Ad Maiora, ovvero come far rinascere un supertrimarano “dimenticato”
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Può una barca vecchia di 30 anni ritornare ad essere protagonista nei circuiti di regate del Mediterraneo? Si, se attrezzata al meglio. Il leggendario trimarano di 20 metri della classe ORMA 60, varato nel 1988 col nome di Fleury Michon IX, è stato protagonista al Versilia Yachting Rendez-Vous con nuova livrea e nuovo nome: Ad Maiora. Una bella sfida, quella intrapresa dallo skipper Bruno Cardile, quella di ridare lustro, dopo anni di oblio, a una barca mitica, posseduta in passato da grandi della vela francese: l’indimenticata Florence Arthaud e Philippe Poupon.
La barca, una volta arrivata a Pisa, è stata oggetto di un refitting a 360° (sostituzione completa del sartiame, nuovo gioco completo di vele 4T FORTE OneSails, nuovi avvolgitori delle vele di prua Ubi Maior, scotte e cime Armare, nuova veste grafica studiata dalla Nuova Accademia del Design di Verona etc…).
L’ELETTRONICA DI BORDO
Una delle chiavi per l’aggiornamento del trimarano, che si prepara al debutto mediterraneo alla 151 Miglia (poi la Giraglia, la Palermo-Montecarlo e la Middle Sea Race), è stata certamente l’elettronica. Il fornitore ufficiale B&G è intervenuto con una suite di strumenti ed elettronica di navigazione per sostituire tutte le attuali apparecchiature di bordo.
La barca sarà equipaggiata con due chartplotter Zeus da 7″, che offrono la più recente tecnologia con schermi HD SolarMAX, insieme al radar a banda larga 4G di B&G e il nuovo sistema di posizionamento AIS NAIS-500, che consente al team di essere sempre “sintonizzato” e sapere quando si avvicina a pericoli e altre imbarcazioni. La barca sarà dotata anche di un sistema completo di strumentazione e pilota automatico H5000 che offre funzioni specifiche per la navigazione a vela e una potente tecnologia da racing comprovata.
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