Caso Scugnizza: il Tribunale Federale fa come Ponzio Pilato?
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E’ stato il caso che più ha messo in imbarazzo la vela italiana a livello internazionale negli ultimi tempi (LEGGI QUI), ma il Tribunale FIV, con una decisione che a prescindere farà molto discutere, ha ribaltato la sentenza della giuria internazionale decidendo di “non procedere” nei confronti dell’armatore Vincenzo De Blasio e del suo equipaggio, squalificati per comportamento gravemente antisportivo per aver “truccato” la loro barca (regola 69) dopo l’Europeo ORC 2016 ma invece non sanzionati dalla FIV (Leggi qui) e possono continuare a regatare in Italia. Una decisione difficile da commentare dato che siamo in attesa di leggere le motivazioni che verranno esposte successivamente dallo stesso tribunale.
Cosa era successo all’Europeo di Porto Carras 2016? L’NM 38 italiano, nonostante avesse superato indenne due controlli di stazza, mostrava un assetto differente tra la sua posizione a “riposo” in porto, e quella in assetto da regata.
Nello specifico la barca risultava particolarmente “appoppata” in banchina, mostrandosi invece parallela all’acqua quando navigava.
Un particolare che ha fatto incuriosire non poco giudici e stazzatori ma sul momento non era stata riscontrata nessuna irregolarità. Le indagini della giuria andarono però avanti, giungendo alla conclusione della squalifica, con ritiro del titolo, della barca italiana.
Nella sentenza originale si legge che la difesa dell’armatore, supportato da una valutazione tecnica dell’architetto Alessandro Paganini (che aveva però lavorato su informazioni fornitegli dallo stesso De Blasio secondo la Giuria), si basava sulla posizione dei pesi a bordo e su quella dell’equipaggio in assetto da regata. Il posizionamento del peso a prua secondo De Blasio giustificava l’assetto piatto sull’acqua mostrato da Scugnizza, differente da quello visto in banchina. Una spiegazione, con relativi calcoli elaborati da Paganini in base al peso effettivo degli oggetti a bordo e in base alla stazza dell’equipaggio, che non è stata sufficiente per la Giuria, la quale ha continuato a sostenere l’incongruenza tra le due “fasi” osservate su Scugnizza.
In particolare, il passaggio cruciale:
“The explanation by Mr. de Blasio and his expert witness is not sufficient to explain the large difference between the boat’s measurement trim and her observed sailing trim. The jury’s calculations demonstrate that if Mr. Paganini’s figures are accepted, Scugnizza in sailing trim would still be well down at the stern. The trim calculated by Mr. Paganini as the boat’s sailing trim is different from the actual trim observed on the water and does not provide an explanation of the
difference complained of. The only explanation open to the international jury for the difference in the two trims is that provided by the hydrostatic information provided by Mr. Tuulberg and the ORC, namely that some illegitimate ballast has been used by Mr. de Blasio to achieve the stern-down measurement trim of Scugnizza. Equally it must be accepted that the ballast was removed to achieve the level sailing trim. The international jury is confident that in a boat of this nature there is ample space to hide the necessary equipment and that the technical devices are available to achieve the changes in trim that were observed”.
Ovvero:
“La spiegazione di Mr. de Blasio e la sua testimonianza non è sufficiente a spiegare la grande differenza tra la misurazione della barca e il suo assetto a vela. I calcoli della giuria dimostrano che se le figure di Mr. Paganini sono accettate, Scugnizza a vela sarebbe ancora abbastanza bassa a poppa. L’assetto ncalcolato da Sig. Paganini è diverso, secondo i rilievi riscontrati sullo scafo, da quello osservato sull’acqua e non fornisce una spiegazione alla differenza contestata. L’unica spiegazione accettabile dalla giuria internazionale per la differenza tra i due assetti, sono le conclusioni fornite dalle informazioni idrostatiche da Tuulberg e l’ORC, vale a dire che alcune zavorre illegittime sono state utilizzate dal signor de Blasio. Allo stesso modo la zavorra è stata rimossa per ottenere l’assetto a vela. La giuria internazionale crede che in una barca di questa natura c’è ampio spazio per nascondere le attrezzature necessarie e che esistono i dispositivi tecnici per ottenere i cambiamenti di assetto che sono stati osservati”
Al netto di quanto letto la sentenza originale aveva punti di forza e punti deboli: i primi riscontrabili in un assetto difficilmente osservato su altre imbarcazioni simili e oggettivamente registrato con più rilievi fotografici supportati dalle valutazioni idrostatiche dei tecnici ORC. I punti deboli stanno nel non avere mai definitivamente provato concretamente l’esistenza di tali zavorre illegali.
Alla luce di quanto vi abbiamo esposto, può quindi la FIV passare sopra al fatto, non squalificando gli interessati, senza avere predisposto ulteriori accertamenti e basandosi solo su quella che probabilmente verrà sintetizzata con un’insufficienza di prove? O il tribunale federale, al contrario, è arrivato a questa conclusione dopo ulteriori accertamenti e analisi?
In questo momento c’è una sentenza di una Giuria Internazionale che toglie il titolo a una barca, e il tribunale federale nazionale che però non squalifica gli interessati. Per la FIV Scugnizza è campione europeo ORC 2016 e per la giuria internazionale no? Ci troviamo difronte a un precedente pericoloso che rischia di gettare ulteriore discredito sulle regate a rating.
Mauro Giuffrè
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2 commenti su “Caso Scugnizza: il Tribunale Federale fa come Ponzio Pilato?”
siamo Italiani (e fra compari …)
ma all’estero ci conoscono bene
E’ una decisione che lascia, quanto meno, perplessi e stupiti. Sono curioso di leggere le motivazioni e spero che giungano entro i dieci giorni promessi e non dopo i quasi sei mesi che sono trascorsi dal “fattaccio”.