Vi ricordate che polverone che aveva sollevato la barca da crociera di 60 piedi senza randa e “senza albero” di Daniele Vitali, il vulcanico progettista che ha firmato, tra gli altri, l’O’pen Bic, la deriva “anti-optimist” che ha fatto felici i ragazzini di tutto il mondo? “Solo teoria”, dicevano alcuni. “Una follia”, aggiungevano altri. “Aspettiamo di vedere questo sistema in azione”, consideravano i più cauti.
INTORNO AL MONDO SENZA RANDA CON “TRIPLO FIOCCO”
Questi ultimi a breve potranno verificare. La barca senza randa è realtà, e, udite udite, si prepara al giro del mondo: l’armo ideato da Vitali in collaborazione con Marco Pizzoglio verrà montato su un Coco 650 modificato e “accorciato” con cui il bulgaro Ivan Dimov (che ha avuto modo di vederlo sul Giornale della Vela) tenterà il giro del mondo in solitario senza scalo con la barca più piccola mai utilizzata (5,99 metri), cercando di insidiare il record di Alessandro Di Benedetto (268 giorni di navigazione sulla stessa rotta della Golden Globe del 1968-69, a bordo di un Mini 6.50 modificato).
L’assenza della randa è compensata dalla presenza di un doppio fiocco rollabile. Quello più grande è armato su un bompresso che avrà la ritenuta proprio sul punto di mura. Alla fine del bompresso sarà murato il gennaker. Interessante anche la soluzione del piccolo fiocco a centro barca, che fungerà da “randa di cappa” in caso di burrasca. In copertina gli schizzi di Daniele Vitali che assicura: “Dimov avrà un doppio vantaggio: in primo luogo, un armo senza randa è più facile da gestire, in termini di dispendio di energie. Poi, dato che in un giro del mondo si naviga per la maggior parte del tempo alle portanti, questo tipo di set di vele è l’ideale per spingere al massimo”.

IN FRETTA E FURIA
Racconta Vitali: “Mentre ero In inghilterra per lo sviluppo del mio nuovo progetto “dinghy” (a breve novità) ricevo una telefonata da un certo Ivan Dimov che si dice interessato ad utilizzare lo schema di piano velico visto su GDV per la sua barca, un Coco 650, con cui tenterà il record di circumnavigazione.
Nasce così una storia atipica di rilievi, calcoli, tagli, rinforzi in un piccolo cantiere in quel di Cecina. Si parte da uno scafo esistente per volontà di Ivan che ha scelto sulla base delle caratteristiche di semplicità e robustezza costruttiva.
Questo perché la partenza é stata fissata per il 10 giugno da La Rochelle, siamo a novembre, quindi abbiamo veramente poco tempo per il progetto e ancora meno per lo sviluppo. La difficoltà sta nel prevedere tutto ma come in un set cinematografico in ritardo deve essere buona la prima!
La barca deve funzionare al primo splash. Quindi calcoli ripetuti sulla struttura, bilanciamento dei pesi (cambusa per 240 giorni, immaginate la vostra spesa settimanale al supermercato), ipotesi di scuffie di 360° da non escludere per queste dimensioni in mezzo agli oceani. Cosa si rompe, come lo riparo, quali ricambi…. Linea telefonica continua ad ogni dubbio a qualsiasi ora.
LO ZAMPINO DI CICCIO
Non meno problematico trovare chi realizzerà il rig! Mi é venuto in mente Ciccio Manzoli, conosciuto durante una Carthago (Roma-Tunisia) con il suo Tri Cotonella. Lo chiamo e spiego sommariamente la nostra follia. “Beh, si, una struttura bipode, semplificata per la barchetta, si può fare, l’idea mi piace“
Ho tirato un gran sospiro perchè uno come lui “ci mette certamente del suo”e noi dormiamo un po’ più tranquilli. Ora siamo alla vigilia dell’alberatura e Minnie si fa il trucco. Alla prossima puntata.
IL DOPPIO FIOCCO
Ah, e dimenticavo: sul tema doppio fiocco ci sono altre novità: ho incontrato Silvano Volcan, giovane 4 ventenne come si definisce lui, che ha apportato nuove modifiche al suo Alpa esse aggiungendo gennaker, fiocchetto di poppa bomato, ed altre diavolerie. Un personaggio che ha moltissimo da raccontare e preparazione tecnica notevolissima”.
Cosa ne pensate di questo armo? Fateci sapere la vostra con un bel commento!
TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SUL VELAFESTIVAL 2018
Modello | Cantiere Costruttore | Lunghezza (M) (LOA) | Anno di Progetto | ||
---|---|---|---|---|---|
J/105 | J-Boats | 10.52 | 1995 | ||
J/120 | J-Boats | 12.09 | 1994 | ||
J/160 | J-Boats | 16.05 | 1996 | ||
J/24 | J-Boats | 7.32 | 1977 |
8 commenti su “La barca senza randa e "senza albero" è realtà. E farà il giro del mondo!”
Per l’ Alpa modificato:
tre boma e l’ albero proprio davanti alla barra del timone.
E’ telecomandata ?
le sampierote vanno come fulmini ,meglio di questo armo……
Bhe Tross lo va dicendo da diversi anni. Non è una novità . Cmq i tralicci proposti al posto dell’albero, magari avranno una certa pesantezza in alto ? Perchè magari non riconsiderare gli armi anni 70/80 magari con albero piuttosto arretrato per far spazio al grandi genoa e lasciare e far posto solo ad una randa di piccolo boma ?
Prima di dire se piace o non piace bisognerebbe confrontare peso e resistenza aereodinamica di quel traliccio macchinoso con peso e resistenza aereodinamica di un albero convenzionale e di un albero autoportante. Non mi piace.
Bella invece la soluzione a soli fiocchi, che è vecchissima, ma che, pur se aerodinamicamente corretta, nessuno ha mai testato e messo a punto in modo esauriente. Poco popolare.
Potranno anche fare il giro del mondo, ma in assenza di validazioni sperimentali e numeri, qui non si accetta niente e non ci si entusiasma nemmeno. Tanti auguri ai speranzosi che si buttano.
Salve,complimenti per il progetto e buon vento per il navigatore.
Come idea credo si debba dare del credito a Tross che l’ha gia’ realizzata sulle sue barche , ma anche a Gary Hoyt,architetto USA precursore con molte innovazioni,tutte naviganti.
Comunque l’importante è navigare!
Mi piacerebbe avere qualche informazione tecnica di più: dov’è posizionato il centro velico in funzione delle diverse configurazioni dell’armo e dov’è posizionato il baricentro e il centro di deriva che angoli di bolina teorici si riescono ad avere e in corrisondenza gli angoli di barra. Essendo una barca abbastanza piccola risulterà sensibile alla posizione dei pesi.
Mi associo a MarcoS, anche io vorrei indicazioni tecniche più precise sul posizionamento dell’albero rispetto al centro di deriva e al centro velico, anche avere ragguagli sulla distanza tra i due fiocchi per consentire il flusso ideale. Inoltre sapere se la piccola randa dietro l’albero suggerita da Tross è indispensabile per bilanciare la tendenza poggiera caratteristica di questo tipo di armo.
Ma perchè dite che non è testato? Ho provato la barca di Ernesto Tross che naviga così da trent’anni. È perfetta in solitario è molto divertente, magari lo scafo non era proprio da Coppa America, ma si sa che se si naviga soli sono preferibili i vecchi armi con randa piccola e Genoa 140 piuttosto che i fiocchetti e randoni (sempre ammainati) attuali