SPECIALE REFIT – Fai da te o scegli tu | Albero, vele & bulbo

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Novembre, andiamo, è tempo di occuparsi del refit della vostra barca. È l’occasione che aspettano tutti gli “smanettoni” per poter prendersi cura della propria amata: ma attenzione, non dovrete essere necessariamente dei fanatici del fai da te per sporcarvi le mani. Quest’anno potrebbe essere la volta buona per mettervi in gioco e vedere, da soli, che cosa siete in grado di fare…

In redazione abbiamo spremuto le meningi per stilare una lista di lavori il più “capillare” possibile: ma soprattutto, cercando di capire, punto per punto, che cosa potessere essere eseguito anche da un “profano” del refitting e che cosa, invece, fosse riservato ai manutentori più esperti o addirittura richiedesse l’intervento di manodopera specializzata. In questa seconda puntata ci occupiamo di albero, vele e bulbo.

ALBERO, VELE & BULBO. COSA FARE

1. ALBERO. Un controllo all’armo velico è quanto mai opportuno. Per prima cosa bisogna salire in testa d’albero per pulire con alcool o detergente per vetri il profilo e il sartiame e l’eventuale rotaia della randa. Chi salirà dovrà portare con sé un secchio con attrezzi e tutto il materiale occorrente, tra cui il nastro grey tape e uno pezzo di cima con moschettone per lavorare sul sartiame. Andrà verificato lo stato del cavo spiroidale o del tondino, alla ricerca di eventuali trefoli rotti o cricche. Quindi si controllano gli attacchi delle sartie e delle crocette, il fissaggio del windex, dell’antenna VHF e del riflettore radar. Per verificare il corretto funzionamento delle luci conviene lasciare accese le utenze sul quadro elettrico. È un intervento che in teoria potete eseguire da soli, con ovviamente l’aiuto di una persona che vi issa in testa d’albero: ma in porto serve il patentino per il lavori in quota. Per evitare problemi, vi consigliamo di affidarvi a un rigger professionista.

2. BOMA, VANG, ROTAIE E CARRELLI. Le parti da controllare con attenzione sono la trozza del boma, l’attacco del vang, le pulegge di rinvio delle borose e gli attacchi della scotta randa e della balumina. In particolare, date un occhio ai rivetti o le viti che tengono fissata la piastra d’attacco all’albero e i perni dello snodo. Se trovate tracce di ossido intorno alla piastra non tardate a smontarla per verificare lo stato del profilo sottostante: il contatto tra alluminio e acciaio, se non correttamente isolato, crea pericolosi fenomeni di corrosione galvanica. Rotaie e carrelli vanno sciacquati per rimuovere depositi di sale e spruzzati con lubrificante non oleoso. È un intervento che potete eseguire da soli.

3. MASTRA E PIEDE D’ALBERO. Se l’albero è passante verificate lo stato della cuffia che rende stagno il suo passaggio sottocoperta. Quelle in gomma o in neoprene durano poco e forse vi converrà sostituirle. Verificate se le zeppe che mastrano l’albero siano ancora tutte al loro posto. Per il piede d’albero, valgono le stesse raccomandazioni fatte al punto precedent e riguardanti sulle tracce di ossido. È un intervento che potete eseguire da soli, salvo l’eventuale corrosione del piede d’albero per la quale conviene affidarsi a specialisti.

4. REGOLAZIONE SARTIAME. La regolazione del sartiame va eseguita in navigazione. Ci si mette in bolina e si recuperano eventuali imbandi delle sartie alte sottovento. Poi si vira e si ripete l’operazione sul bordo opposto. Le basse sottovento devono avere un sempre po’ di imbando. È un intervento che potete eseguire da soli.

5. VELE. Dopo averle lavate solo con acqua, vanno controllate le cuciture (o le zone d’incollaggio), gli occhielli, il gratile e il meolo, le tasche delle stecche e la tavoletta della randa. È un intervento che potete eseguire da soli, ma per riparazioni di una certa importanza, meglio affidarsi a una veleria.

6. BULBO. Se il bulbo è molto arrugginito occorre riportare il metallo a nudo. Il lavoro, lungo e faticoso, va eseguito con la discatura. Dopodiché si applica un ciclo protettivo epossidico. Si possono anche fare lavori parziali solo nelle zone più arrugginite. E’ un intervento che potete eseguire da soli, essenziale è proteggersi con mascherina, guanti, cappello e occhiali.

 

SPECIALE REFIT 1 / SCAFO E COPERTA

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Torna in alto