Mondiale J/70: il titolo è USA, le italiane si perdono nell'insostenibile leggerezza del bulbo

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Il campione del mondo Relative Obscurity. Foto Zerogradinord

Il mondiale J/70, appuntamento clou della stagione per il mondo dei monotipi con 166 barche in acqua, ospitato dallo YCCS, si è concluso con la vittoria di Relative Obscurity dell’americano Peter S. Duncan. Indiscutibile il dominio dell’equipaggio USA, che ha chiuso con il parziale di 3 – 1 – 1 – 2 – 1 – 3. Secondo posto per un’altra barca a stelle e strisce, Savasana di Brian Keane. Terzo posto per la migliore italiana, Notaro Team di Luca Domenici. Italia che sorride per la vittoria di White Hawk di Gianfranco Noè nella classifica Corinthian.

White Hawk di Gianfranco Noè, campione Corinthia. Foto Zerogradinord

Diciamo però la verità, dalle barche italiane si aspettava tutt’altro nel campionato del mondo giocato nelle acque di casa. Al netto del terzo posto importantissimo di Notaro Team, e del quarto di Petite Terrible di Claudia Rossi (che si brucia il podio per un BFD nell’ultima prova), inutile sottolineare che il “veleno” delle stazze nel quale diversi equipaggi di punta italiani sono rimasti invischiati, ha precluso la possibilità di un esito ben diverso di questo mondiale. Per alcuni equipaggi tricolore, diversi in odor di titolo, non hanno parlato i risultati in acqua ma le lettere aperte, spesso con toni accessi o a volte accorati, dei loro armatori. Oggetto del contendere? La questione “bulbi”. La classe internazionale, incaricando lo stazzatore Christopher Howell, ha effettuato dei controlli preliminari alle appendici di tutte le barche iscritte, riscontrando alcune irregolarità sui bulbi. Le verifiche sono state fatte mediante l’uso delle dime ufficiali, che hanno registrato in alcuni casi geometrie dei bulbi non del tutto conformi a quelle di progetto. Da quello che è emerso diversi armatori sono ricorsi a ritocchi in cantiere per eliminare imperfezioni di costruzione, un’operazione che in alcuni casi si è rivelata “fatale” ai fini della partecipazione al mondiale. Le barche trovate fuori stazza sono state  GBR 261, ITA 570, ITA 922, ITA 949, ITA 1269, ITA 1088, RUS 667.

A inaugurare la serie di lettere aperte è stato Vincenzo Onorato, che si è scagliato soprattutto contro lo Yacht Club Costa Smeralda reo, a suo parere, di avere gestito in maniera approssimativa la questione stazze e l’organizzazione generale del mondiale. La barca di Onorato era risultata in regola, non quella del figlio, ma nonostante il tentativo di rimediare al problema Mascalzone Junior è stato escluso dalla competizione, e Onorato per protesta ha ritirato anche la sua barca:

Per inciso è giusto e sacrosanto che non si possano apportare modifiche alle appendici, ma ci risulta che l’anno scorso al Mondiale di San Francisco è stato concesso ad alcuni partecipanti di lavorare sulle chiglie trovate non conformi, consentendo loro di regatare. Potrei anche aggiungere che i controlli di stazza sono stati giustamente scrupolosi per alcune barche e un po’ meno zelanti con altre, ma come diceva Andreotti “la legge si applica per i nemici e si interpreta per gli amici…”. Parlavo prima di tempistica ed è a dir poco singolare che il Comitato organizzatore, leggasi lo Yacht Club Costa Smeralda, prenda una decisione così grave comunicandola soltanto poche ore prima della prima regata” tuona Onorato nella lettera integrale che potete leggere QUI.

Gli fa eco nello giustificare la sua esclusione Carlo Alberini di Calvi Network, uno dei favoriti della vigilia finito anche lui in black list:  “Il mio J/70, già sottoposto a due procedure di stazza pubbliche durante l’Alcatel J/70 Cup 2017 (Malcesine e Riva del Garda), non ha fallito alcun controllo nemmeno in questa occasione. Ciò è dimostrato dal suo inserimento nella flotta gialla avvenuto, come da programma, dopo la chiusura della fase di stazza delle imbarcazioni iscritte, fissata per le 12 di lunedì 11 settembre.  Perché, quindi, ITA-949 non ha potuto partecipare al Mondiale? Una volta rilevato che la quasi totalità delle barche che, al pari della mia, erano state rimessate in un cantiere di Riva del Garda stavano manifestando problemi alla parte terminale delle chiglie, è nato in me il sospetto di poter essere nella stessa situazione. E’ a questo punto d’obbligo specificare che ITA-949 era entrata in cantiere alla fine di luglio per riparare i danni allo scafo riportati durante la frazione di Scarlino, e quelli alla chiglia conseguenti il trasporto stesso, prima di essere ritirata proprio in vista del Mondiale di Porto Cervo. Mosso dal dubbio, dicevo, mi sono quindi preventivamente rivolto al Comitato di Stazza, al fine di farmi guidare nel processo decisionale che, autorizzato per iscritto, ha portato alla sostituzione della chiglia con quella di un J/70 charterizzato per l’occasione e arrivato in Sardegna solo nella tarda mattinata di domenica. Ed è così che, sostituita la chiglia davanti a tutti coloro che, nella medesima giornata, si apprestavano a stazzare le proprie imbarcazioni, ho materialmente aiutato il mio equipaggio a spingere ITA-949 sotto la gru, ottenendo l’agognato via libera a toccare l’acqua una volta soddisfatti tutti i punti stabiliti dal cosiddetto “measurement form”. Acqua amara, più che salata, visto che il Comitato Organizzatore, composto dallo Yacht Club Costa Smeralda e dalla Classe Internazionale J/70, alle 19 di lunedì 11 settembre mi informava, a mezzo di comunicato ufficiale, di aver formalmente respinto l’iscrizione di ITA-949, e di altre sei barche, dall’Audi J/70 World Championship 2017″.

La lista delle lettere aperte si chiude con quella di Mauro Moccheggiani di Rush Dilecta, che per difendere la sua  ” onorabilità e dignità di uomo e sportivo e con l’intento e la speranza di suggerire agli altri armatori una linea di condotta più accorta di quella da me adottata” affida alla pagina facebook di Zerogradinord le sue parole, di cui vi riportiamo uno stralcio, che raccontano di modifiche del bulbo effettuate dal cantiere a sua insaputa, senza che l’armatore ne avesse dato indicazioni:

Non ho mai suggerito o tollerato sulle mie barche manomissioni o maneggi finalizzati a conseguire un improprio vantaggio; sono armatore da trenta anni ed ho avuto dodici barche da regata, tanto meno ho dato indicazioni in tal senso sul J 70 . I lavori sulla mia ITA-1088 sono stati eseguiti da ***** ***** che ha ammesso in pubblico di aver modificato il profilo dello scarpone di sua iniziativa senza indicazioni di alcuno e senza informare alcuno. Il fatto me l’ha confermato in una telefonata accorata e risentita. L’iniziativa di ***** non esonera forse me da responsabilità oggettiva (ma non ne sono troppo sicuro in considerazione della impossibilità ad occhi nudo di verificare la modifica) ma non incide sulla mia coscienza e non mina la mia integrità di sportivo quale certamente sono, leale ed appassionato né tantomeno quella di Stefano Visentini che era subentrato a me dalla tappa di Scarlino” .

A tutti i citati ovviamente la possibilità di esprimere il loro punto di vista e le proprie ragione su queste pagine, sperando che in futuro a parlare sia solo la vela.

Mauro Giuffrè

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