Vendée Globe, Pedote ci sarà! Finalmente un italiano al giro del mondo in solitario!
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Cosa stava guardando Giancarlo Pedote, in questa foto del 2012 di Christophe Breschi? L’Oceano. Quello per cui ha sempre avvertito un’attrazione viscerale. Quello su cui ha saputo “suonarle” ai francesi, prima sui Mini 6.50, poi sui Multi 50. L’Oceano, con la “O” maiuscola, quello dove si sfidano i più grandi marinai del mondo, nella regata che è considerata l’Everest della vela, il Vendée Globe. Non l’ha mai nascosto, Giancarlo: “Voglio fare il giro del mondo in solitario senza scalo”.
Ma non con una barca qualsiasi, non “così per il gusto di realizzare un’impresa”. Pedote è un toscanaccio testardo, quando si mette in testa una cosa, vuole farla bene. E per fare le cose bene, ci vuole tempo. Anni e anni, fino al giugno del 2018. Quando lo skipper ha annunciato il lancio del suo progetto Vendée Globe 2019-20, grazie all’aiuto di Prysmian Group (che finanzierà il “coaching” e l’approccio di Giancarlo al mondo IMOCA) e di importanti investitori che per adesso preferiscono restare anonimi. Parteciperà a bordo dell’ex St. Michel-Virbac, l’IMOCA 60 foil con cui Jean-Pierre Dick è arrivato quarto nell’ultima Vendée Globe. Racconta: “Sono fuori a mangiare una pizza con amici. Squilla il telefono: una conversazione che dura circa quattro minuti, quei quattro minuti che ti cambiano la vita. Sono euforico, ho un nodo allo stomaco, sono frastornato, sono felice: finalmente si delinea una strada sulla quale poter correre.
Non c’è cosa peggiore per un competitivo come me di avere le gambe e non la strada: una frustrazione continua che scava ed ogni giorno ti prende qualcosa. Ma adesso basta. Da oggi le cose cambiano. Non posso dire niente ai miei commensali, uno mi guarda con sospetto: “Ma hai un’amante, che mi sembri tutto ringalluzzito?” . “No” rispondo io. “Ho una grande notizia”. Cerco di ricompormi sforzandomi di mettere ancora la forchetta in bocca completamente sconnesso da qualsiasi appetito. Avrei solo voglia di correre, correre fino allo sfinimento, sdraiarmi sull’erba e sorridere alle stelle”.
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