E se le barche senza patente arrivassero a 12 metri? L’idea del ministro Toninelli
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Dal primo giorno del Salone di Genova operatori e appassionati di nautica, escono ottimisti. Sono tante le misure in favore del comparto annunciate dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli e dal viceministro Edoardo Rixi. Staremo loro col fiato sul collo per vedere se quanto dichiarato si tramuterà in fatti concreti.
NATANTI FINO A 12 METRI
Prima, notizia bomba: è al vaglio l’ipotesi, ha detto Toninelli, l’ipotesi di estendere da 10 a 12 metri i natanti, ovvero le barche non immatricolate (e “senza patente”, con motorizzazioni inferiori ai 40 CV), per dare ossigeno al settore e avvicinare ancora più persone alla nautica.
REGISTRO TELEMATICO ENTRO OTTOBRE
Poi, Toninelli e Rixi hanno annunciato come certo l’arrivo, entro ottobre, dell’ormai famoso registro telematico delle imbarcazioni (QUI avevamo sollecitato il Ministro), che dovrebbe far sì che tutti i dati delle imbarcazioni immatricolate siano contenuti in un unico archivio computerizzato (proprio come le auto) invece che nei 104 registri cartacei delle varie capitanerie.
RILANCIO DEI PORTI
I due hanno poi annunciato un programma di rilancio degli approdi attraverso la soluzione definitiva del contenzioso sulla retroattività dell’aumento dei canoni demaniali, facilitazioni per chi investe nel green e la volontà di istituire una scuola per comandanti da diporto tipo quelle anglosassoni.
NAUTICA IN CRESCITA
Oltre alle promesse, sono arrivati anche dei (buoni) numeri. Lo studio di UCINA Confindustria Nautica conferma la crescita del comparto nautico, che ha un fatturato di 3,9 miliardi di euro, un 12,8% in più rispetto allo scorso anno. E il mercato, in Italia, ha visto un’incremento del 15,4 %. Buone notizie anche dal mondo dei leasing: le banche hanno “aperto i rubinetti” facendo registrare una crescita delle concessioni del 58%.
Abbiamo ascoltato le promesse dei ministri, i numeri positivi, ci siamo guardati intorno al Salone di Genova e siamo rimasti colpiti da tutte le barche e le novità di cui è ricco. Siamo fiduciosi, anche se ci sono alcune nuvole all’orizzonte, come la guerra dei dazi lanciata da Trump, che preoccupa gli operatori italiani che hanno quote di esportazione rilevanti sul mercato statunitense.
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11 commenti su “E se le barche senza patente arrivassero a 12 metri? L’idea del ministro Toninelli”
L’estensione a 12 metri mi sembra una buona idea. Rivitalizza il settore tenuto anche conto che un 10 metri moderno è grande il doppio di un 12 di venti anni. Aprirebbe l’accesso al mkt del nuovo e dell’usato.
Il titolo è palesemente sbagliato in quanto già ora il 12 è esente a certe condizioni. Come il 24 del resto.
Evviva per il Ministro Toninelli 5 stelle. Ma lo statuto di natante con il senza patente fino a 12 metri solo per la vela date le indubbie qualità ecologiche e di sicurezza di questo tipo di nautica.
Natante 12 metri qualcuno mi potrebbe spiegare il vantaggio? In teoria Con un Natante non potrei andare all’estero perché mi richiederebbero i documenti di immatricolazione, ma ci sono tanti natanti che ci vanno lo stesso. in teoria non potrei uscire dalle 12 miglia, anche perché anche se il natante fosse omologato senza limiti, non avrei bandiera e quindi non potre navigare in acque internazionali, ma molti lo fanno lo stesso.
Fino ad ora mi sono chiari solo 2 concetti
O cerchi di stare in regola, Rina zattera razzi cassette pronto soccorso strane, bollino blu ecc.
O ti affitti la tua propria barca intestata ad altri all’estero.
Lo trovo molto triste
Nella mia testa le semplificazioni potrebbero essere ben altre e tutte le barche dovrebbero essere registrate telematica mente come le auto, limitate solo dalle rispettive omologazioni. Natanti solo per derive e piccoli Tender
Ma cosa c’entra la qualificazione di natante con la patente?? Almeno voi giornalisti fate divulgazione corretta, ve ne prego!! Che già combattiamo quotidianamente con l’ignoranza di istruttori di scuole di vela, noleggiatori e spesse volte persino con le forze dell’ordine che non sanno che in Italia senza patente puoi già portare IMBARCAZIONI fino a 24 metri (entro le 6miglia, sotto i 40cv e oltre i 18 anni)!!
Esatto. Sono stupito anch’io che una rivista specialistica continui a scrivere castronerie di questo tipo. Penso invece che molti proprietari di 12 metri siano stufi di pagare balzelli derivanti dallo status di imbarcazione e che la declasserebbero volentieri a natante.
È una vergogna. Tempo fa hanno fatto un articolo proprio su questo e io avevo scritto alla redazione specificando che sbagliavano. Non mi hanno nemmeno cagato nonostante io avessi specificato le mie importanti qualifiche e referenze
Che cazzate che scrivete!!! Cosa c’entra la patente con la lunghezza???
Comunque è una stupidaggine portare i natanti a 12m, 7,5 era poco ma ora 10 è più che sufficiente.
Ora è 24 per la precisione.
Non. Vorrei andare controcorrente ma io instaurerei obbligatoriamente il possesso della patente nautica al,pari delle patenti A motocicli per chi naviga entro le 6 miglia e B autoveicoli per le imbarcazioni oltre le 6 miglia. Questo per insegnare l’ ABC ed educare chi crede che il mare non abbia regole, di poter approdare in spiaggia a motore o che esistono le precedenze oppure che si avvicinano alla barca con esposto la bandiera del subacqueo e il limite di velocità o il zigzagare tra le barche ormeggiate in rada ecc .ecc. Non sarà sicuramente questo che risolve ma forse si riuscirà a sensibilizzare ed a educare al rispetto del mare …….
Opinione di Mauro.
L’ennesima imposizione della solita lobby. Tanto le sanzioni all’Europa le pagano i lavoratori Italiani, e se non erro, le paghiamo dal 18 dicembre 2010. Quale potrebbe essere il risultato della cos’ì astuta mossa dell’Onorevole Ministro Toninelli:
– Benefit (sotto intesi). Aumenteremo le vendite dei famosi 40 (60) cavalli, e se passa (ma non passerà) anche le venite di natanti fino a, udite udite 12 metri.
Risolleveremo il PIL.
– Deficit (nascosti). Aumenteremo si le entrate ma per i soliti pochi, è già accaduto con grossi gruppi, la sicurezza del lavoratore, tanto dipendente quanto autonomo, di percepire il compenso per il proprio operato non esiste più.
Visto la tendenza degli ultimi anni, si produrranno una quindicina di decessi in più, e mi riferisco al solo Adriatico.
Aumenterebbero gli irrispettosi cafoni che sfrecciano a 30 nodi con il 40 (60) cavalli a 10 metri da una Alfa o da una sub, tanto quanto dall’incrociare un unità che naviga a vela e passarle di prua.
Aumenterebbero le richieste d’intervento per le SAR, di conseguenza aumenterebbero regole e regolamenti ristrettivi.
– La Beffa (nota ai pochi che si sfregano già le mani). Quando L’Europa ci imporrà sanzioni troppo alte e dovremmo istituire i famosi patentini dai 7 ai 40 cavalli e comunque obbligo di patentino o patente per unità superiori ai 2,80 metri LF, tutto quel ben di Dio venduto non varrà più nulla o poco più di nulla.
E’ questo che mi spinge a scrivere, ma noi che navighiamo, come facciamo a non capire che stanno facendo marketing?
Quella che veniva definita l’Arte della Navigazione, la stessa cultura che ne derivava apprendendola, e quindi il rispetto, l’approccio umile al mare, la comprensione per la risorsa che rappresenta; tutti valori alla quale verremmo indirizzati frequentando un buon corso per ottenere: l’Abilitazione al Comando, (al secolo patente nautica) che verrebbero e per l’ennesima volta considerati vetusti dall’Onorevole di turno. Che non sappia di cosa sta parlando, è per i marinai ovvio. Ma cos’è, nelle Università Italiane, insegnano il non rispetto per la tradizione e la cultura nautica? Se così non sarebbe, immagino che l’Onorevole Ministro seguirebbe solamente le direttive impostogli dai suoi superiori. A beh certo, posso anche sbagliarmi, ma mi si spieghi dunque cosa e sopratutto chi ne trarrebbe giovamento, ma lo si faccia con ampia visione, considerando tutti gli aspetti, non ultimo l’impatto ambientale. E per favore smettiamola con il miraggio del profitto a breve, che a ben guardare…. Non entro in merito per il discorso “natanti”, che ricordo: non hanno diritto di esporre bandiera. A loro è solo “concesso”. Sarei curioso di sapere quanto il popolo Italiano ha sborsato per far si che i “natanti” potessero continuare ad entrare nella acque Francesi, credo un’altra operazione dell’allora Presidente Renzi. Ma abbiamo la memoria corta? Ora che ci penso, non sarà che I’ex Presidente, non riuscendo a pagare quanto pattuito ai Francesi, affinché i nostri natanti Italiani(?) possano continuare a navigare nelle loro acque territoriali, abbia poi ripiegato svendendo o regalando il tratto di mare, oltre alle territoriali, riconosciuto dalle Convenzioni Internazionali indette dall’IMO, come zona contigua di sfruttamento a favore della Sardegna? Non dimentichiamo che dai tempi li pescavano esclusivamente i pescatori Sardi, e ora le motovedette Francesi li sequestrano. Qui, la gatta ci ha covato e ci cova ancora.