Tempesta alla Volvo Ocean Race: lasciate ogni speranza o voi che entrate
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Stare davanti alla tempesta e provare a stravincere la tappa o pensare alla sicurezza e farsi da parte tirando il freno? E’ questo il dilemma della Volvo Ocean Race, quando all’arrivo di una depressione con venti oltre i 50 nodi mancano ormai pochissime ore. Pascal Bidegorry, Joan Vila, Jules Salter, Andrew Cape, rispettivamente i navigatori di Dongfeng, Mapfre, Team Akzo Nobel e Brunel hanno scelto: vogliono stare davanti al fronte, sfruttare la sua massima potenza senza alzare il piede dell’acceleratore, spingendo i Volvo Ocean 65 all’estremo, in un lasco stretto dalle velocità brutali e in condizioni dantesche.
Si stanno chiamando fuori invece Turn the Tide on Plastic, Vestas 11th Hour Racing e Scallywag, i quali stanno puntando decisamente verso nord per non restare sulla traiettoria della tempesta. Il tutto sta avvenendo circa 300 miglia a nordovest di Marion Island, a 1200 miglia dalle Isole Kerguelen, nel nulla dell’Oceano Indiano.
La terza tappa della Volvo Ocean Race, 6500 miglia da Città del Capo a Melbourne, con ogni probabilità vivrà una fase decisiva nelle prossime 12 ore. La tempesta per Dongfeng, Mapfre, Team Akzo Nobel e Brunel è una scommessa: vincerla significa essere certamente nel gruppetto di barche che si giocheranno la vittoria in Australia, perderla significa rischiare di non arrivare al traguardo, ci sono pochi compromessi. Chi invece la scommessa ha deciso di non giocarla resterà in attesa con una tattica più prudente, cercando di limitare i danni in termini di miglia perse dai fuggitivi con l’obbiettivo principale di portare la barca fino all’arrivo, ma all’arrivo mancano ancora 4700 miglia.
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