Ai soldi e al sogno americano, Raffaella e Richard hanno preferito una barca a vela. E non tornerebbero mai indietro!

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Nascere in un piccolo paese nella provincia di Varese, trasferirsi negli States alla ricerca del sogno americano per poi mollare tutto e salpare su una goletta d’acciaio di 15 metri alla scoperta del mondo
. Questa è la storia di Raffaella Saggin, che con il marito Richard Murphy e i due figli, Sebastian (11 anni) e Matthew (9) ha deciso di cambiare radicalmente vita. Quello che doveva essere un anno sabbatico nel segno della vela si è trasformato in un viaggio senza fine. Ecco come è stato possibile.

Raffaella e Richard alle Grenadine

LA SPLENDIDA STORIA DELLA FAMIGLIA DI SAILING SABBATICAL

“Ciao a tutti,

mi chiamo Raffaella: sono nata e cresciuta in un piccolo paese in provincia di Varese e da 16 mesi sono in viaggio in barca a vela nei Caraibi con mio marito Richard e i nostri due bambini, Sebastian di 11 anni e Matthew di quasi 9. Vi racconto cosa ci ha portato a fare una scelta che ai più può apparire alquanto “strana”.

Per diversi anni abbiamo approfittato di ogni giorno di vacanza per andare in barca a vela in posti incantevoli in Europa (Inghilterra, Francia, Italia, Spagna), Stati Uniti e Caraibi. Ogni vacanza, seppur favolosa, ci lasciava sempre con un po’ di amaro in bocca! I giorni in barca sembravano sempre pochi, avevamo voglia di continuare a navigare per scoprire il prossimo porto o la prossima baia e la vita in uno spazio così ridotto ci sembrava molto più semplice di quella a terra.

QUEL DESIDERIO SEMPRE PIU’ FORTE…
Per anni siamo andati avanti a parlare del desiderio di mollare tutto per vedere il mondo in barca a vela. Abbiamo aspettato pazientemente che i bambini crescessero un po’ e nella primavera del 2016 io e Richard ci siamo parlati e abbiamo ammesso di essere stanchi e quasi demotivati della vita che conducevamo. La bella casa americana con grande giardino era più un peso che una gioia e i ritmi frenetici del lavoro e le attività dei bambini non ci consentivano di passare abbastanza tempo insieme.

Nel giugno del 2016 abbiamo deciso di staccare la spina e di prenderci un anno di congedo dal lavoro per viaggiare in barca a vela dal nord America ai Caraibi. Una volta presa questa decisione radicale, abbiamo passato un anno a organizzare il nostro viaggio. C’erano tanti dettagli di cui occuparsi e tanti dubbi da risolvere ma la nostra esperienza lavorativa ci ha aiutato a organizzare tutto quanto e a dividere bene i compiti. Le decisioni più impegnative sono state la scelta della barca e l’educazione dei bambini, ma l’attività in assoluto più stressante è stata la vendita della casa.

LA SCELTA DELLA BARCA
Prima di tutto avevamo bisogno di una barca a vela costruita e attrezzata per la navigazione offshore o in mare aperto. La mia unica richiesta era che la nostra nuova casa avesse tre cabine in modo che i nostri bambini avessero la propria camera e il proprio spazio. Mio marito dopo aver letto vari articoli e libri si era impuntato di voler comprare una barca in acciaio per la sua stabilità e sicurezza, soprattutto per la navigazione in luoghi con molte barriere coralline.

La nostra scelta dipendeva però ovviamente anche dal nostro budget, un budget sufficientemente ridotto da giustificare una “nuova” casa per solo 12 mesi. Sono iniziate le ricerche e dopo un po’, nelle bellissime isole de la Madeleine in Quebec (Canada), abbiamo trovato la nostra nuova barca: Numada.

Numada è una goletta in acciaio di 15 metri di lunghezza, 4.5 metri di larghezza e 20 tonnellate di peso. È stata costruita in Quebec nel 1981 da un architetto nautico franco canadese. All’attivo già aveva parecchie traversate in mare aperto, dal Canada alla Francia e ai Caraibi. Numada aveva decisamente tutto l’occorrente! Era già attrezzata con pannelli solari e turbina eolica per produrre energia elettrica, serbatoi molto capienti per l’acqua e il gasolio e molti tipi di vele adatte a navigare sia con venti leggerissimi che molto forti. Il nome Numada poi ci è piaciuto da subito e abbiamo deciso di mantenerlo! Numada significa amico/amica nella lingua indigena garifuna dell’Honduras dove il vecchio proprietario aveva vissuto per 12 anni.

L’EDUCAZIONE DEI BAMBINI
Una volta comprata la barca ci siamo focalizzati sull’educazione dei nostri figli ovvero la scuola in barca. Devo dire che per novelli come noi scegliere i libri e il materiale scolastico giusto è stato intimidatorio. Si possono trovare tante opzioni più o meno costose in Internet, incluse scuole private a distanza che oltre ad avere prezzi elevati richiedono una buona connessione Wifi tutti i giorni. Io e mio marito alla fine abbiamo optato per dividerci le materie in base alle nostre capacità, predisposizioni e preferenze e abbiamo deciso di seguire vari programmi scolastici internazionali a seconda della materia: per esempio abbiamo scelto la Singapore Math per matematica e scienze.

COME LIBERARSI DI TUTTO O QUASI
Ci siamo posti un budget da raggiungere e abbiamo iniziato a sbarazzarci di tutto “il di più”: casa, arredamento, auto, abbigliamento, ecc. Abbiamo apprestato una vendita nel giardino della casa, proprio come si vede nei film americani, e collaborato tutti insieme alla migliore riuscita dell’operazione “pulizia vs budget”! Un processo devo dire veramente liberatorio e catartico che consiglio di provare.

In Canada

L’INIZIO DELL’AVVENTURA
Nel giugno del 2017 la nostra avventura è iniziata! Eravamo ovviamente molto stanchi, un po’ dubbiosi ma anche molto eccitati, e soprattutto assai desiderosi di iniziare a vedere il mondo. Abbiamo trascorso il mese di giugno nelle isole della Madeleine a bordo di Numada. Tutto il mese lo abbiamo dedicato a preparare la barca per il nostro viaggio e il 2 luglio del 2017 abbiamo lasciato il porto sicuro alla volta della “nuova vita” dando ufficialmente il via al nostro viaggio.

Da luglio a fine ottobre abbiamo navigato in Canada attraversando Quebec e Nuova Scozia, siamo arrivati negli Stati Uniti passando dal Maine le navigato ungo la costa atlantica fino alla Virginia. È stato davvero molto emozionante arrivare a New York e passare sotto il mitico ponte di Brooklyn a bordo di Numada. A inizio novembre 2017 abbiamo partecipato alla Carib 1500 (traversata di 1500 miglia, ovvero circa 2400 chilometri in mare aperto dalla Virginia alle Isole Vergini Inglesi organizzata dal gruppo Arc) e a metà novembre siamo finalmente arrivati nei Caraibi dove abbiamo iniziato a visitare tante isole da sogno! Strada facendo abbiamo incontrato persone meravigliose, condiviso favolosi paesaggi ma soprattutto passato momenti indimenticabili insieme ai nostri bambini.

L’occasione da “una volta nella vita” era da condividere e così ho aperto il blog Sailing Sabbatical, che è più di un diario di viaggio, è la condivisione di un’avventura davvero ricca interiormente e umanamente, ed è anche un modo per far sapere ai nostri cari che tutto va bene e che stiamo bene. Abbiamo anche un profilo Instagram #sailingsabbatical perché sono convinta che a volte le immagini dicano molto più delle parole.

LA SCELTA PIU’ RADICALE: MAI PIU’ A TERRA
E adesso dove siamo? Un anno è passato! Avremmo dovuto concludere l’anno sabbatico nel giugno del 2018 e invece??? Ebbene sì viviamo ancora su Numada e non in una bella casa con un grande giardino. Questo viaggio ci ha cambiato radicalmente! Con grande naturalezza abbiamo deciso di non ritornare alla vita di prima ma di reinventarci strada facendo. Numada adesso è ormeggiata all’ancora a Grenada, una bellissima isola “speziata” a sud dei Caraibi. Siamo arrivati qui a luglio, cercando rifugio durante la stagione degli uragani, e ci siamo talmente innamorati di quest’isola e della gentilezza e bontà dei suoi abitanti da decidere di fermarci per un po’. Quanto sia questo “un po’” ancora non lo sappiamo…

Prossima puntata della famiglia di Sailing Sabbatical….la scoperta delle isole della Madeleine.

Raffaella Saggin

www.sailingsabbatical.com

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5 commenti su “Ai soldi e al sogno americano, Raffaella e Richard hanno preferito una barca a vela. E non tornerebbero mai indietro!”

  1. Basilio Mangialavori

    La vostra è stata un’iniziativa assai coraggiosa e molto formativa per i vostri bambini.
    Lasciare tutto per intraprendere un’avvenatura affascinante, ma anche rischiosa, non è stato facile. Quindi, tantissimi complimenti.
    Seguirò con grande interesse i vostri racconti/articoli.

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