TEST: RS 21 Una grande “deriva” a chiglia. Con tante soluzioni furbe
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“Qua a Venezia funziona così: c’è uno che dispone della licenza per le barche-taxi e che la mette a disposizione di un armatore che ci mette la lancia, e poi ci siamo noi, gli ‘autisti’, che fanno il servizio. Volevi sapere quanto costa la licenza? Ostregheta, meglio che non te lo dica!”. A raccontarmi l’intricato mondo dei barcatassisti veneziani è il ragazzo che fa spola con la barca tra Piazza San Marco e l’Isola di San Giorgio, dove c’è la sede della mitica Compagnia della Vela.
Lì mi aspetta il nuovissimo RS 21, l’ultima barca a chiglia (6,34 m di lunghezza) di RS Sailing: le barche a chiglia non sono mai state il “core business” del cantiere inglese (che, è bene ricordarlo, è il più grande produttore di piccole barche e derive al mondo, con una media annua di 2.500 imbarcazioni sfornate e un fatturato di 12 milioni di euro), per cui sono molto curioso di toccare con mano che cosa si sono inventati.
“Non escono mai con una nuova barca”, mi racconta Aldo Rinaldi di RS Sailing Italia mentre mi accoglie alla Compagnia della Vela, “se non sono sicuri che sia davvero innovativa. La loro filosofia è semplice: se esco con un prodotto che segue il trend del mercato, non aggiungo nulla e rischio di fare flop”. Un modo di pensare che paga: basti pensare il clamoroso successo dell’RS Feva, dell’Aero e dei buoni risultati di vendite dei più recenti Cat 14 e Zest.
PER DISTINGUERSI
La barca mi attende ormeggiata al molo: è vero che si tratta di una barca a chiglia (sollevabile), con tanto di motore elettrico a scomparsa (opzionale), ma quello che vedo è un (bel) derivone. Mi colpisce la forma dello scafo e le grandi svasature sulle murate in stile Hugo Boss. “E’ il risultato dell’accoppiamento degli stampi” mi raccontano i ragazzi inglesi del cantiere: “volevamo una barca che si distinguesse dalle altre, anche dal punto di vista estetico”.
Prima di descrivervelo nel dettaglio, va detto che l’RS 21 è disponibile in due configurazioni, quella Race, più sportiva (che ho provato), e quella Club, pensata soprattutto per le scuole di vela. La differenza sta nell’armo: vele in Mylar siglate North Sails, con gennaker di 5 quadri più grande per la versione Race, gioco in Dacron, gennaker frazionato e la possibilità di montare anche lo spinnaker per la Club. L’albero è in carbonio.
E ora veniamo ai dettagli che mi sono piaciuti:
BARRA DEL TIMONE
La barra del timone è corta e bassa per permettere al timoniere di scavalcarla in strambata: anche in virata l’ho provata ed è comoda e agevole.
GAVONE
Il portello del gavone di poppa crea una superficie d’appoggio per il timoniere nelle andature portanti. La sua altezza migliora il volume dello spazio interno
SOSPENDITA SINGOLA
E’ situata in posizione centrale in modo che l’intera barca armata possa essere sollevata velocemente ed in sicurezza.
BOCCAPORTO DI PRUA
Il boccaporto di prua incassato consente al bompresso di rientrare completamente. E’ inserito nella coperta e consente il drenaggio dell’acqua su entrambi i lati. All’interno del pavone di prua trova spazio la batteria del motore elettrico (opzionalmente due)
BOMPRESSO LUNGO
Davvero lungo il bompresso, per aumentare l’esposizione al vento del gennaker e ottenere più spazio tra la bugna e lo strallo del fiocco per facilitare il passaggio del gennaker in strambata. Abbiamo abbattuto diverse volte tra le briciole veneziane e in effetti il gennaker passa che è una meraviglia.
CANDELIERI REMOVIBILI
Una soluzione che consente di sovrapporre le barche per il trasporto se necessario: in un container ci possono stare ben sei scafi infilati uno dentro l’altro! Ottima idea per ridurre eventuali costi di trasporti in ottica regate.
DOPPIA TORRETTA DELLA RANDA
Questo è uno dei particolari che più mi ha interessato: il circuito randa termina con una doppia torretta, per consentire la regolazione della randa sia al timoniere che all’equipaggio. Una vera comodità ad esempio con vento forte o quando c’è da cazzare velocemente la randa ai giri di boa. Anche lo strozzatore del paterazzo è posizionato davanti al box centrale per essere regolato da tutto l’equipaggio: questa soluzione mi è piaciuta meno perché secondo me è il timoniere che ha più degli altri il polso della situazione riguardo al passo della barca e deve intervenire sulla regolazione del backstay.
PANNELLO DI CONTROLLO DEL MOTORE
Il comando del motore elettrico Torqeedo è integrato nel box centrale per facilitarne l’utilizzo. Il sistema di sollevamento del motore Torqeedo incorpora un paranco per semplificare la movimentazione. Alzare e abbassare il motore è semplicissimo. Il motore elettrico ha un’autonomia di 10 miglia con una carica e ha una potenza pari a un 3 cavalli tradizionale.
MOTORE A SCOMPARSA
Quando il motore è su, non c’è nessun attrito perché la struttura del rivestimento in acciaio, posta sotto l’elica, assicura una perfetta aderenza allo scafo quando è in posizione sollevata. La piastra di chiusura dispone di entrambe le superfici lucidate per ridurre al massimo la resistenza. Unica mia perplessità: quando si tira su il piede, non rimarrà dell’acqua nell’alloggio del motore incassato?
CHIGLIA CON TAGLIA ALGHE
La chiglia ha un profilo largo per migliorare la portanza alle basse velocità, ed è dotata di taglia alghe azionabile dal pozzetto.
Aggiungo che l’armo non prevede il rollafiocco e il jib è dotato di garrocci in tessile: i ragazzi di RS mi hanno assicurato che la barca è stata progettata per avere il fiocco su anche in condizioni estreme.
LA NOSTRA (BREVE) PROVA
Ho navigato al timone per un breve periodo nei trafficatissimi canali tra San Giorgio e Piazza San Marco, in condizioni di vento medio (10-12 nodi) e mutevole in direzione prima che un temporale ci costringesse al rientro anticipato. A bordo eravamo in quattro, la barca si è dimostrata stabile e reattiva (fondamentale tra le bricole, dove devi virare di continuo) con grande capacità di accelerazione. La navigazione ha confermato le mie impressioni iniziali: l’RS 21 è un grande derivone ideale per chi ama il contatto con l’acqua. Utile per imparare (magari sotto la guida di un istruttore) ma soprattutto performance e adatto a regate monotipo. Sarà lui l’anti-J/70? Ad ogni modo, dal punto di vista progettuale, missione compiuta (ancora una volta) per RS Sailing. (Eugenio Ruocco)
VIDEO – A BORDO DEL NUOVO RS 21
Questi i prezzi di listino dell’ RS 21, IVA esclusa:
- Versione Club: 25.900 euro
- Versione Race: 28.900 euro
- Motore elettrico Torqeedo: 2.040 euro
I NUMERI DELL’RS 21
Designer Richard / Whitehouse / RS Sailing
Lunghezza 6,34 m
Larghezza 2,20 m
Pescaggio 1,38 m
Equipaggio 2 / 6 persone
Peso equipaggio 120 / 450 kg
Dislocamento 650 kg
Costruzione scafo Eco-friendly Composite
Chiglia Sollevabile con bulbo
Timone Removibile – Composito
Superficie velica 64,6 mq
Randa Race 16,2 mq
Fiocco Race 8,4 mq
Gennaker Race 40 mq
Randa Club 16,2 mq
Fiocco Club 8,4 mq
Gennaker Club 35 mq
Spinnaker Club 30 mq
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