YoL, Enrico Malingri vi svela tutti gli ingredienti per un refitting vincente
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Un refitting è una operazione importante, che se condotta con intelligenza, porta a migliorare tanti aspetti di una imbarcazione. Alcune barche ne possono beneficiare più di altre, perché possono essere più facilmente modificate e aggiornate alle più recenti e attuali soluzioni tecniche ed estetiche.
Spesso le barche progettate negli anni 2000 si prestano a questo upgrade, come testimoniano diversi refitting di successo operati su Wally ed altre barche blasonate.
Io ho avuto quest’anno l’occasione di intervenire su YoL (che sta per Years of Laughter), un Vallicelli 68 costruito dall’allora cantiere CN Yacht 2000, poi rilevato da Ice Yachts Srl. La barca era perfetta per l’operazione, moderna, con costruzione leggera in sandwich, robusta e con un piano velico generoso, interni ed impianti di ottima qualità e realizzazione.
Il successo di una operazione di questo tipo ha però bisogno di diversi elementi sinergici, che devono lavorare bene insieme, come un Team di Coppa America. L’alchimia non è sempre facile, ma con YoL è stata perfetta. Qui di seguito, per chi sta pensando ad un’operazione di questo tipo, le linee guida principali.
GLI INGREDIENTI PER UN REFITTING DI SUCCESSO
A. L’armatore
Serve un armatore “illuminato”, cioè una persona intelligente che faccia buon uso delle sue risorse economiche e che da bravo manager sappia scegliere la giusta squadra. Nel panorama caotico odierno, dove sono svariate le persone, i cantieri, gli artigiani e quant’altro che si propongono a vario titolo per un lavoro simile, non è impresa facile.
Scelte le persone, bisogna poi ascoltarle e saper seguire le loro indicazioni tecniche, mantenendo il controllo del budget e delle scelte in funzione delle proprie esigenze funzionali ed estetiche, sino a dove esse sono realizzabili.
B. Il cantiere e la sua squadra
La prima scelta dell’armatore è questa, ed è quella fondamentale. Nel nostro caso l’armatore di YoL si è rivolto a chi la barca l’aveva costruita, ovvero agli uomini che oggi vestono la casacca di Ice Yachts, alla società che ha dimostrato di sapere evolvere ed innovare con le sue nuove imbarcazioni.
Io sono a capo della sezione refitting Ice Yachts, e faccio questo lavoro da tanto tempo, con la giusta esperienza e l’autonomia, ove necessaria, della mia società Malingri Marine.
Con Marco Malgara, patron di Ice Yachts, abbiamo scelto come base logistica il cantiere Ornic Srl a Marina Di Carrara di Mario e Serena Testai. Abituati a questo tipo di operazioni, i Testai hanno fornito un preziosissimo supporto in ogni situazione, con loro c’è un rapporto consolidato da anni.
Fondamentali i miei ragazzi, e le figure chiave in Ice Yachts, quelli che poi il lavoro lo realizzano: se non c’è la giusta mentalità e competenza il risultato buono non arriva. Sono persone eccezionali, molti di loro hanno navigato tanto…come il mio alter ego Matteo Bassan, 9 traversate atlantiche, oppure come Sandro Manzani, mio cugino, che con un Moana 33 auto costruito è arrivato in Malesia e sta 6 mesi all’anno in barca, tutti gli anni da 20 anni. Oppure come Marco Malingri, che con Renzo ed Andrea Ricci si occupa della parte rifacimento coperte in teak, e poi Daniele, Andrea, Giuliano, Alessio, Max e tutti gli altri che hanno collaborato.
Non si riesce a fare un lavoro di qualità alta senza questo tipo di approccio; noi lavoriamo e forniamo soluzioni all’armatore come se la barca fosse nostra. Non spingiamo mai l’armatore a fare lavori inutili, anzi cerchiamo sempre di limitarli, quello che ci preme è la marinità della barca, le prestazioni, la sicurezza, che sia tutto pronto per vivere a bordo e navigare….la barca non dovrà stare ferma in porto.
C. Il progettista
Per lavori importanti come quelli fatti su YoL serve anche la mano del designer della barca, in questo caso abbiamo avuto il privilegio di lavorare con l’arch. Andrea Vallicelli e con il suo alter ego tecnico ing. Alessandro Nazareth. Due persone squisite di grande esperienza e competenza tecnica, che hanno saputo realizzare ed interpretare al meglio le idee e i gusti dell’armatore.
D. La logistica
E’ importante essere in un posto che ha rapido accesso alle materie prime che servono per la lavorazione ed artigiani che le forniscono. Stucchi, vernici, Sika, resina, legno, viteria inox, fabbri che sanno lavorare l’inox, tornitori, meccanici specializzati, verniciatori, elettricisti. Devo dire che Marina di Carrara e La Spezia sono ottime sotto questo punto di vista, anche li ho creato una rete formidabile.
GLI INTERVENTI EFFETTUATI SU YOL
Ora veniamo a noi e vediamo il tipo di interventi fatti su YoL per rendere attuale questa bella barca one-off che nasce dalla matita di Andrea Vallicelli.
In termini di look e funzionalità 7 sono gli i grandi interventi migliorativi su YoL, partiamo da prua.
1. Definiera in sostituzione di bompresso retrattile e braccio ancora
La proposta di quegli anni sulle barche più moderne vedeva un bompresso retrattile abbinato a un braccio snodabile per calare l’ancora. Entrambe le soluzioni hanno dimostrato di essere laboriose e di più difficile gestione rispetto alle più moderne delfiniere.
Le prime delfiniere moderne le abbiamo viste in primis sugli open 60 di quegli anni, barche sempre pratiche e che più di ogni altra tipologia hanno innovato e dettato le mode e le forme che ora sono un “must” anche per le barche di serie.
La delfiniera moderna ha il grande pregio di essere sempre pronta, e soprattutto di avere l’ancora integrata; altro che braccio ancora pivotante, che è quanto di più pericoloso, complicato e strutturalmente delicato per una barca da crociera operata da comuni mortali. Se poi pensiamo ad un ancora da 50 kg con catena da 12 mm, manovrata a mano, una vera follia.
2. Boccaporti filo coperta
Un intervento puramente estetico che però ti toglie 10/15 anni in un colpo solo, come una tinta ai capelli quando hai 50 anni: la barca così entra di diritto nei dettami del look odierno.
Lavoro complicato che vede la posa di frame resinati al ponte dove accogliere i nuovi boccaporti a filo, inoltre bisogna realizzare i tubi di scolo a acqua, rifare le mastre in teak della coperta, modificare i ciellini interni. Se si moltiplica il tutto per 10 boccaporti, come nel nostro caso, ne deriva una incombenza non da poco. Per fare il lavoro ad hoc abbiamo dovuto far stampare delle flange in resina poi installate nella coperta.
3. Spostata timoneria con colonnina inclinata più a poppa nel pozzetto
Il refitting è anche un momento importante per correggere quello che non era centrato al 100%.
Nel nostro caso avevamo un pozzetto con delle panche non molto lunghe e le timonerie montate su colonnine integrate con la fine delle panche. Davanti alle timonerie i winch, quindi il risultato era un’area molto congestionata poco funzionale.
E’ stato proposto all’armatore – che peraltro voleva panche più lunghe in pozzetto – di installare nuove colonnine moderne in carbonio, inclinate circa a 1,3 mt dalla fine della struttura panche laterali. Le stesse sono quindi state allungate di un buon 60/70 cm, i winch sono stati riposizionati più razionalmente su un pianetto alla fine delle panche.
Il risultato in termini di ergonomia, funzionalità e look è stato sorprendente.
4. Consolle design innovativo
L’armatore di YoL, esteta nato, è stato molto bravo ad ispirare lo studio Vallicelli a disegnare delle consolle che si sviluppano inclinate verticalmente invece che orizzontali, quindi diverse da quelle che si vedono su tutte le barche. Io ci ho messo del mio per fare si che esse potessero accogliere tutti gli strumenti e abbiamo montato delle pulsantiere per tutti i comandi delle luci esterne e manovre elettriche. Una cosa sperimentata da tempo in navigazione in modo che dal pozzetto puoi controllare tutto, molto pratico soprattutto di notte.
5. Nuovo timone e impianto timoneria
Una caratteristica che si è affermata tra fine anni 90 e inizio 2000 sono timoni sempre più importanti con grande sviluppo verticale per essere leggeri ed efficienti e controllare piani velici sempre più potenti.
Nel caso di YoL il vecchio timone era decisamente piccolo già di suo tenuto conto del piano velico, e si è quindi optato per una nuova pala del timone. Abbiamo salvando il vecchio asse e relative boccole.
Lo studio Vallicelli ha quindi disegnato, ed Ice Yachts realizzato, un bel timone moderno, che si è rivelato molto leggero, potente ed equilibrato.
Con nuovo timone e colonnine sono andate di conserva nuovo impianto di timoneria con pulegge, frenelli, assi pignone e catene e geometria rivista. Anche questo ha contribuito molto ad avere un timone molto più leggero, tenuto presente che il vecchio impianto era più adatto ad un 80/90 piedi.
6. Coperta in teak e mastre perimetrali
La coperta versava in condizioni abbastanza pietose e per questa ragione la maggioranza dei cantieri interpellati dall’armatore in fase di gara gli avevano proposto di rifarla ex novo; io invece ho verificato che c’era un buon teak con ancora uno spessore da 10 mm. Con un lavoro da certosini abbiamo staccato circa il 10% delle doghe e le abbiamo sostituite con delle nuove, e abbiamo sostituito tutte le mastre perimetrali e rigommato e carteggiato tutta la superficie. Il tutto con un grosso risparmio per l’armatore. Il risultato? Un ponte praticamente nuovo, gommato grigio all’ultima moda.
7. Interni
• Si è rifatto il tavolo principale della dinette con un disegno più attuale.
• Modificata zona di dritta creando una divano/letto che con l’aggiunta di due pouff amovibili crea una ampia zona relax.
• Inserita lavatrice Dawood a muro piccolissima da casa, sotto il lavandino bagno di diritta, non so neanche come abbiamo fatto, abbiamo lavorato in uno spazio veramente angusto.
• In cucina aggiunta lavastoviglie, sostituita cucina a gas e creato un gavone pentole in un angolo morto della cucina che non era sfruttato.
• Cambiate tutte le rubinetterie.
• Cambiate tutte le antine di tutti gli armadi e cassetti che avevano una grande cornice di look obsoleto.
• Cambiate tutte le maniglie porte ed antine.
• Sostituite televisioni salone e cabina con apparecchi più grandi e moderni.
• Dipinta la cabina equipaggio.
• Nuovi faretti a led in tutta la barca
8. Varie principali
• Riverniciatura totale dell’opera morta e della coperta con nuovo colore grigio “Thames Mud” estremamente accattivante
• Asportata tutta antivegetativa da opera viva e applicato ciclo primer epossidico.
• Deriva portata a metallo e applicato speciale ciclo primer epossidico.
• Nuovi cancelletti laterali entrambe le murate.
• Elettronica aggiornata.
• Nuove bitte e passa cavi. Aggiunte quelle a mezza nave.
• Spostato quadro comandi motore.
• Nuovo tender con specchio di poppa ribaltabile con selle in teak massello posizionate con boccole per golfari sulla coperta.
• Nuovo tavolo pozzetto ingrandito con nuova cuscineria.
• Rivista tuta l’illuminazione pozzetto.
Si sono fatti poi innumerevoli lavoretti, liste che diventano interminabili ad ogni meeting con l’armatore, ma che rendono la barca funzionale al 100%. Io sulla mio Black Swan – uno Swan 47 di S&S del 1975 – ho una mia lista che mi trascino dal 2005. Ogni anno vengono depennati i lavori fatti ma se ne aggiungono di nuovi, una lista che come ogni barca amata dal suo proprietario al 100% non terminerà mai.
Buon refitting a tutti!
Enrico Malingri
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