Regata, divertimento e amicizia: la ARC di Nico Malingri con la "Mezza sporca dozzina"
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Li avevamo lasciati nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, a ragionare sulla loro opzione Sud, Nico Malingri e la “Mezza sporca dozzina” (LEGGI QUI IL RACCONTO DA BORDO). Li ritroviamo dopo il loro arrivo a Santa Lucia, Canarie, con un risultato in classifica arrivato quasi “all’insaputa” (Decimi overall e primi di classe) e una grande soddisfazione nell’avere portato a termine la traversata con il giusto mix tra spirito agonistico, condivisione dell’avventura e marineria. Torniamo a bordo del Baltic 51 Dew, per scoprire con il racconto del “Nano” Malingri come è andata la seconda parte di traversata.
Duemila miglia nell’Aliseo con qualche sorpresa “agonistica”
Ed eccoci nell’aliseo , un dritto di 2000 miglia con niente in mezzo ci separa dall’arrivo. La previsione è di vento esteso per tutto il centro Atlantico, di quelle che mi sognavo io durante la lunga attesa per il Dakar-Guadalupe , quindi anche i nostri avversari a nord camminano. Alla fine la nostra strategia ha pagato ma non come volevamo , solo la prima di classe è andata via e con il resto della flotta siamo posizionati più o meno uguali, anche se noi abbiamo fatto parecchia più strada.
Il gioco è poggiare il più possibile per fare meno bordi e ovviamente meno strada. E seguire il vento e le sue variazioni , ovvero scegliere sempre il bordo migliore e calcolare le strambate . Ma sopratutto andare forte . Qui si vedono le differenza tra le imbarcazioni , la finezza nel regolare le vele e la qualità dei timonieri……..o dei piloti . Piccole variazioni di velocità o gradi al vento si fanno sentire in 10 giorni o più. Noi scendiamo con dei gennaker , l’assenza del tangone si fa sentire, ci costringe a orzare parecchio e non possiamo tangonare il fiocco che con gli aumenti di vento è fondamentale . E anche il nostro pilota non è dei migliori , ma non ci facciamo scoraggiare e lottiamo per il secondo posto in classe . Una mattina, moto presto, il secondo di quel momento ci incrocia, noi mure a dritta verso ovest, lui che scende verso sud, e gli strappiamo la posizione . A bordo notano la cosa e strambano anche loro , mettendosi ad inseguirci , cosi ci ritroviamo a 1500 miglia da qualsiasi cosa a fare manovre di Mach Race . L’equipaggio ovviamente si esalta e iniziamo a spingere , sul il gennaker da poppa ed ecco che iniziamo a guadagnare . E giusto quando l’avversario stava sparendo a poppa , un bel boom…… e il gennaker se ne sta li a sbandierare .
È saltata la mura ,come se qualcuno avesse deciso di sparare il gennaker a caso. L’equipaggio agisce rapido , i ragazzi saltano fuori e ammainano in Gennaker , e nella sfiga sono soddisfatto della crew. Noi avevamo tutte vele rollabili e quel gennaker aveva la calza , ma per fortuna avevamo dovuto provare l’ammainata classica qualche giorno prima , e tutto è andato liscio. Ero contento che l’equipaggio funzionasse bene, le rotture possono essere momenti concitati , e invece bisogna rimanere calmi e metodici . Che poi in realtà ero incazzato come una biscia per il gennaker , mossa stupida non averlo ammainato . Per fortuna si è rotto molto bene e ripararlo sarà facile , ma comunque brucia parecchio . Code a riva e continuiamo cosi , approfittiamo per mettere a posto drizze e scotte rovinate e a sera strambiamo e ci sganciamo dall’avversario.
Abbiamo continuiamo così per diversi giorni e perfortuna il vento è stato abbastanza forte da non farci rimpiangere il gennaker da poppa. Scaricando il meteo regolarmente e con consigli da terra abbiamo tracciamo la nostra rotta tra varie strambate e turni che si susseguono. La vita di bordo procedeva tranquilla tra chiacchiere e risate, belle mangiate , libri letti e partite a scacchi. Dopo il toure de force per mangiare il contenuto del freezer prima che si spegnesse abbiamo anche ripreso a pescare , ma ora i sargassi ci ostacolavano impigliandosi nelle traine , e abbiamo avuto poco successo.
L’equipaggio stava bene, qualche acciacco e un po di stanchezza , ma niente che non si potesse risolvere con la farmacia di bordo o un buon aperitivo . Eravamo tutti in contatto con familiari, chi più chi meno regolarmente , e a casa si era formato un tifo sfegatato.
La battaglia per il secondo posto è continuata con barche che rimanevano in dietro e barche che si facevano avanti , e il primo lontanissimo. Alla fine siamo arrivati terzi e siamo soddisfatti così. Due giorni prima di arrivare abbiamo perso anche l’uso del bompresso , il che non è stato simpatico , ma abbiamo affrontato anche quello.
E giusto a un giorno dall’arrivo , ancora mai toccati da una goccia di pioggia , è iniziato il brutto e siamo stati sotto ai groppi tutto il giorno e la notte , con una bella onda incrociata che ci ha costretto a timonare sempre .
Ed eccoci all’ultima alba , sono al timone da 4 ore e ho Luciano seduto di fianco , Ludo sta facendo il caffè di sotto, quando avvistiamo terra. È da un po che la cerco e finalmente vedo spuntare le colline di S.Lucia , ombre dietro le nuvole . Lucianone di fianco a me è contento , anche se non lo da troppo a vedere , e io per lui . Il sogno di una vita , mi dice , non mi emoziono più perché ho un età , ma sono contento , per me e i ragazzi . E stata una bella esperienza, alla faccia delle rotture.
Poi mi ringrazia ,e io ringrazio lui . Alla spicciolata esce il resto dell’equipaggio, e stiamo li a chiacchierare mentre facciamo le ultime 2 ore di navigazione , con dei sorrisi ebeti sulla faccia. Nel canale tra le isole onda e vento aumentano , ed entriamo rapidi nella baia di Rodney Bay . L’odore di terra ci colpisce le narici , l’acqua turchese e la vegetazione verde acceso ci riempiono gli occhi , e ognuno sta li a pensare cosa vuol dire per lui terra . Chi resta , chi parte , chi arriva . Foto di rito e tagliamo il traguardo , ammainiamo le vele nella baia e ci dirigiamo verso il porto .
Ad aspettarci qualche amico e un punch , è stato divertente , tante risate e allegria, contando che erano le 7 di mattina . Io purtroppo sono dovuto partire al volo per altri impegni , e nel pomeriggio ho salutato l’equipaggio , uno per uno , come vecchi amici,con un po di emozione, anche se praticamente li ho conosciuti tutti neanche un mese fa . Questa cosa magica che fa la barca di unire sconosciuti non finira mai di sorprendermi.
PS: Alla fine scopriamo di avere chiuso decimi la classifica overall della divisione cruising e abbiamo vinto nella nostra classe. E vai così!
Nico Malingri
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1 commento su “Regata, divertimento e amicizia: la ARC di Nico Malingri con la "Mezza sporca dozzina"”
Forse òi ritroviamo a S.Lucia, Caraibi, non certo Canarie, ma chi scrive…