Legno e carbonio per una barca da regata? Si può, ecco come
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Gli armatori ogni tanto, si sa, hanno i loro “capricci”. E allora può anche capitare di incontrarne uno che chiede una barca dal design moderno e ultraperformante, super leggera, ma costruita in legno. Ed è quello che è successo allo studio francese Thomas Tison Yacht Design & Engineering.
La richiesta era precisa ed è arrivava da un armatore appassionato di regate d’altura ma anche di barche classiche. La volontà era quella di coniugare in un nuovo progetto questi due mondi. Il risultato è stato il progetto di questo 48 piedi, chiamato SY Elida, i cui numeri tecnici non sono ancora stati diffusi.
La costruzione è in corso, la barca verrà realizzata impiegando tavole di un particolare tipo di legno, quello del Sitka, la cui rigidità verrà incrementata con una serie di fasce continue in carbonio e l’utilizzo esclusivo di resina epossidica.
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2 commenti su “Legno e carbonio per una barca da regata? Si può, ecco come”
Abete … ?! C’ è di meglio
La barca ha un look moderno, ma l’abete di “Sitica” non lo conosco.
Sarà mica il Sitka spruce?
Mi sorge il dubbio perché le pinacee (non abeti !) Sitka spruce e Western red cedar erano le essenze più usate per le costruzioni di yacht da regata in lamellare rinforzato con carbonio e incollato con resine epossidiche, introdotte dalla Gudgeon Brothers con il marchio di West System, verso la fine degli anni ’70.
Era l’alta tecnologia per i One Off fino al diffondersi definitivo dei compositi in carbonio ed è stata usata anche in Coppa America e in alcune imbarcazioni per record di velocità.
Chiaramente, non è una tecnologia da produzione in serie; implica tempi di produzione medio-lunghi e manodopera “innamorata” del proprio mestiere e molto esperta (che stà purtroppo scomparendo) e quindi costi.
E’ diventata perciò la tecnologia standard per le costruzioni amatoriali, ma tuttora e in tutto il mondo ci sono molti cantieri con consolidata tradizione di boatbuilding in legno + epoxi. Quelli Italiani sono da sempre fra i migliori, peccato che non ci sia un mercato.
A chi torce il naso alla parola legno, dirò che anche la mia barca è fatta così e, nonostante gli anni passati in umido, stà resistendo egregiamente.
Se l’abete di Sitica invece esiste, prego cestinare quanto sopra.
Cordiali saluti