Mamma ho perso l’aereo… ma sono riuscito a provare il Lagoon 46!
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Il viaggio-odissea del nostro collaboratore per provare il nuovo cat Lagoon 46 a La Rochelle (e non solo): alla fine, ne è proprio valsa la pena!
Ero in Irlanda in vacanza con gli amici, quando mi arriva la chiamata dalla redazione: “Lagoon ci ha invitato a provare il loro nuovo catamarano da crociera, il Lagoon 46…”, “Dove?” rispondo io. “A La Rochelle, in Bretagna, vuoi andare tu? Partenza dopodomani”. Senza pensarci mezzo secondo ho accettato con un “Ma certo!”. Cosa può volere di più un velista se non andare nel tempio della vela, con la prospettiva di fare due bordi in oceano?!
IL VIAGGIO INIZIA MALISSIMO
Bene, questo è stato l’incipit del mio viaggio alla scoperta del nuovo Lagoon 46, viaggio non senza imprevisti, stancante ma… se lo rifarei?! Decisamente si! Ore 01:30, Galway, Irlanda. Mi metto in viaggio alla volta di Dublino. Alle 6:30 parte il mio volo per Nantes, quindi sono tranquillo. Peccato che dopo 20 km mi ritrovi imbottigliato in una coda che neanche sulla Salerno-Reggio Calabria! Ciao ciao volo!
L’unico mio pensiero durante quelle 9 ore di ricerca matta e disperatissima di un volo sostitutivo era che non potevo perdere l’occasione di navigare in un posto che per tutti quelli che di vela sono “malati” ė sacro!!! La mia determinazione ha avuto la meglio e alle 18:00 atterro a Bordeaux. Da lì a La Rochelle a questo punto è solo questione di poco. Ce l’ho fatta!
L’indomani mattina, io e alcuni colleghi veniamo accolti nella hall dell’albergo da tutto il team Lagoon che ci intrattiene con la presentazione del nuovo catamarano di 46 piedi: e finalmente, dopo un pranzo passato a confrontarmi con i francesi circa la possibilità di una futura applicazione dei foil nella vela per tutti, arriva il momento di muoverci verso il porto: si va in barca…
IN NAVIGAZIONE SUL LAGOON 46
Appena arriviamo al pontile il tempo naturalmente peggiora. Comincia a piovere e sparisce il vento ma gli ormeggi vengono comunque lasciati. Per fortuna la barca è estremamente spaziosa e tutti passiamo la prima parte della prova a goderci la possibilità interna del mezzo.
Partendo dai letti queensize (misure da casa), passando per all’ampiezza incredibile dei bagni e delle docce, tanta possibilità di stivaggio e arredi curati nei minimi particolari. Anche all’esterno non è male per nulla. Impavidi contro la pioggia raggiungiamo il comandante sul fly deck dove noto da subito un’ottima disposizione dei rimandi delle manovre. Sono tutte disposte vicino alla timoneria, che a sua volta è stata spostata a centrobarca. Questo rende la conduzione in solitario facile e sicura.
Purtroppo anche le condizioni del vento sono avverse alla nostra prova. Con picchi massimi di 6 nodi, l’unica possibilità che abbiamo ė di armare il code zero che, naturalmente in andature portanti, ci spinge fino a 5/6 nodi di SOG (Speed Over Ground).
Riavvolgiamo il frullone, ammainiamo la randa e si comincia con la prova a motore. La sensazione al timone è strana: per rendere agevole l’ispezione dei motori e recuperare spazio all’interno dell’imbarcazione, i motori sono stati messi poppavia alla timoneria la quale è stata avanzata più verso centrobarca (questo rende la risposta degli scafi un po’ lenta).
Ovviamente troverete la prova completa nei prossimi numeri del Giornale della Vela.
Qui i numeri della barca:
Lunghezza fuori tutto 13,99 m
Larghezza fuori tutto 7,96 m
Pescaggio 1,3 m
Dislocamento 16,6 t
Superficie della vela di bolina 140,1 m²
Randa 87 m²
Motorizzazione std 2 x 45 o 2 x 57 CV
Serbatoi Carburante 2 x 520 l
Capacità acqua dolce 2 x 300 l
Posti letto da 6 a 12
LA VISITA IN FABBRICA
L’indomani mattina si parte alle 8:00 alla volta di alcuni siti dei cantieri Beneteau, in particolare quelli preposti alla produzione Lagoon, a Belleville e Poiré (ricordiamo che il colosso Beneteau, nel 1996, con l’acquisizione di Jeanneau, si assicurò anche il marchio Lagoon).
La visita è impressionante. I capannoni sono immensi. Ne ho visti di cantieri nella mia vita ma questo sembra una catena di produzione automobilistica!
Tutto è ponderato al millimetro, nulla è lasciato al caso. Una barca ogni 5 ore viene ultimata, e l’attenzione ad ogni particolare di produzione e massima. Abbiamo fatto un tour lungo tutta la catena di produzione, facendoci spiegare la loro metodologia costruttiva, le tecniche usate per la laminazione, parlando con operai e responsabili per toccare con mano il mondo Lagoon: è qui che nascono i catamarani da 38 a 46 piedi.
GUARDA LA GALLERY DEL LAGOON 46
Il volo da Parigi delle 18:30 mi impone di abbandonare la visita al secondo sito di capannoni Beneteau, sito nel quale vengono costruiti oltre che i multiscafi Lagoon anche alcuni monoscafi Beneteau e Jeanneau.
“Tornerò sicuramente con più calma, perché l’universo Beneteau merita di essere esplorato nei minimi dettagli”, penso sulla via verso casa. Alle 2:30 del mattino finalmente tocco il letto, stanco e scombussolato ma col sorriso sulle labbra l’odore di resina nelle narici e il suono delle onde dell’oceano che ancora rimbomba in tutta la mia piccola stanza. www.cata-lagoon.com/it
Bacci Del Buono
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