LE GATTA-CARTOLINE Saluti e baci da… Malu Entu (isola di Mal di Ventre)

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Mai l’italianizzazione dall’idioma locale fu peggiore e mai più veritiero si rivelerà (nella prossima ed ultima cartolina) il significato del nome Sardo di quest’isola !!! Sono moltissimi i casi di toponimi locali ai quali veniva italianizzato il nome ma questo dell’isola di Mal di Ventre è veramente privo di senso. Mal di Ventre (Isula de Malu Entu o semplicemente Malu Entu in sardo) è un’isola del Mare di Sardegna antistante la costa della penisola del Sinis, a nord di Oristano, dalla quale dista circa 5 miglia. È inclusa, assieme allo scoglio del Catalano, nel perimetro dell’Area marina protetta Penisola del Sinis – Isola Mal di Ventre.

Malu Entu in sardo significa “cattivo vento” per via dei mutevoli e repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, influenzate tanto dal vento dominante di maestrale tanto dalle brezze termiche determinate dalla relativa vicinanza alla costa della Sardegna. Ha l’altitudine massima di appena 18 m s.l.m. ed è disabitata. A Malu Entu ( mi piace chiamarla con il suo vero nome) ci arriviamo da Alghero, dopo una splendida navigazione al lasco con gennaker. 35 miglia su un unico bordo (finalmente il maestrale soffia nella giusta direzione). Ad un certo punto gira a Tramontana e così ci mettiamo a farfalla, murando il gennaker a mo’ di spi con le due scotte…….

Pensate che poi siamo riusciti addirittura a mettere a riva tre vele contemporaneamente. Randa e genoa a sinistra e gennaker a dritta…. Non scandalizzatevi, siamo dei bambinoni, ci piace giocare. Arrivati nel pomeriggio all’isola, diamo fondo, ovviamente, sul lato sud, anche se il maestrale è calato parecchio. Alcuni gommoni, che arrivano da Putzu Idu, e tre barche a vela sono i nostri compagni. Bagno di rito, merendina e poi a terra con il tender per il periplo dell’isola a piedi. L’ambiente è abbastanza spettrale ma bellissimo, gabbiani, berte, cormorani, marangoni dal ciuffo e due falchi volano sopra questo fazzoletto di terra; è presente una pozza di acqua sorgiva che permette la sopravvivenza di conigli, topi ed altri piccoli mammiferi, rettili e, appunto, dei volatili.

Il lato NW è il più roccioso e le piccole cale sono invase da tronchi di varie dimensioni e forme, alcune delle quali hanno forme stranissime( vedi foto).

Inoltre tutta la costa Nord W e costellata di secche, una delle quali molto insidiosa ed affiorante proprio a metà del lato NW dell’isola. 39° 59’ 12” N 8° 17’ 45” E Attenzione non tutte le carte o gps la segnalano !!! Numerosi relitti di navi di ogni epoca, recentemente rinvenuti, mostrano come il nome dell’isola confermi la natura traditrice dei suoi fondali marini.

Il lato SE, che guarda la costa Sarda è basso e sabbioso e nasconde spiagge caraibiche. Ci buttiamo in acqua per toglierci il sudore di dosso dopo la camminata. Non ci decidiamo ad uscire, restiamo sulla spiaggia che nel frattempo si è svuotata. Se ne sono andati tutti, è rimasta solo una barca a vela……spettacolare.

Torniamo a bordo per una cena romantica, con un tramonto da urlo. La notte passa tranquilla su un mare d’olio ed il risveglio è, come direbbe sempre Pino, “ da Cine” Guardando l’isola capisco, con i dovuti distinguo, ciò che devono aver provato Salvatore “Doddore” Meloni ed il suo manipolo di Indipendentisti del Par.I.S.(partidu indipendentista Sardu)quando nell’ormai lontano 1978, insediandosi sull’Isola, proclamarono il nuovo stato Indipendente di Malu Entu.

Il tutto conclusosi nel 2008, con un blitz di Carabinieri e Guardia Forestale, che smantellarono l’accampamento nel quale viveva il Meloni ed arrestando tutti. Ripartiamo, dando un’occhiata da vicino allo scoglio del Catalano, per Carloforte, dal quale Vi abbiamo già mandato la Cartolina. Ancora con un bel maestrale che ci accompagnerà per tutte le 50 e passa miglia del percorso.

Gran bel lasco !!! Finalmente!!! Bonu Entu a totu

Testo ed immagini di Adriano Gatta

Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela.

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