Vento leggero? Non accendere il motore ma affina la tecnica
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Tornano le “lezioni” del nostro prof. Roberto Spata, questa volta parleremo di un argomento alquanto spinoso per i croceristi: come cercare di non accendere il motore quando c’è poco tempo e si fatica a navigare a vela. Non arrendetevi, con le giuste nozioni tecniche da mettere in pratica la vostra barca navigherà meglio anche con poco vento e avrete sicure soddisfazioni.
Nell’arco di queste puntate, stiamo cercando di capire come navigare al meglio in condizioni difficili anche durante una crociera. Per condizioni difficili è facile pensare solo ad intensità di vento sostenute e spesso si sottovalutano le condizioni di vento leggero dove forse troppo spesso viene la voglia di accendere il motore per navigare più veloci rinunciando molte volte a priori a spettacoli naturali che si apprezzano particolarmente con il “silenzio” della navigazione a vela.
Come abbiamo ribadito più volte, molti sono gli aspetti che dobbiamo tenere in considerazione per una conduzione ottimale e questo vale anche per condizioni di vento leggero:
- Il profilo delle vele;
- L’assetto dell’albero;
- L’assetto dell’imbarcazione
Anche nel precedente numero abbiamo sfiorato l’argomento di come ottenere, anche di bolina con poco vento, il massimo delle performance con una corretta regolazione delle vele.
Abbiamo imparato come conferire la massima potenza possibile all’imbarcazione onde poter navigare con una certa agilità anche in queste condizioni tramite le corrette regolazioni di drizze, cunningham e base della randa che tutte contribuiscono ad aumentare la massima profondità della vela che si posizionerà al centro della stessa. Anche il punto di scotta della vela di prua, se avanzato, farà in modo che la vela sia più potente e adatta a condizioni di vento leggero.
Tali regolazioni non possono essere le uniche, ad esse va associata anche la regolazione dell’albero e il controllo della catenaria dello strallo di prua che in tali condizioni può influire in maniera anche più marcata.
Infatti, allentando la tensione del sartiame, abbiamo visto che la randa si ingrassa ulteriormente con la duplice conseguenza di creare catenaria sullo strallo di prua che sortisce l’effetto di ingrassare ulteriormente la vela di prua. Anche in questo caso il risultato sarà di creare un extra potenza che ci aiuterà, e non di poco, a destreggiarci con maggiore agilità anche in condizioni di vento leggero.
Anche l’assetto dell’imbarcazione riveste una particolare importanza.
Tutti sappiamo quanto le barche, durante una crociera, siano cariche di qualsiasi cosa ci possa essere utile per le nostre vacanze, ma basterebbe anche solo cercare di concentrare i pesi il più possibile nella parte centrale della barca, quindi sul proprio baricentro, per diminuire considerevolmente il beccheggio e aumentare la nostra velocità.
Fino ad ora abbiamo parlato prevalentemente delle andature di bolina. Certamente navigare di bolina con poco vento è per certi aspetti più semplice; si “sente” maggiormente la barca, anche solo per il fatto che si somma la propria velocità a quella del vento che viene dalla direzione opposta alla nostra rotta.
In poppa tutto si attenua ed è sicuramente necessaria una maggiore sensibilità sia nella conduzione che nel “sentire” le variazioni di intensità e della direzione del vento che in condizioni leggere è sempre variabile e capriccioso.
ROBERTO SPATA
Classe 1962 da Como. Nazionale Laser fino al 1983, si avvicina poi alla vela d’altura regatando su qualsiasi tipo di imbarcazione e specificatamente nelle Classi IOR, IMS, Maxi Yacht, Monotipi, ORC e IRC nei ruoli di tattico, timoniere o randista, occupandosi spesso della messa a punto di vele e barca.
Dal 1988 al 2000 ha collaborato con la North Sails e continua ad avere rapporti tecnici e con tutte le velerie, i progettisti e i cantieri anche come project manager.
IL SERVIZIO COMPLETO CON I CONSIGLI DI ROBERTO SPATA SUL NUMERO DI NOVEMBRE DEL GIORNALE DELLA VELA IN TUTTE LE EDICOLE
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