Boris Borella: così navigo a vela senza inquinare trasportando ortaggi
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Per dirla alla Di Pietro, “che c’azzeccano” vela e agricoltura? C’entrano eccome. Chiedetelo a Boris Borella, documentarista e “attivista” della navigazione a zero emissioni. Siamo venuti a conoscenza della sua storia grazie a un bell’articolo di Gian Basilio Nieddu sul magazine Vai Elettrico (www.vaielettrico.it) e ve la vogliamo raccontare.
Cosa fa Boris? Trasporta gli ortaggi coltivati nei campi delle isole di Venezia a bordo di barche a vela tradizionali. Quando non c’è vento, ci si aiuta con i remi o con un motore elettrico. Un buon esempio di “fair trade” da seguire soprattutto nelle acque della Laguna, che soffrono inquinamento da traffico navale (anche l’atmosfera ne risente). Inoltre, Borella ha già portato a termine la sua personale impresa di navigazione. Ha risalito il corso dell’Adige con la sua barca, in un mese di tempo (il nome del progetto era Galeas per Montes Ri-conducendo).
GALEOTTO FU UN “TOPO”
Boris si occupa da tempo di cantieristica tradizionale, il suo primo progetto di recupero è stato quello di un vecchio “topo” (barca tipica veneziana) destinato alla demolizione.
“Nel cercare un luogo per il restauro”, racconta a Vai Elettrico, “sono venuto a contatto con l’associazione Il Caicio che proprio in quel periodo iniziava un programma di cantiere finalizzato al restauro e alla costruzione di barche tradizionali a Forte Marghera. Il progetto si è sviluppato in circa cinque anni di attività basandosi unicamente sul volontariato. In questo lasso di tempo abbiamo portato avanti vari progetti legati alle barche tradizionali e ho avuto modo di sperimentare l’applicazione di motori elettrici fuoribordo a scafi tradizionali, in supporto ai remi e alla vela, quindi non come unica forza motrice”.
LA RISALITA DELL’ADIGE
Quando il cantiere ha chiuso, Borella ha proseguito in proprio, sviluppando progetti di viaggio utilizzando scafi tradizionali veneziani a vela o a remi, affiancando sempre una propulsione di tipo elettrico. Nel 2015 la succitata impresa, partendo da Venezia verso il Lago di Garda a bordo di una Sampierotta. Ovvero quella che per lunghi secoli la tipica barca da pesca della Laguna Sud. Prende infatti il suo nome dal paese di pescatori di San Piero in Volta sull’isola di Pellestrina. E una barca molto duttile può andare sia a motore che a remi che a vela. Grazie al fondo piatto (pesca solo 25 cm) può navigare anche in acque molto basse.
In questo caso, per risalire la corrente dell’Adige, Boris l’ha dotata di un fuoribordo elettrico da 500 watt, che aveva il principale compito di annullare la corrente contraria. Vela e remi hanno fatto il resto. L’approvvigionamento di energia elettrica è stato possibile grazie a 500 watt di pannelli solari, montati sopra il furgone di appoggio logistico, e l’alternanza di due batterie alla carica.
ALLA FINE FURONO GLI ORTAGGI
Poi, lo scorso anno, Edison ha finanziato il suo lavoro di documentazione sul trasporto degli ortaggi a miglia zero nella laguna di Venezia: Borella porta avanti collaborazioni con aziende agricole che puntano sulla sostenibilità e con associazioni (come “Una Vela Per” di Tiziano Rossetti). Ecco un buon esempio di come riportare in vita antiche tradizioni, con l’apporto dell’elettrico.
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