Ministri, avete un mese di tempo per rimediare ai vostri errori e salvare la nautica!
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Aprite bene le orecchie, cari ministri. Avete tempo fino al 5 novembre (il giorno in cui scadranno i termini della legge delega per l’approvazione del nuovo Codice della Nautica) per rimediare alle mancanze che di fatto tranciano alla base il buon lavoro svolto da UCINA.
LA MISTERIOSA SPARIZIONE DEL SISTE
Dove sono finiti il Registro telematico delle barche e lo Sportello telematico del diportista? Si, proprio loro. Il fantomatico SISTE, Sistema telematico centrale della nautica da diporto. Come quello delle auto e moto, dove sono inseriti tutti i dati delle imbarcazioni battenti bandiera italiana. Volatilizzato. Oggi, incredibile ma vero come molti sanno, i dati di proprietà e le caratteristiche delle 120.000 barche battenti bandiera italiana sono nascosti nei registri, spesso ancora cartacei, delle Capitanerie di Porto.
E lo STED: Sportello telematico del diportista. Quello che – giustamente – dovrebbe essere uno sportello online per svolgere pratiche relative alla licenza di navigazione (rilascio, aggiornamento, variazioni di natura tecnica, giuridica o di sicurezza, duplicati in caso di sottrazione e smarrimento), il rilascio di certificati (sicurezza, idoneità, navigazione temporanea, licenza provvisoria nei casi previsti dalla legge), l’iscrizione e la cancellazione delle imbarcazioni dal registro nautico. Sparito.
COME “FALCIARE” IL BUON LAVORO FATTO FIN QUI
Probabilmente a causa di una forte pressione delle Capitanerie (mosse da interessi corporativi?), i due elementi chiave della riforma del codice della nautica sono stati eliminati dal testo precedentemente elaborato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e condiviso da UCINA Confindustria Nautica dopo un’infinità di “tavoli tecnici” (“un lavoro che ha duramente impegnato il nostro Vice Presidente, Maurizio Balducci, il Responsabile dei Rapporti istituzionali, Roberto Neglia“, dice Carla Demaria, presidente di Confindustria Nautica).
GLI “APPESANTIMENTI”
Ma c’è di più: a sorpresa, sono stati introdotti appesantimenti burocratici per quanto riguarda scuole nautiche (come se il sistema non fosse già abbastanza farraginoso) e centri di formazione. E sulla portualità turistica? Bene normare i posti in transito, male normarli rigidamente su scala nazionale senza possibilità di adeguamenti su scala locale, con tanto di registro vidimato tenuto dalle singole Capitanerie di Porto relativo ai posti in transito!
LA PATENTE NAUTICA? SENZA ESAME SE SEI UN MILITARE
Ciliegina sulla torta: nel decreto è stata inserita una proposta di norma, in modifica all’articolo 39 del vigente codice, che prevede la possibilità di conseguire la patente nautica (di categoria A e B) senza sostenere l’esame. Ma solo per chi fa parte delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco. Per capirci meglio: sei pompiere, ti danno la patente nautica sulla fiducia.
Questa è solo la punta di un iceberg. Un iceberg che assilla chi va per mare e di cui vi parliamo costantemente nel nostro speciale “Maledetta Burocrazia“. Stiamo preparando anche un “manifesto” su che cosa dovrà cambiare se vogliamo che le nostre barche tornino a battere bandiera italiana.
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10 commenti su “Ministri, avete un mese di tempo per rimediare ai vostri errori e salvare la nautica!”
Sul Codice del Diporto c’è da raccontare una storia infinita d’incapacità, inefficienze e altro. Fin dal 2004 ho partecipato a vari incontri con le maestranze del diporto al fine di consigliare e modificare il papocchio che fu pubblicato nel 2005.
L’arroganza e inettitudine dei legislatori facenti capo all’ufficio dell’allora Massimo Provinciali,ha portato al disconoscimento delle professionalità italiane a vantaggio di quelle straniere che possono(giustamente) lavorare indisturbati in Italia mentre gl’italiani no (se non dopo un iter farraginoso e costoso che porta ad avere abilitazioni riconosciute solo in Italia.
Dopo 30 anni di professione anche formativa nella nautica italiana mi ritrovo lavoratore all’estero per non umiliarmi a pagare corsi di cui io stesso ero artefice anche istituzionalmente riconosciuto.
Vedo che nulla migliora in questo Paese di improvvisati e/o collusi.
Che dire in tema di “papocchio” della introduzione nel precedente Regolamento della nautica della pseudo-zattera di salvataggio entro 12 mg.? Casualmente al tempo della stesura del Regolamento il pPresidente dell’UCINA era il titolare di una delle principali ditta di produzione di questo mezzo. Ho scritto a mezzo mondo (parlo degli Organi Politici Decisionali, come Ministro delle Infrastrutture e Trasporti On. Matteoli e Presidenza del Consiglio dei Ministri, allora governo Berlusconi) per evidenziare l’incongruenza di pretendere un mezzo di salvataggio gonfiabile, pesante sia dal punto di vista fisico che economico, su un RIB, di per sè inaffondabile e supersicuro, tanto che viene usato per il salvataggio anche in alto mare e in condizioni proibitive. Al giorno d’oggi esistono numerosi strumenti elettronici portatili ed efficaci (EPIRB o telefoni satellitari) per chiamare il soccorso, con automatica individuazione della posizione del richiedente. Risultato delle interpellanze? Il classico “muro di gomma”
Per salvare la nautica ed avere più vendita di barche si dovrebbe abolire la patente entro le 12 miglia, ritengo veramente insensato studiare carteggio, pagare oltre 700 euro per navigare su acque entro le 12 miglia, mi associo agli sforzi fatti da costruttori di motori 40/70 che in parte aiutano a mantenere un discreto mercato adesso anche con semicabinato del peso di oltre 700 kg. Sarebbe giusto dare l’abilitazione previo corso di pratica sul mare. Non sapevo che alle forze dell’ordine e addirittura ai vigili del fuoco la patente nautica viene regalata dallo stato, la ritengo una vera offesa per tutti i lavoratori come me che sudano sangue per arrivare a prendere la patente visti i prezzi delle scuole oltre agli oneri per lo stato.
Riguardo il commento sulla patente ai militari vorrei precisare che la conversione dell’abiltazione e’ regolamentata gia’ da tempo. I militari sono autorizzati solamente a richiedere, con pagamento regolare degli oneri previsti, la conversione di un’abilitazione ottenuta dopo aver sostenuto corsi di formazione altanente qualificanti ed esser stati sottoposti dalle autorita’ competenti ad esami ben piu’ approfonditi di quelli che si svolgono presso le scuole civili. A questo punto e’ chiaro che se un nocchiero della Marina o della finanza conduce battelli per professione con regolare abilitazione e’ sicuramente in grado di andar a pesca con la sua pilotina.
Prima di decretare il falso sarebbe meglio informarsi.
Sono pienamente d’accordo,il problema e che siamo in italia e quello grande e che siamo in pochi !!!
di che vi meravigliate?
in occasione di passaggio di proprietà con documenti vidimati da organi dello Stato,documento di identità,io presente, mi è stato chiesto un’autocertificazione di mio pugno che io ero io!!!!
non ne usciremo mai!!
stendiamo un velo pietoso sulle capitanerie in ispece nei transiti.
non cambierà mai nulla in questa italia prena di assurde burocrazie e del malaffare e i politici, tutti, sono la nostra rovina. che possano sprofondare all’inferno insieme a chi li vota.
Sono d’accordo con marco, per gli ex militari già imbarcati su motovedette di varie arma la patente gliela devono dare per navi da diporto, mentre per quelle per imbarcazioni già è disciplinata da una normativa. Quindi questi nuovi codice cosa ha scoperto l’acqua calda..???
Sono d’accordo con marco, per gli ex militari già imbarcati su motovedette di varie arma la patente gliela devono dare per navi da diporto, mentre per quelle per imbarcazioni già è disciplinata da una normativa. Quindi questo nuovio codice cosa ha scoperto l’acqua calda..???
AI militari che hanno alzato il tiro, vorrei che provassero a risolvere i quiz ed i problemi che sono oggetto d’esame per i diportisti comuni. A me sembra una aberrazione che Ad un “marinaio” semplice o graduato di truppa, solo per essere stato imbarcato su una motovedetta, gli si possa concedere la patente senza limiti anche per navi da diporto (cioè oltre i 24 metri): sarebbe una follia!!! Allora meglio il sistema inglese senza patente , ma con fortissima responsabilità civile e penale in caso d’incidente.