Storie dalla Route du Rhum – INTERVISTA Thomas Coville: “Siamo alle Olimpiadi della vela oceanica”
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Thomas Coville è uno dei protagonisti di questa Route du Rhum (3.542 miglia in solitario da Saint Malo a Pointe-a-Pitre, in Guadalupa) con il suo maxi-trimarano Sodebo, in Francia è una superstar della vela, ha vinto la Volvo Ocean Race, la Transat Jacques Vabre e fino all’anno scorso deteneva il primato di solitario più veloce intorno al mondo (49 giorni, 3 ore, 7 minuti e 38 secondi).
Lo abbiamo “bloccato” dopo il briefing meteo nell’auditorium di Saint Malo per fare il punto sulla regata (lui è alla sua quinta partecipazione, e nel 1998 l’ha vinta) e scambiare quattro chiacchiere. Quest’anno il record di percorrenza della regata, stabilito da Loick Peyron nel 2014 (7 giorni, 15 ore, 8 minuti e 32 secondi) potrebbe cadere facilmente visti i forti venti che aspettano i 123 solitari…
Thomas, siamo freschi di “briefing” ma lo chiediamo a te… Che condizioni ci saranno?
All’inizio le condizioni saranno buone, per garantire una partenza spettacolare. Ma appena avremo lasciato la Bretagna, sarà dura, molto dura. Ci sarà una prima bassa pressione aggressiva, poi dovremo essere veloci, molto veloci per fuggire alla seconda depressione, che si annuncia davvero “tosta” e che sarà la prima vera depressione invernale che interesserà l’Europa. Per noi potrebbe essere facile uscirne, ma non per gli altri ragazzi (ndr: se gli Ultim, velocissimi, in grado di fare 40 nodi e oltre, potrebbero scamparla, lo stesso non si potrà dire delle altre classi in gara, soprattutto dei Class 40 e dei Rhum Mono. Si parla di venti fino a 50 nodi e onde di 8 metri). Ci vorrà grande intelligenza strategica nella scelta della rotta.
Che cosa ti aspetti da questa Route du Rhum?
Il bello di questa regata è che… tutto può succedere. Ed è per questo che è così famosa. Devi prevedere al meglio le condizioni meteo, ci vuole marineria, bisogna conoscere a menadito la propria imbarcazione. Sarà una lunga battaglia (ndr: con gli altri Ultim in gara. Soprattutto Banque Populaire IX di Armel Le Cleac’h, Idec Sport di Francis Joyon, Macis di Francois Gabart e Edmond de Rothschild di Sebastien Josse), e credo che noi potremo dire la nostra.
Cosa rappresenta, per te, questa regata?
Per me è qualcosa di molto profondo. Sono nato qui vicino (a Rennes, ndr), oggi mio figlio è qui con me ad accompagnarmi. Per me la Route du Rhum è un motivo di crescita. Un’occasione che mi rende più forte e “navigato”. E’ un appuntamento fisso nella mia vita. E visto che si tiene ogni quattro anni, io le considero le Olimpiadi della vela oceanica.
Tu sei un grande navigatore solitario, tra i più veloci al mondo. Quali sono i tuoi velisti “preferiti”?
Peter Burling è uno dei velisti più “ispirati” del momento. Ha dimostrato grandi numeri alle Olimpiadi, all’America’s Cup e secondo me sarà anche un grande marinaio d’altura…
E i “classici”? Moitessier, Tabarly?
Io sono uno che è abituato a “guardare avanti”. Loro mi hanno ispirato molto, ma non ci sono più. Sono la mia base, la mia storia, ma io mi guardo in giro. C’è Ben Ainslie, che stimo moltissimo. Al giorno d’oggi, molto più di allora, è difficilissimo mettere su un progetto vincente: non devi essere soltanto capace di raccogliere soldi, non devi essere solo un manager, non devi avere solo altissime competenze tecniche. Devi essere tutto questo, contemporaneamente.
Cos’è per Thomas Coville la vela?
La vela è uno sport fondamentale perché crea un movimento, muove la società. Basta vedere come velocemente si stiano evolvendo la Coppa America e la vela oceanica: a questi livelli, la vela è uno specchio dello stato della tecnologia, non solo velica. E’ per questo che la amo.
E.R.
LA PRIMA PARTE DI INTERVISTA (IN INGLESE)
QUALI SONO I VELISTI PREFERITI DI COVILLE? (IN INGLESE)
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