Le GATTA-CARTOLINE Saluti e baci dalla… Costa Nord-Ovest

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Prosegue il viaggio di Adriano Gatta sulla Rotta Sardegna – Trapani -Sardegna, in direzione “ostinata e contraria). Ecco l’undicesima puntata…

La costa W della Sardegna è molto lunga e varia. Ecco il motivo per cui ho pensato di spezzare il racconto del nostro viaggio in più parti.

Nell’ultima puntata siamo arrivati ad Oristano ed oggi vi mando questa cartolina che riunisce i due giorni occorsi per vedere i luoghi della costa nord-ovest da capo S. Marco sino ad Alghero, saltando Bosa dove, peraltro, abbiamo passato una notte ma che da sola merita una presentazione, che, puntualmente, vi racconterò nella prossima puntata.

Il risveglio a Tharros è stato una piacevole sorpresa. C’eravamo lasciati la notte scorsa, dopo la spaghettata, che non sapevamo esattamente dov’eravamo ancorati e, uscendo in coperta, di mattina, scopro, con sommo piacere, di aver fatto, involontariamente, un ottimo ormeggio. Esattamente di fronte alle rovine Fenicie, a circa 200 mt. dalla riva, ed altrettanti dall’altra barca, su 3 mt. di fondale di alghe talmente fitte e alte da tenere avvinghiato il BP3.

Splendida colazione durante la quale ridiamo delle incazzature del giorno precedente, riproponendoci, comunque, di non entrare mai più nel golfo di Oristano……Tharros merita una visita, il resto…….

Il vento del giorno prima è calato, la termica non è ancora arrivata e quindi doppiamo capo S. Marco a motore e ci dirigiamo verso Capo Mannu.
Nel frattempo il sole inizia a scaldare e puntuale la termica arriva(ma perché sempre di bolina ?).

Veleggiamo lungo costa lasciandoci sulla sinistra l’Isola del Mal di Ventre dove andremo nel ritorno da Alghero. Doppiato Capo Mannu, il maestralerinforza sino a 25 nodi(e te pareva…), siamo costretti a “saltare” Is Arenas e la sua bellissima spiaggia e puntiamo sulla baia di Santa Caterina di Pittinuri, con le sue bianche scogliere,dove vorremmo almeno vedere, visto che il bagno ce lo scordiamo, la piscina naturale di Su Riu de sa Ide e l’Archittu ma, purtroooppooo, vento e mare non ce lo permettono e sfruttiamo il riparo della baia per dare una mano(ormai è ben oliata).

Beh le vedremo al ritorno…..forse…..
L’unico lato positivo è che c’è un bel sole e veleggiamo bene di bolina larga toccando i 7,2 knts. La nostra meta, a questo punto, è Bosa.
Tre bei bordoni lunghi, durante i quali incrociamo, noi mura a dritta, un 55 piedi Svizzero che sfreccia via al lasco con un gigantesco gennaker….che rabbia. Ma perché sono sempre dalla parte sbagliata ?

Forse è perché sono Svizzeri ed hanno il Franco forte che possono avere il vento che vogliono ? bah !!!

La costa verso Bosa è cromaticamente molto particolare. Rocce ricche di manganese che le rende verdi, ti danno l’impressione di navigare su Marte.
Entriamo a Bosa, nel suo Porto Fluviale(ma di questa bellissima cittadina ve ne parlerò nella prossima puntata).

A Nord di Bosa la costa si fa ancor più alta e rocciosa e scompaiono le spiagge; qui il Maestrale non scherza, sotto le sue raffiche urla e biancheggia il mar, proprio come diceva Carducci.

Fortunatamente per noi, invece, c’è una leggera brezza che, veleggiando, ci porta sino a Porto Managu( ricordate ? qui porto sta ad indicare un approdo, una baia, una caletta),una bella baia con un isolotto che la ripara dove diamo fondo verso l’ora di pranzo.

Bagno di rito sino a riva a scambiare due chiacchere con una famigliola veneta che è arrivata qui in auto e si è accampata qui. dopodiché le tre barche di turisti (è domenica)presenti se ne vanno e restiamo soli e in quel mentre vola sopra di noi un enorme rapace che riconosco immediatamente(coltivo una passione sfrenata per questi spettacolari volatili): è un Gips Fulvus, un avvoltoio Grifone; tre metri d’apertura alare. Volteggia sopra la baia e poi scompare.

I nostri vicini, vista la mia eccitazione mi suggeriscono di andare a capo Marrargiu(1 mg più a nord) dove c’è una colonia che nidifica.

E così facciamo e appena giunti, non potendo dare fondo visti i 30 mt di profondità, stazioniamo attorno al capo e scattiamo decine di foto ai numerosi grifoni presenti, sia in volo che fermi sui loro posatoi. Prima di ripartire, mentre Marghe resta in barca e ci aspetta a motore acceso, entriamo nell’ enorme grotta col tender….spettacolare!!!

Risalpiamo e visto che il vento è calato ne approfittiamo per costeggiare da vicino l’ultimo tratto che ci separa da Alghero. Bellissime, microscopiche calette e rocce a strapiombo: caletta Marrargiu, cala Fenuggiu, l’isolotto di Pagliosa, porto Tangone( dietro a punta Spinnaker…) e finalmente la minuscola spiaggetta di Sa murena dove facciamo l’ultimo bagno e Beppe dà sfoggio della sua voce da tenorino con una famosa canzone della compianta Giuni Russo…..(vedi foto)

Sono le 17, non ci resta che entrare ad Alghero e cercarci un ormeggio…..
Eh, dura la vita del Marinaio……
Ciao a tutti

Testo ed immagini di Adriano Gatta

Adriano Gatta, bresciano DOC, classe 1956, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia (sono sue le foto che corredano il racconto), collabora da tempo con il Giornale della Vela.

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