I paisà e l'Oceano: un 2017 da record per la vela italiana che vuole sognare
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Andiamo quindi a vedere cosa è successo, cosa succederà, riassaporiamo le storie di questi velisti e andiamo a vedere cosa aspetterà ad alcuni di loro.
Mini Transat
Il nostro articolo sui risultati sportivi avrà lasciato qualche malumore (LEGGI QUI), ma la nostra speranza è sempre quella di vedere gli italiani competere al top e giocarsi i risultati importanti, provare a vincere nelle regate che contano come la Mini Transat. E’ stata un’edizione difficile (LEGGI QUI IL RECUPERO DELLA BARCA DI LUCA SABIU) per i nostri (LEGGI QUI LE LORO STORIE), macchiata anche da un po’ di sfortuna, ma la scuola mini italiana ha ancora una volta detto “presente” e questo è comunque un segnale di vitalità e speranza per il futuro. Abbiamo tanti appassionati, abbiamo anche diversi velisti dal grande talento, serve il coraggio per fare il grande salto di qualità e avvicinarci ai francesi.
Transat Jacques Vabre
Nessuno dei nostri partiva con i favori del pronostico, e alla fine il migliore risultato è stato dopo tutto quello più inatteso: il sesto posto di Colombre XL (LEGGI QUI) vale oro considerato che Massimo Juris e Pietro Luciani non sono dei professionisti (LEGGI QUI LA LORO STORIA) e questo risultato gli vale fra l’altro il secondo posto nella classifica generale del campionato Class 40 2017, un grande finale per la coppia veneta.
Per Andrea Fantini e Alberto Bona (LEGGI QUI LA LORO STORIA) l’epilogo è stato invece più che amaro. L’urto contro un oggetto, il timone fuori uso e l’inevitabile ritiro ha messo fine quasi subito alla loro Transat Jacques Vabre. Un vero peccato per i due giovani velisti italiani, ma la buona notizia è che c’è già un prossimo obbiettivo: la Route du Rhum 2018, prendersi una rivincita è infatti obbligatorio!
Giancarlo Pedote invece sta coltivando il suo sogno, quello di essere al via del prossimo Vendée Globe (LEGGI QUI). Per farlo però occorreva prima mettere piede su un’IMOCA e il velista toscano ha colto al volo l’occasione che gli aveva lanciato Fabrice Amedeo. Sapeva di dover lottare per le ultime posizioni data la barca di vecchia generazione, ma lo ha fatto con la solita professionalità dimostrando perché merita di stare nella vela dei “grandi”.
TRANSQUADRA
E’ la regata dei quarantenni, vi possono partecipare infatti gli equipaggi in doppio o i solitari, a patto di avere compiuto 40 anni ed essere dei non professionisti. Si articola in due tappe, la prima con sto a Madeira, Canarie, la seconda con destinazione Martinica dopo il salto atlantico. A wuest’edizione 2017-2018 partecipa anche un italiano, Paolo Mangione sul suo Pogo 30, che ha chiuso al 20mo posto la prima tappa e si prepara ad affrontare la seconda che prenderà il via a febbraio. Paolo Mangione ha vissuto in Italia fino ai 18 anni, poi ha studiato da medico ed è diventato chirurgo, e oggi si gode la sua Transquadra a bordo del Pogo 30 in coppia con Jean Philippe Germain.
ARC
E’ l’Oceano per tutti, per chi vuole farlo in regata o per chi lo vive come un trasferimento tra vela e motore in compagnia e in sicurezza. Oltre 250 sono le imbarcazioni iscritte che stanno attraversando l’Oceano (SEGUILE QUI), di cui 69 per la ARC+ da Capo Verde, la maggior parte invece per la ARC classica da Gran Canaria con rotta su Rodney Bay, Saint Lucia, Caraibi, tra cui ci sono anche 7 italiane. Si tratta di 2700 miglia, la classica traversata atlantica in regime prevalente di Alisei, a bordo del Baltic 51 Dew anche Nico Malingri, che ci ha raccontato lo stile italiano in Atlantico LEGGI QUI.
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