Dalla battaglia Stato contro porti, arrivano buone notizie per chi naviga
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Una battaglia che dura da anni contrappone i porti turistici italiani allo Stato. Si tratta dei canoni demaniali dovuti allo Stato, proprietario delle coste, dalle società che “affittano” lo spazio.
Lo Stato, stracciando gli accordi già presi con le strutture portuali, nel 2007 ha richiesto nuovi canoni sino a tre volte superiori a quelli pattuiti. Da qui una lunga battaglia in tribunale che a fine ottobre ha sortito un precedente legale che segna un punto a favore dei porti e una sconfitta per lo Stato.
ECCO PERCHE’ LA SENTENZA E’ IMPORTANTE
Non è una questione da poco, perché questo contenzioso riguarda chi ha già acquistato un posto barca o chi ha intenzione di acquistarlo. Le società portuali infatti a chi andrebbero, almeno in parte, a chiedere i costi dell’aumento dei canoni demaniali? Ai loro clienti, ovviamente.
Ecco perché la recente ordinanza del TAR Toscana che obbliga il comune di Rosignano Marittimo, dove ha sede il Marina di Cala de’ Medici che ha presentato l’istanza, a rivedere il canone demaniale innalzato unilateralmente, annullando gli accordi presi in precedenza, è una vittoria anche per i diportisti.
Il leader di questa prima vittoria è Matteo Ratti, CEO di Marina Cala de’ Medici (nella foto), che ha commentato così il risultato: “L’ordinanza del TAR della Toscana è stata la prima a recepire l’indirizzo della Corte Costiuzionale e spero che generi una sentenza che faccia giurisprudenza”.
E ha spiegato finalmente con chiarezza il motivo del contenzioso, in sintesi: “Negli anni ’90 concesse gli spazi demaniali nel settore della portatile turistica a privati interessati a fare investimenti concedendo lo sfruttamento per 50 anni. Più l’investimento era alto e il bene che ritornerà allo Stato acquisiva valore, minore era il costo del canone demaniale. Nel 2007, retroattivamente, il legislatore adegua i canoni con tariffe anche triplicate. Ad esempio, chi prima pagava 150mila euro l’anno, vede il canone triplicato. Recentemente la Corte Costituzionale ha dato un’interpretazione che per prima è stata recepita dall’ordinanza del TAR della Toscana che impone al comune di Rosignano di rivedere i canoni applicati”.
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