Mentre la Volvo Ocean Race annuncia Richard Brisius e Johan Salén con gli incarichi di Presidente e co -Presidente, in sostituzione del dimissionario Mark Turner, mentre la seconda tappa da Lisbona e Cape Town volge alle battute finali come vi racconteremo di seguito, restano aperti gli interrogativi sul futuro della regata.
La visione di Mark Turner, super Volvo 60 foil per le tappe offshore e foil cat per le inshore, era troppo futurista? Serve più tempo per metterla a punto? E’ ancora valida? In attesa di avere risposta a tutte queste domande, c’è chi ci crede ancora e ha proposto concretamente un progetto alla Volvo Ocean Race. Stiamo parlando dello studio D3appliedtechnologies fondato da Gonzalo Redondo, specializzato in studi aero/idrodinamici, con il quale collabora anche l’italiano Giovanni Belgrano, il quale ha lanciato un progetto di un multiscafo foiler di 40 piedi da impiegare nelle tappe inshore della Volvo Ocean Race.
Il concept della barca è quello tipico dei super foiler, con derive e timoni a L, ma la novità è che questo 40 piedi è stato pensato per essere “ripiegato” e stivato velocemente in un container, per viaggiare da una parte all’altra del globo seguendo le tappe della Volvo Ocean Race.
LA REGATA
Ma nel frattempo il presente è il primo “tappone” oceanico in corso, da Lisbona a Cape Town, che volge in queste ore verso le battute finali restando quanto mai incerto. La flotta dei sette Volvo ocean 65 sta passando in queste ore all’altezza della sperduta Tristan da Cunha, navigando in un flusso da nordovest di 20-25 nodi. Turn the Tide on Plastic e Team Sun Hung Kai hanno deciso di passare a nord, il resto dei concorrenti ha optato per il sud. In questo momento la leadership è contesa dagli spagnoli di Mapfre, che guida, seguita a stretto giro da Vestas, Dongfeng e Brunel, tutti racchiusi in appena 30 miglia. Velocità altissime nelle ultime 24 ore, con medie sempre superiori ai 20 nodi e percorrenze oltre le 400 miglia.