Facce da Volvo Ocean Race: la vita e la regata all'estremo. FOTO e VIDEO

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Leg 01, Alicante-Lisbona, l’oro olimpico di 49er Martine Grael a lavoro su AkzoNobel. Photo by Konrad Frost/Volvo Ocean Race. 26 October, 2017

Guardatela Martine Grael. Lei è una delle più forti veliste al mondo, oro olimpico in 49er, e in questa foto che vi proponiamo in apertura la sua espressione è degna del patos di un Caravaggio. La faccia già sofferta, le labbra che si iniziano a seccare per la salsedine e il sole. Chissà se papà Torben l’aveva messa in guardia su quanto fosse dura la Volvo Ocean Race. Una foto di una bellezza quasi brutale, e siamo solo alla prima di 11 tappe di questo giro del mondo in equipaggio.

Bella e avvincente questa leg 1 della Volvo Ocean Race 2017, da Alicante a Lisbona, con sviluppi in classifica quanto meno inattesi nei pronostici della vigilia. A guidare la flotta verso Lisbona è infatti, un po’ a sorpresa, Vestas 11th Hour Racing dello skipper Charlie Enright, che conserva un margine di 33 miglia sui super favoriti di Mapfre quando al traguardo ne mancano 338.

Leg 01, Alicante-Lisbona, una concentratissima Francesca Clapcich al timone di Turn the Tide on Plastic. Photo by Jen Edney/Volvo Ocean Race. 24 October, 2017

Ad appassionare però, come sempre, è la vita di bordo alla Volvo Ocean Race. Uomini e donne costretti in uno spazio angusto, in condizioni ai limite dell’impossibile, con un ritmo di vita scandito solo e soltanto dalle performance della barca.

Spingere al massimo, ogni minuto, ogni secondo della giornata, senza mollare mai di un millimetro. Vivere in funzione della barca e della sua velocità, cercando sempre quel decimo di nodo che possa determinare un piccolo vantaggio, un minimo recupero sull’avversario.

Il navigatore di Sun Hung Kai/Scallywag dorme di fianco al tavolo di carteggio, costantemente fuori turno, pronto a dare 24 ore su 24 le indicazioni necessarie su meteo e rotta. Photo by Jeremie Lecaudey. 24 October, 2017

E allora ecco il navigatore che dorme di fianco al suo computer, con una sveglia puntata ogni 15 minuti, costantemente fuori turno, per monitorare le mosse degli avversari, l’evoluzione del meteo, la possibilità di fare un piccolo colpo tattico per recuperare o avvantaggiarsi di un piccolo, misero miglio. E’ questa la Volvo Ocean Race, è la vita e la regata all’estremo. 

Peter Burling al timone, Alberto Bolzan alla scotta randa. Un pozzetto stellare per Brunel, ma la classifica ancora non brilla. Photo by Martin Keruzore/Volvo Ocean Race. 26 October, 2017

Ritornando alla classifica, ancora più sorprendente è il terzo posto parziale, staccati di 56 miglia, di Team Akzo Nobel, un team che ha avuto una vigilia quanto mai movimentata con l’ “affaire Tienpont”, lo skipper sbarcato e poi riammesso a poche ore dallo start.

L’uscita da Gibilterra

Classifica provvisoria non meno sorprendente per le altre posizioni: Dongfeng di Charlse Caudelier è quarta, segue Team Sun Hung Kai, Turn the Tide On Plastic dove naviga la nostra Francesca Clapcich.

Rottura a bordo di  Team Sun Hung Kai

Solo all’ultimo posto, staccati di 75 miglia, i super favoriti di Team Brunel dello skipper Bouwe Bekking, con Alberto Bolzan e il golden boy kiwi Peter Burling.

La vita a bordo di Dongfeng

I Volvo Ocean 65 si sono dimostrati veloci nelle condizioni prevalenti di lasco con vento medio incontrate durante la tappa, non esplosivi ma comunque capaci di tenere medie sostenute, e soprattutto il fatto di avere performance identiche ha fatto si che soprattutto la prima parte, l’uscita dallo Stretto di Gibilterra, sia stata combattutissima con gli equipaggi che hanno navigato a vista per lunghi tratti.

Mauro Giuffrè

 

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