Storie da Middle Sea: a bordo del Cookson 50 Endlessgame con il racconto di coach Gabriele Bruni

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A bordo di Endlessgame subito dopo il ritiro. Foto Andrea Scarpa

Le storie di questa Middle Sea Race 2017, segnata da una dura burrasca di Maestrale, non finiscono mai. Dopo avervi raccontato di Sagola (LEGGI QUI), del grande risultato dei ragazzi di Bora Fast (LEGGI QUI),  e della suprema performance del JPK 10.80 vincitore in overall (LEGGI QUI), riceviamo e pubblichiamo un dettagliato racconto da parte di Gabriele Bruni, skipper del Cookson 50 Endlessgame e coach della nazionale italiana Nacra 17. Un racconto tecnico e preciso di come si sono evolute le condizioni meteo e di quanto siano state dure da “digerire” per barche ed equipaggi. Endlessgame di Pietro Moschini, fino al momento del ritiro, stava conducendo una regata importante sia per quanto riguarda la classifica in tempo reale sia per quella in compensato, lottando alla pari con l’altro Cookson 50, Kuka 3 di Franco Nieggeler.

IL RACCONTO DI GABRIELE BRUNI

Gabriele Bruni. Foto Andrea Falcon

La Middle Sea Race sa essere una regata davvero impegnativa, io ho partecipato 6 volte a questa regata e per 3 volte ho trovato condizioni dure. Prima di partire per questa edizione sapevamo perfettamente ciò che ci aspettava ed i modelli meteo in possesso di tutti i Navigatori concordavano che l’arrivo del vento forte sarebbe stato durante la notte di Domenica 22 ottobre.

A bordo di Endlessgame. Foto Andrea Falcon

Il vento sarebbe cresciuto dai 14 ai 30 nodi nell’arco di poche ore con una rotazione dai 276 ai 310 gradi e sarebbe stato preannunciato dal classico arrivo del fronte con precipitazioni. Ma come mai allora gran parte della flotta si è dovuta ritirare? Personalmente ritengo che il 50% dei ritirati era distrutto da stanchezza e mal di mare, vento, pioggia, onde di 4,5 metri da affrontare di bolina per tanto tempo non sono una sciocchezza e chi dice che non è così vuol dire che non ha navigato abbastanza.

Nel nostro caso tutto l’equipaggio ha tenuto bene il mare, abbiamo dovuto far saltare tutti i turni perché quando c’è da lavorare a bordo con vento forte serve tutto l’equipaggio operativo. Alcuni riuscivano a dormire in falchetta appoggiati alle draglie legati stretti con le cinture di sicurezza (io personalmente non sono riuscito a farlo). La nostra barca procedeva a circa 9,5 nodi di velocità di bolina con vento dai 24 ai 33 di reale (con un apparente quindi superiore ai 40 nodi) , le onde impattavano sulla prua molto violentemente e poiché era buio era impossibile vederle bene.

ARRIVA LA BURRASCA

Da principio pensavo che con la rotazione del vento leggermente a dx (aspettavamo vento fino a 310 gradi) sarebbe stato più facile navigare, mi aspettavo infatti che evitando la bolina stretta mure a sx sarebbe stato tutto più semplice, in realtà non è stato proprio così,  diventando infatti bolina un po’ più larga la barca accelerava fino a 12,5 nodi ma le onde restavano esattamente in prua e gli impatti erano ancora più violenti, la barca entrava interamente dentro le onde e la conduzione di notte era davvero complicata. Abbiamo navigato con una mano di terzaroli e il fiocco 4, la barca era in sicurezza tranne qualche bel colpo forte sulle onde.

IL RITIRO SOFFERTO

Purtroppo tra Palermo e San Vito lo Capo, il motore non è più partito, era impossibile manovrare la nostra chiglia, l’alternativa era una pompa idraulica manuale molto lenta ma il motore era KO!

Ho pensato per un po’ di tempo a cosa fare, ho messo sul piatto diverse possibilità, eravamo bene in classifica fino al quel momento e l’equipaggio era stanco ma non del tutto stremato. Avrei potuto decidere di continuare in questo modo limitando le manovre e in caso di aumento del vento ridurre ulteriormente le vele, non avremmo perso molto in termini di tempo, ma poi un pensiero ha cominciato a passarmi per la testa: e se qualcuno cade in mare ? di notte, come facciamo a recuperarlo senza motore? e se per una rottura dobbiamo rientrare in porto a Pantelleria? Con quelle condizioni, come si fa senza motore? E stata una decisione molto sofferta, ma il ritiro dalla regata era secondo il mio parere l’unica soluzione sensata. 

Gabriele Bruni

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3 commenti su “Storie da Middle Sea: a bordo del Cookson 50 Endlessgame con il racconto di coach Gabriele Bruni”

    1. Bello l’ articolo di Bruni, ma neppure una riga per chi nelle stesse condizioni ed imbarcazioni ha partecipato ed è arrivato ? Complimenti a tutti.
      Beppe

      1. Veramente Beppe abbiamo dedicato ampio spazio alla Middle della Burrasca seguendo anche la storia di una delle due barche arrivate italiane (bora fast) e di una ritirata (Fra Diavolo) e anche da bordo del GS 39 Sagola… cerchi Rolex Middle Sea Race sul sito! Cordiali saluti e buon vento!!

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