Mi chiamo Hallberg Rassy 340 e me ne frego se non vi piace il mio doppio timone. VIDEO/FOTO

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Qualcuno ha storto il naso: “Hallberg ha perso la retta via”, “Non mi piacciono i due timoni”, “Che motivo c’era di ammodernare le linee”. Ma siete saliti a bordo del nuovo Hallberg Rassy 340? Perché se non lo avete ancora fatto vi ci portiamo noi qui dal Boot di Düsseldorf e proviamo a spiegarvi perché, secondo noi, la strada intrapresa dal cantiere svedese ha tanti buoni motivi per non tradire la tradizione pur guardando avanti con voglia di rinnovarsi.

Partiamo da una considerazione, il nuovo Hallberg Rassy 340, entry level del cantiere, rispecchia in pieno i canoni della tradizione sotto i punti di vista cruciali: cura della costruzione, dei dettagli e delle finiture, attrezzatura di qualità e sovradimensionata, concept da vera barca da crociera per tutti i tempi, interni all’insegna della classicità con una cura della falegnameria maniacale. Cosa chiedere di più da una barca come questa?

Il pozzetto, molto riparato, dell’Hallberg Rassy 340. Si nota il piccolo trasto randa in posizione ottimale per avere una corretta regolazione. Foto Giuffrè/Giornale della Vela

E poi ci sono le novità, dettate dai tempi e dall’esigenza di, perché no, intercettare un pubblico nuovo e più giovane, un tipo di velista che ama la crociera ma gradisce anche le linee di una barca moderna e attuale. Spazio quindi alla prua retta, alla delfiniera sulla quale murare i gennaker o un code zero, spazio a linee d’acqua più performanti all’insegna di un rinnovato disegno delle appendici e delle forme concepite de German Freers, spazio al tanto “criticato” doppio timone. I tempi erano maturi per rinnovare la linea, sia esteticamente che in alcuni particolari funzionali, senza snaturare il concetto delle barche storicamente prodotte nel pieno della tradizione nordica. 

Nel nostro giro a bordo qui al salone tedesco abbiamo apprezzato, molto, la qualità dell’organizzazione della coperta. L’Hallberg Rassy è una barca da crociera che non vuole rinunciare ai particolari tecnici delle manovre ben curate e ciò lo si evince da alcuni, decisivi, dettagli. Il trasto randa per esempio, se in molte altre barche scompare o viene sostituito da meno efficaci soluzioni, qui è presente (sia pur di piccole dimensioni), posizionato sul pavimento del pozzetto in prossimità della fine del boma, lì dove deve stare su una barca a vela.

Il posizionamento dei winch è arretrato come si conviene ad una barca da crociera che vuole essere condotta in equipaggio ridotto, ma tra quello delle vele di prua e quello a ridosso del timoniere c’è uno spazio vitale che consente a un secondo membro dell’equipaggio di potere regolare il fiocco con lo sguardo rivolto verso prua. Nelle barche in cui entrambi sono a ridosso del timoniere ciò non può avvenire.

Questo perché l’Hallberg Rassy 340, così come tutta la gamma del cantiere svedese, è pensato per navigare e per armatori che vogliono farlo a vela.

Armatori che, per esempio, sanno come, e vogliono, regolare un carrello del fiocco e per farlo trovano un apposito strozzascotte posizionato adiacente al winch: perché le manovre su una barca come questa non sono un intralcio, ma lo strumento essenziale per vivere il mezzo al 100%. 

Scendendo le scale che ci portano sottocoperta il calore è quello che ci aspettiamo: un senso di accoglienza impagabile, una sensazione di casa, di barca sulla quale vivere tutto l’anno nonostante sia “solo” un 34 piedi. Ogni superficie è levigata e curata nel dettaglio, non esistono sbavature, l’essenza dei legni è calda e avvolgente, tutto è come deve essere su un Hallberg Rassy. E pazienza se il doppio timone, o la prua retta, scontenterà qualcuno: fatevene una ragione.

Lunghezza: 10.36 mt

Lunghezza al gall: 10.10 mt

Larghezza: 3.47 mt

Immersione: 1.90 mt

Dislocamento: 5.98 tonn

www.hallbergrassy.it

www.dalmaryacht.it

 

Mauro Giuffrè

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2 commenti su “Mi chiamo Hallberg Rassy 340 e me ne frego se non vi piace il mio doppio timone. VIDEO/FOTO”

  1. Quello di cui non mi faccio una ragione è leggere “doppio timone” anziché “doppia ruota”.
    Ma forse perché non faccio parte del pubblico nuovo e giovane.

  2. La Redazione

    The Real Person!

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    Passed all tests against spam bots. Anti-Spam by CleanTalk.

    Buonasera Francesco, abbiamo scritto “doppio timone” perché ci riferiamo per l’appunto alle due pale in carena, non alle due ruote in pozzetto.
    La Redazione

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