TEST Django 9.80, il divertimento (in totale comfort) è assicurato VIDEO

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django 9.80Si scrive Django 9.80, ma la “d” è muta, direbbero se fossimo in un film di Tarantino. Sarà, ma io l’ho sentita eccome. E’ la “d” di “divertimento”, perché nel test di questa piccola grande barca, effettuato a Genova con una tramontana fino a 13 nodi, io mi sono divertito da matti. “Ci sono le barche da crociera”, mi racconta Ezio Grillo di FB Yachting, il dealer per l’Italia della barca sfornata nel 2015 da Maree Haute, “e poi ci sono le barche a vela. Quelle dove si naviga, anche a lungo, senza paura di sporcarsi le mani. Dove sentirsi veri marinai”.

Per cominciare, mi sono fatto un giro in coperta, come si vede qui sotto: la barca è armata con intelligenza e non si è lesinato sull’attrezzatura: d’altronde prezzo della barca non è certo basso, dato che si parte da 176.000 euro IVA inclusa. Ma se amate la vela, sono soldi ben spesi. Bello il circuito della randa, con tanto di finale per la regolazione di fino: mi è piaciuto anche il fatto la sartia bassa sia fissata praticamente in tuga, in modo tale da garantire il massimo spazio nel passavanti.

IL GIRO IN COPERTA DEL DJANGO 9.80

Il Django 9.80 (lungo 9,80 m e largo 3,60) fa parte di una gamma di fast-cruiser di stampo francese che prevede anche il 6.70, 7.70 e il 12.70: barche che fanno delle performance unite al comfort e alla assoluta qualità costruttiva (garantita dall’infusione realizzata in un cantiere piccolo, che cura lo scafo dalla A alla Z) il loro punto di forza. Badate bene, il concetto di comfort è sviluppato in chiave transalpina. Non aspettatevi finiture negli interni da grande studio di design milanese, o forme smussate. La funzionalità vince su tutto.

Qui sotto mi sono fatto un giro negli interni, scoprendo una barca che dimostra molti più metri di quanti, effettivamente ne abbia! Mi ha colpito l’estrema luminosità sottocoperta, pensate che anche il bagno presenta una finestratura che dà sul quadrato proprio per avere più luce. Il modello su cui ho navigato ha due anni ed è di un armatore francese che lo usa come cruiser con la famiglia: a detta sua, ha trovato la barca dei sogni. “Poi basta aggiungere un Epirb”, fa notare Grillo, “e sei pronto per la fare la Transquadra”.

TANTA LUCE, TANTO SPAZIO

Usciamo in mare e dopo aver issato la randa in totale comodità, grazie all’ausilio dei lazy jack, srotoliamo il fiocco e ci mettiamo di bolina. Sono subito soddisfazioni: la barca piega, ma una volta che lo scafo è ben in assetto, sul pronunciatissimo spigolo laterale dello scafo, niente può spostarlo. La barca non parte all’orza, nemmeno sotto raffica: merito anche delle due pale del timone, ben studiate nella loro inclinazione (il progettista è quel Pierre Roland che firmò i primi Pogo).

Timonare il Django da una delle due barre è un gioco da ragazzi: senza difficoltà raggiungiamo i 6,5 nodi con 13 di tramontana. Quando poi issiamo il gennaker, le velocità, al lasco stretto (ripeto, senza mai rischiare di straorzare) arrivano a 9 nodi. Qua sotto un po’ di video della barca in navigazione e la prova che se lasci il timone, sotto gennaker, la barca non parte all’orza. Divertentissimo. (E.R.) www.fbyachting.it

IL DJANGO DI BOLINA

IL DIANGO SOTTO GENNAKER

IL TIMONE? NON SI MUOVE!!

django 9.80

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