annunciare di aver fatto delle cose che in realtà non sono ancora state fatte?

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, allo scorso Salone di Genova, aveva fatto due promesse. La prima era relativa all’arrivo, entro la fine di ottobre, del famoso Registro Telematico, che avrebbe dovuto far sì che tutti i dati delle imbarcazioni immatricolate siano contenuti in un unico archivio computerizzato (proprio come le auto) invece che nei 104 registri cartacei delle varie capitanerie, semplificando la vita di chi va per mare. La seconda annunciava un programma di rilancio degli approdi attraverso la soluzione definitiva del contenzioso sulla retroattività dell’aumento dei canoni demaniali.

Parliamo della prima promessa. Siamo a dicembre e del Registro Telematico non v’è traccia. Anzi, non è del tutto vero: ieri abbiamo ricevuto una nota di UCINA, che sta sputando sangue per far sì che questo accada, dove viene annunciato che il Consiglio dei Ministri ha approvato il regolamento per l’attuazione del Registro. Un avanzamento burocratico verso il registro, ma non certo l’entrata in vigore di questo (che, si legge nel comunicato, potrebbe essere nel gennaio del 2020: speriamo): la palla è ancora nelle mani del governo, che dovrà stilare le regole operative. Altro che ottobre 2018. Siamo ancora in alto mare.

Veniamo alla seconda promessa, quella relativa al programma di rilancio degli porti turistici risolvendo il contenzioso sulla retroattività dell’aumento dei canoni demaniali. A che punto siamo? A giudicare dalla vicenda di pochi giorni fa del Marina di Rimini, che si è visto consegnare dall’Agenzia delle Entrate una maxi-cartella da un milione di euro proprio per l’aumento retroattivo dei canoni, parrebbe che anche qui siamo in alto mare.

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