Bimbi a bordo? Tutti i consigli giusti del papà-medico
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Caratteristiche imprescindibili della barca che andrete a scegliere è che abbia spazi adeguati e attrezzature adatte a ospitare i più piccoli. A parità di budget meglio preferire uno scafo confortevole e con ampi gavoni dove stivare ciò che serve (passeggino, seggiolino in tubo-tela da fissare con gli appositi agganci al tavolo della dinette, giochi, pannollini). Certo, la barca sarà meno performante, ma quel che conta è navigare tranquilli e in sicurezza: con un solo bambino serve uno scafo di almeno 9 metri, con due bambini uno di 11-12 metri mentre per le famiglie più numerose meglio orientarsi sui 13-14 metri. Bisogna considerare un corretto spazio per permettere ai bambini di muoversi e dedicare loro una cuccetta, li fa sentire a casa. Sicuramente uno degli aspetti più importanti nella preparazione della barca è la messa in sicurezza degli ambienti: il consiglio è di mettere delle reti alle battagliole per evitare cadute in acqua e di montare nelle cuccette dei “teli antirollio” per avere allo stesso tempo dei pratici box-giochi e dei lettini sicuri (soluzione ideale per i bambini di età inferiore a un anno, che in alternativa possono anche essere sistemati in comode amache appese alle cuccette a simulare il movimento della culla). Un altro accorgimento per evitare botte e cadute dolorose è quello di proteggere le pareti laterali con dei cuscini. Il pozzetto deve essere ampio, libero da tavoli fissi, e coperto da un tendalino ombroso, essendo il posto in cui i bambini passano la maggior parte del tempo, soprattutto in navigazione. Per questo motivo è bene liberarlo anche da drizze e scotte riunendole tutte in apposite tasche ai lati della tuga. Meglio se la coperta non presenta troppi dislivelli e se lo scafo è dotato di specchio di poppa con plancetta che favorisce il bagno e la discesa in porto. Ricordatevi inoltre di verificare sempre la chiusura di tutti gli osteriggi, che rappresentano probabilmente uno dei problemi più insidiosi.

Portare i bambini in barca significa anche programmare con attenzione le varie tappe della crociera, rinunciando in parte alla filosofia del “vivere alla giornata”. Sono infatti consigliati approdi attrezzati con possibilità di sbarcare a terra in maniera semplice e in ogni condizione meteorologica: rade dove fare giocare i bambini e tappe brevi correlate dal famoso “piano B”, ossia, in caso di bisogno, avere sempre una valida alternativa di ormeggio rispetto alla meta prevista. Può essere divertente anche navigare in flottiglia con altre coppie con figli: i bambini avranno così con chi socializzare e giocare. Nel suo volume, Andrea Cestari suggerisce cinque itinerari estivi adatti a una famiglia con bambini a bordo: il primo è la Costa Azzurra e le isole Porquerolles per il favorevole meteo nei mesi più caldi e per i porti ovunque ben attrezzati; il secondo è l’Arcipelago Toscano da girare seguendo la direzione del maestralino estivo; il terzo itinerario prevede la Corsica, da circumnavigare in senso antiorario ( si consiglia la parte orientale dell’isola per la presenza di spiagge di sabbia) e il nord della Sardegna per la sua varietà di approdi; il quarto consiglio ci porta alle isole Incoronate in Croazia per le perfette condizioni meteo e la possibilità di fare vivere i bambini a diretto contatto con la natura e infine le Isole Eolie, quando i figli sono però già più grandicelli.

La parola magica è una: organizzazione. Preparare i pasti la mattina, prima di mollare gli ormeggi e conservarli in termos, affinché siano sempre pronti. La cambusa dovrà prevedere i loro cibi preferiti in quantità, a seconda della meta, non sempre facili da reperire (biscotti, formaggini e minestre liofilizzate sono d’obbligo). E ovviamente, a colazione niente latte, perché favorisce l’insorgere del mal di mare. Meglio tè e biscotti secchi. L’imbarco dei giochi è un’altra delle operazioni clou: l’ideale sono quelli di plastica, perché galleggiano. Qualche libro di fiabe per la sera, una piscinetta da installare a prua durante le pause in porto, paletta e secchiello per la spiaggia, basteranno a sedare anche i più vivaci. E in valigia cosa non deve mancare? Maglioni di lana, cerata, stivaletti di gomma, per essere sicuri di avere sempre il modo di tenerli al caldo e non dimenticate di rifornirvi di creme solari a schermo totale e resistenti all’acqua (la pelle dei bimbi è molto sensibile a sole, vento e sale). Durante la navigazione, soprattutto nei momenti più frenetici (entrata e uscita dal porto, issata e ammainata delle vele) il consiglio è quello di spiegare sempre ai bambini quello che sta succedendo, con calma e cercando di trasmettere loro una sensazione di tranquillità e di sicurezza. Una soluzione interessante per i bambini molto piccoli è quella di fissare un seggiolone al tambuccio: in questo modo è possibile manovrare, specialmente durante le operazioni di ormeggio, senza dover continuamente tenere d’occhio il pargolo. Navigando a vela è bene cercare di portarli in pozzetto e, se le condizioni meteomarine o la loro eccessiva esuberanza lo richiedono, è opportuno usare le cinture di sicurezza. Inutile veleggiare con la barca troppo sbandata o rimanere fermi piantati in bonaccia con le vele che sbattono per assenza di vento, questa situazione creerebbe inutili nervosismi.
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1 commento su “Bimbi a bordo? Tutti i consigli giusti del papà-medico”
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