C’è un intero mondo, quello dei marinai-alpinisti, che fa sempre più proseliti. Si prende la barca, si raggiungono latitudini estreme e si getta l’ancora direttamente ai piedi delle pareti che si vogliono scalare. C’è un uomo che ha vinto ben due volte il più importante premio a loro dedicato, la Tilman Medal (intitolata a Bill Tilman, l’esploratore del quale trovate l’avventurosa vita sul numero di maggio del GdV, ora in edicola): il suo nome è Bob Shepton, nel 2014 insignito anche del titolo di Yachting Journalists Association Yachtsman of the Year, un premio vinto negli anni da navigatori del calibro di Eric Tabarly o Robin Knox-Johnston. Oggi ottantunenne, Shepton ha iniziato a navigare tardi, quando già girava per lavoro la Gran Bretagna.
Fino
UN LAVORO PARTICOLARE
Bob infatti è un Reverendo, un pastore della Chiesa Anglicana. Ha acquistato la sua prima barca nel 1978, un cutter in legno, per poi sostituirla con un 33 piedi Westerly Discus. Sottopone al registro navale ben nove diversi nomi da dare alla barca, ma gli vengono tutti rifiutati perché già assegnati. È allora la sua figlia minore (nella Chiesa Anglicana i pastori possono avere famiglia) a consigliargli di usare il titolo del libro che stava leggendo, Dodo’s Delight.
Arrivano le prime traversate atlantiche con gli allievi della Kingman Hill School, dove ricopre il ruolo di cappellano, fino al grande salto, nel 1992, l’anno nel quale Shepton va in pensione. da Capo Horn al grande nord.
L’OBIETTIVO E’ CAPO HORN
Shepton salpa insieme a cinque allievi: tutto sembra procedere per il meglio, ma dopo aver doppiato il capo disalbera: nessun problema per Bob. Dopo una riparazione di fortuna e un cambio di equipaggio, torna in Gran Bretagna… ma passando per il Capo di Buona Speranza! “Amo l’Antartide”, commenta al suo rientro, “ma è decisamente troppo lontano”. E’ così che inizia la nuova vita di Shepton, protagonista per ben vent’anni nei mari del grande Nord, dove accompagna come guida, sempre con il suo Dodo’s Delight, alpinisti di tutto il mondo.
Nel 2005, alla tenera età di 70 anni, si ritrova intrappolato nei ghiacci artici. In poche ore la banchisa si prende il suo trentatre piedi, affondandolo. Sembra la fine delle avventure. Invece Shepton non si arrende. “Ho cercato ogni tipo di barca, ma i soldi erano pochi e alla fine ho deciso di ricomprare un Westerly Discus”. Chiamandolo, manco a dirlo, ancora una volta Dodo’s Delight. Bob è rientrato da poco in patria, dopo un doppio attraversamento del Passaggio a Nord Ovest. “I’m addicted to adventure” (Sono drogato di avventura), ha raccontato al suo rientro. “L’uomo è un po’ matto. Ma è un bel modo di vivere e a me Dio ha dato una vita meravigliosa”.
1 commento su “Bob Shepton, il reverendo che naviga tra i ghiacci del nord”
e’ scozzese, non inglese.
e c’e’ una bella differenza!