Barche “piccole” cercasi disperatamente. Coraggio cantieri!

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Ma dove sono finite le barche “piccole”, quelle per andare in crociera con prezzi abbordabili anche alla cosiddetta classe media della popolazione? Reduci dai saloni nautici di Cannes e Genova ci siamo ubriacati di tante  nuove barche esposte in bella mostra in banchina, peccato che la maggior parte di queste novità sono modelli da 14 metri in su. Rari come i tartufi i modelli esposti della taglia da 9 a 12 metri. Ci ricordiamo, a memoria, i nuovi Grand Soleil 34 e Hanse 388.

Ed è recente anche l’annuncio dell’arrivo in casa Dufour del nuovo 360 Grand Large e in casa Italia Yacht dell’11.98  (12 metri) che verrà presentato a fine gennaio al Salone di Dusseldorf e sarà in acqua a settembre 2018.. Per il resto le novità, ricche di innovazioni, facili da usare e con un sensibile aumento di spazi abitabili, partono da 14 metri in su.
Questo non vuol dire che nei listini dei cantieri non ci siano modelli di taglia inferiore, significa però che i produttori hanno puntato tutto su una clientela di fascia alta, capace di spendere, per comprarsi la barca, da 300.000 euro sino a milioni di euro.
Il mercato dell’auto insegna, i modelli di dimensioni maggiori e di prezzo più alto garantiscono maggiore marginalità. E i cantieri sono aziende, devono guardare ai bilanci e alla realtà di un mercato che in questi anni di crisi ha tenuto grazie alle barche “grandi”, quello è stato il segmento trainante. Basta guardare i dati ISTAT per rendersi conto che la classe media in Italia in questi ultimi 10 anni si è impoverita, le famiglie hanno dovuto badare alla retta dei figli all’università più che a comprarsi la barca.  Ma se guardiamo le cose con una prospettiva un po’ più lunga e con ottimismo, se non vogliamo che la nautica a vela non diventi solo un affare “per pochi”, allora i cantieri devono cominciare a pensare di mettere in produzione per gli anni futuri nuove barche per andare in crociera di taglia da 9 a 12 metri. Un investimento necessario per riallargare la base della clientela, partendo dal basso e non solo dall’alto. I margini per offrire nuovi prodotti attrattivi, che spingano vecchi armatori a cambiare la barca e a conquistarne di nuovi, sono enormi. Pensate a quanto sono cambiate le barche in cinque anni. Rispetto alla generazione precedente, sono più grandi e comode a parità di dimensioni, sono più facili da condurre e da manovrare e, soprattutto, non costano di più. Questa ricetta vincente sulle barche di dimensioni maggiori se applicata anche alle barche da crociera di taglia inferiore, creerebbe le condizioni per un piccolo boom della nautica a vela. Manager dei cantieri, guardate lungo. Con un po’ di coraggio.

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