FOTO e VIDEOREPORTAGE Rapallo è un cimitero di barche!
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L’immagine che abbiamo scelto per l’apertura è emblematica della furia che si è abbattuta nel golfo del Tigullio a partire da ieri sera. Ritrae quel che rimane del Baltic 55 DP “Alligator”, in passato appartenuta alla famiglia Bassani (a proposito, grazie agli esperti che ci hanno aiutato nell’identificarla: Federico Rapuzzi e Piero Platone) sotto il Castello di Rapallo.
La cittadina ligure è in assoluto la più colpita da quello che è da considerarsi un vero e proprio uragano (e che ha interessato tutta la costa tirrenica e non solo: undici i morti, un velista disperso in Calabria). Vento da Scirocco oltre i 60 nodi e onde altissime, anche di 9 metri, hanno distrutto parte della diga foranea del porto turistico Carlo Riva, spazzando via le imbarcazioni.
Rapallo e il suo lungomare sono un cimitero di barche. A vela, a motore, megayacht, piccoli gozzi di pescatori. Le foto della prima gallery apocalittica che vi mostriamo sono di Enrico Bavestrello.
GUARDA GLI SCATTI DI ENRICO BAVESTRELLO

Sul posto c’era anche il nostro Bacci Del Buono: “Quando sono arrivato stamattina c’era tantissima gente al lavoro: Guardia Costiera, Protezione Civile, cittadini. Belin ragazzi, un delirio impressionante. La potenza del mare ha causato l’indescrivibile. Tutti i testimoni con cui abbiamo parlato, velisti e marinai che hanno vissuto anche la mareggiata del 2001, affermano di non aver mai visto qualcosa di così… pazzesco.
Cosa è successo? Ieri pomeriggio, dopo il crollo della diga del Porto Carlo Riva, la marina più esterna per intenderci, il mare ha cominciato a filtrare all’interno del porticciolo strappando dagli ormeggi sia le imbarcazioni più grandi che le più piccole. Queste ultime sono affondate o sono state scaraventate sulle strade della cittadina o all’interno della marina. Quelle più grandi hanno letteralmente investito tutte le barche che si trovavano tra loro e la spiaggia, per poi arenarsi sulla sabbia.
Ad occhio vi posso dire che ci sono almeno 20-25 grandi yacht, 4-5 barche a vela, tra cui due affondate. Sulle piccole sono in difficoltà perché non è possibile fare stime. Ci sono pezzi di barca ovunque, stralci di vetroresina strappati, serbatoi, accessori”.
IL VIDEOREPORTAGE DA RAPALLO
Poi ci sono le storie che ci hanno raccontato. Come la notte di terrore per una ventina di marinai a Rapallo, che trovandosi a bordo degli yacht ormeggiati nella porzione più a mare del Carlo Riva, sono rimasti isolati a seguito del crollo della diga foranea e per non essere travolti dalle onde si sono legati ai pali della luce facendo cordata, per poi essere soccorsi e ricoverati in ospedale, alcuni a rischio ipotermia.
Danni anche a Santa Margherita, a Sestri Levante e nel resto del Tigullio: Portofino è isolata, è crollata la strada di collegamento con Santa Margherita, il famoso Covo di Nordest è stato letteralmente spazzato via. Tempesta che ha coinvolto, con danni di minor entità, anche il resto della Liguria. (E.R.)
In questa gallery le altre immagini che ci sono pervenute (grazie a Lidia Comunian, Gianluigi Ferrari, Rinaldo Santi, Alessandro Cocchieri e molti altri), dal Tigullio alla Liguria di Ponente.
Qui i primi video della tempesta
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2 commenti su “FOTO e VIDEOREPORTAGE Rapallo è un cimitero di barche!”
Non ho parole…. tanta amarezza e voglia di aiutare
Disastroso e drammatico .. per capire meglio il dramma sarebbe utile poter recuperare dei video che facciano capire esattamente il momento della rottura delgi ormeggi. Mentre abbiamo a disposizione numerosi video della mareggiata prima e durante il crollo della diga , non ne ho visti altri che possano aiutare far capire la dinamica dei diversi spiaggiamenti.. abbiamo poi molti video dopo il grande dramma… se qualcuno metesse a disposizione un “durante” potrebbe favorire l ‘analisi dell’ accaduto .. questo NON risolve certamente il dramma , ma potrebbe aiutare a capire come evitare in futuro.. la rottura simultanea di tutti quegli ormeggi , di imbarcazioni gestite da personale professionista , nonostante le condizioni certamente proibitive fanno riflettere.