Oyster affondato? No, lo salva il re delle scommesse online
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Acquistare un marchio famoso nel mondo dello yachting caduto in disgrazia è una scommessa. E ci voleva uno “scommettitore” per aprire il borsellino e togliere dai guai il cantiere inglese Oyster, che solo poche settimane fa aveva chiuso i battenti (QUI vi avevamo raccontato la storia incredibile del crack a seguito dell’affondamento del Polina Star III, che aveva perduto il bulbo per un difetto di fabbricazione) licenziando tutti i propri dipendenti: Richard Hadida, patron di Evolution Gaming, società attiva nel settore dei casinò online (180 milioni di fatturato nel 2017), ha acquisito il marchio per una cifra sconosciuta.
TANTI SOLDI SUL TAVOLO
Sicuramente, si tratta di tanti “verdoni” (“molti milioni”). Se siano ben investiti solo il tempo ce lo potrà dire: sta di fatto che, in teoria, la situazione di Oyster al momento dell’ingresso in amministrazione controllata era più che florida. Un portafoglio di ordini di 70 milioni di sterline. La chiusura era stata determinata da una perdita di 7,4 milioni a causa del “fattaccio” del Polina Star, che aveva minato la credibilità del marchio e indotto il gruppo olandese che aveva acquistato Oyster nel 2012 (HTP Investments) a revocare il suo supporto economico.
LA STRATEGIA PER SALVARE OYSTER
E sarà proprio sulla credibilità del marchio che Hadida dovrà lavorare sodo: ha fatto sapere che il suo non sarà un “azzardo”, ma un’operazione a lungo termine. Non solo ha detto di voler riassumere buona parte dei dipendenti licenziati, ma ha già indicato linee guida molto precise: “La cantieristica nautica ha bisogno di evolversi come ogni altro genere di industria”, ha sottolineato l’imprenditore. Si parla già di riammodernamento delle tecniche costruttive di Oyster, con il passaggio alla modularità per ridurre i tempi di costruzione.
Certo, si viene meno all’unicità che ha sempre contraddistinto il marchio, ma se questo contribuirà a dare linfa al cantiere, ben venga. Inoltre Hadida vuole “aprire” maggiormente la fascia bassa dei modelli, andando a realizzare barche anche sotto al 47 piedi che ad oggi rappresenta “l’entry level” Oyster. Da buon imprenditore, Hadida ha già formato la sua squadra (“c’è bisogno di prendere decisioni in tempi rapidi”, ha detto), che conta anche su Kim Stubbs, famoso in Inghilterra per aver risollevato le sorti di Sun Seeker, dal fallimento del 2013.
Modello | Cantiere Costruttore | Lunghezza (M) (LOA) | Anno di Progetto | ||
---|---|---|---|---|---|
J/105 | J-Boats | 10.52 | 1995 | ||
J/120 | J-Boats | 12.09 | 1994 | ||
J/160 | J-Boats | 16.05 | 1996 | ||
J/24 | J-Boats | 7.32 | 1977 |
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