Navigare in due ma bene organizzati. Prima Puntata
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L’estate si avvicina e molti di voi si troveranno a navigare in equipaggio ridotto, magari soltanto in coppia, per la loro crociera o magari, perché no, per una regata d’altura. Tornano allora i consigli di Roberto Spata, su un argomento che negli ultimi anni interessa sempre più appassionati.
CIAO EQUIPAGGIO, IN DUE SI STA BENE
Molto spesso, abbiamo la necessità, oltre che il piacere, di navigare con un equipaggio ridotto o addirittura molto ridotto: in sole 2 persone.
Tra l’altro anche nel mondo delle regate sono nate, e sono sempre più frequenti, le classifiche x 2 dove talvolta si ha la sorpresa di vedere imbarcazioni condotte da sole due persone che tengono testa, e spesso battono, imbarcazioni con equipaggi completi.
Questo cosa significa? Che navigare in due comporta certamente qualche problema aggiuntivo ma con un po’ di organizzazione, sia a bordo tra i 2 membri dell’equipaggio che come disposizione del piano di coperta, si può fare di tutto.
LE MANOVRE AL POSTO GIUSTO
Per poter navigare con due sole persone di equipaggio è indispensabile che il piano di coperta e la disposizione della singola attrezzatura siano adatti allo scopo.
E’ chiaro che l’arrivo del maggior numero di manovre in pozzetto facilita di parecchio la situazione senza dover obbligare uno dei due membri dell’equipaggio a correre ovunque per effettuare manovre che si possono rivelare anche pericolose in condizioni di vento sostenuto.
Deviatori, rinvii, fittings utili a evitare eventuali incagli di scotte e quant’altro, sono utili su qualsiasi imbarcazione ma a maggior ragione sono indispensabili per la navigazione in due dove qualsiasi inconveniente si rischia di pagarlo in misura esponenzialmente maggiore.
Anche la scelta delle vele riveste una notevole importanza: l’obbiettivo principale è di semplificarsi la vita senza rinunciare troppo alle migliori performace della barca che fa piacere a tutti raggiungere, anche in crociera.
LA RANDA
Partendo dalla randa il mio personale consiglio è di dotare il proprio albero di una rotaia su cui montare dei carrelli e questo per facilitare sia l’issata che l’ammainata della randa stessa oltre alla presa della mano dei terzaroli. Noi tutti sappiamo che per issare correttamente una randa è necessario stare esattamente con la prua al vento ma sappiamo anche che ciò non sempre è possibile, soprattutto in condizioni di vento sostenuto.
Con il sistema costituito da rotaia e carrelli, anche se non si è perfettamente in filo al vento, tutto è più facile e lo scorrimento dell’inferitura sull’albero è di gran lunga superiore a qualsiasi tipo di garroccio da inserire direttamente nella canaletta dell’albero. Se poi si aggiunge l’utilizzo dell’immancabile lazy jack, il gioco è fatto. Mi rendo conto che si tratta di una scelta che può incidere sul badget previsto, oltre a dover spesso smontare l’albero per l’applicazione della rotaia, ma vi garantisco che la differenza è veramente notevole anche in termini di velocità di manovra che, se effettuata in tempi brevi, comporta una notevole diminuzione di rischi. A maggior ragione, anche per quest’ultimo motivo, la presa della mano di terzaroli diventa più semplice e veloce, magari coadiuvata da uno dei tanti sistemi disponibili, dove è possibile, con una sola manovra rinviata in pozzetto, prendere la mano di terzaroli sia sulla mura che sulla bugna della randa.
Sempre a tale proposito, teniamo presente che ci sono sul mercato, anche senza dover smontare l’albero, delle rotaie in materiale plastico che si possono infilare nella canaletta esistente e sulle quali si possono inserire dei carrellini che facilitano lo scorrimento dell’inferitura; è una soluzione leggermente meno funzionale di quella precedentemente indicata ma che senz’altro ha un’incidenza inferiore sul costo totale e sui tempi per mettere in opera questo sistema.
Anche la scelta della vela di prua ha un’importanza fondamentale per ottenere il maggior confort possibile e indubbiamente in questo caso le vele avvolgibili sono le più adatte.
Tra l’altro, fino a qualche tempo fa, i sistemi avvolgibili venivano prodotti con raccoglitori di cima (o tamburi) che erano molto ingombranti e alti obbligando i velai a produrre delle vele che rimanevano molto alte rispetto al filo della coperta; vele francamente molto brutte esteticamente oltre che molto poco performanti.
Da qualche anno a questa parte, sulle barche di nuova generazione, i tamburi sono quasi sempre incassati nella prua, addirittura da fare fatica ad accorgersi della loro esistenza; inoltre, per chi avesse dei sistemi avvolgibili di vecchia generazione senza avere comunque la possibilità di creare un incasso nella coperta, è possibile sostituirli con tamburi che sono ora molto più bassi dei precedenti dando anche in questo caso la possibilità al velaio di produrre delle vele più basse, esteticamente migliori e più performanti.
UNO SGUARDO A PRUA
Ma se la mia barca ha il fiocco, che voglio mantenere steccato per aumentarne le performance, come faccio? Nessun problema, sono da poco arrivati sul mercato dei sistemi avvolgibili che permettono allo strallo di girare con la stessa velocità sia nella parte alta che in quella bassa: in pratica un giro della parte bassa corrisponde esattamente, e nello stesso momento, ad un giro della parte alta dell’avvolgibile e questo permette di avvolgere correttamente un fiocco che abbia le stecche parallele all’inclinazione dello strallo di prua. Anche in questo caso è purtroppo necessario attingere alle nostre risorse economiche ma se dovete già cambiare il sistema avvolgibile…..
Durante la navigazione con due persone è inoltre necessario trovare il modo di evitare lunghi e faticosi cambi di vele a seconda delle condizioni meteo in cui ci troviamo. Quindi, oltre ad un sistema avvolgibile efficiente per il genoa o il fiocco, potrebbe essere una soluzione ottimale montare uno strallo per una trinchetta, anch’essa avvolgibile, che ci possa permettere, in tempi brevi e all’aumentare del vento, di avvolgere la vela più grande e di svolgere la trinchetta più adatta a condizioni di vento sostenuto. Questo ci permetterebbe di fare un cambio di vela, senza muoverci dal pozzetto e scusate se è poco….
Tale strallo potrebbe rimanere perennemente montato e con la vela già avvolta oppure potrebbe avere la possibilità di essere staccato dalla coperta con uno sgancio rapido; questa seconda soluzione potrebbe essere utile se fosse necessario fare molte virate con la vela di prua più grande in quanto, durante le virate, lo strallo di trinchetta ostruirebbe il passaggio della vela più grande e delle sue scotte da una mura all’altra.
ROBERTO SPATA
Classe 1962 da Como. Nazionale Laser fino al 1983, si avvicina poi alla vela d’altura regatando su qualsiasi tipo di imbarcazione e specificatamente nelle Classi IOR, IMS, Maxi Yacht, Monotipi, ORC e IRC nei ruoli di tattico, timoniere o randista, occupandosi spesso della messa a punto di vele e barca.
Dal 1988 al 2000 ha collaborato con la North Sails e continua ad avere rapporti tecnici e con tutte le velerie, i progettisti e i cantieri anche come project manager.
TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SUL VELAFESTIVAL 2018
Modello | Cantiere Costruttore | Lunghezza (M) (LOA) | Anno di Progetto | ||
---|---|---|---|---|---|
J/105 | J-Boats | 10.52 | 1995 | ||
J/120 | J-Boats | 12.09 | 1994 | ||
J/160 | J-Boats | 16.05 | 1996 | ||
J/24 | J-Boats | 7.32 | 1977 |
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