Ghé n’è dé ANS… sul lago d’Iseo si fa (molto) sul serio e si sfornano campioni

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Ghé n’è dé ANS… che poi, tradotto dal bresciano, sta per “ ce n’è d’avanzo”, ma potremmo leggerlo anche come: ce ne sono, di circoli velici come l’ANS.

Eh già perché proprio di un circolo velico stiamo parlando, anzi per la precisione di un’Associazione Nautica che molti, fra i lettori del GdV che hanno fatto regate, conosceranno di certo. Avete indovinato stiamo parlando proprio di lei, l’Associazione Nautica Sebina ed ecco spiegato il perché di questa traduzione dal bresciano.

Siamo sul lago d’Iseo (altrimenti noto come Sebino) e, non me ne vogliano i “salati”, parliamo della società fondata per prima sul lago d’Iseo nel lontano 1952 e che ha forgiato campioni Mondiali, Olimpici, Continentali e Nazionali a josa e che, ancor oggi, malgrado la crisi della vela olimpica, è fra le prime in Italia come numero di iscritti e per le presenze nei corsi vela per ragazzi.

Una società che, come molte nate in acque dolci, ha sfornato grandissimi campioni, soprattutto timonieri e tattici ed ora vi spiego il perchè.
Perché su un lago le brezze termiche raggiungono spesso anche i 30 nodi, ma, altrettanto spesso, ti costringono, dopo pochi minuti, a regatare con una bava di vento e sono sempre molto “ballerine” sia in intensità che in direzione a causa della complessa orografia delle tortuose coste del lago.
Solo sul lago riesci a vedere due barche viaggiare, ovviamente nella stessa direzione, affiancate a pochi metri di distanza, con due andature diametralmente opposte…….

Pazzesco !!! direte voi

Ma chi va in barca sul lago lo sa, e, ripeto, non me ne vogliano i “marinai” ma tutto ciò fa la differenza tra regatare al mare o al lago e crea i presupposti per la nascita di esperti velisti. Qui sui laghi le termiche iniziano presto, a differenza del mare dove, al mattino, esci in barca all’ora dell’Aperitivo.

Nel piazzale dell’Ans alle 6/6,30 del mattino c’è già fermento per essere in acqua entro le sette quando arriva “ èl Vét” ( il Vento da Nord) che poi scema verso le 9,30 per poi attendere “ l’ ùra” ( l’Ora, visto che arriva verso le 13, il vento da Sud)

Ma torniamo al nostro titolo:
ghé n’è dé ANS(trad: ce n’è d’avanzo……)
vi chiederete di cosa ?
guardate la foto della bacheca dove sono incisi i nomi e tutti i titoli conquistati dal 1952 ad oggi
16 titoli mondiali
18 titoli europei
64 titoli italiani

Angelo Glisoni col suo “giubbotto salvagente” personale

e parliamo solo di ori, per gli altri metalli guardate sul sito dell’ANS.
Zuccoli e Glisoni (Il compianto Giorgio Zuccoli ed Angelo Glisoni detengono tuttora l’unico titolo di campioni del mondo catamarani di classe olimpica in italia ed il record imbatutto alla Centomiglia del Garda con il classe Libera ” Dimore del Garda”; Angelo Glisoni, nella foto in una simpatica posa, coach, bronzo alle olimpiadi di Rio 2016,  Nacra 17 con la nazionale austriaca), i fratelli Cassinari, Felci e Ziliani, Luca Bursic (campione del mondo Optimist e attuale coach nazionale austriaca 49erFX), Marenzi, Zucchetti, Giubellini, etc.etc, innumerevoli titoli Mondiali, Europei e nazionali vinti, dalle derive (Optimist, 420, rsFeva, 29er, 49er) ai monotipi(Melges24, Asso99, Dolphin, Ufo22) e con significative vittorie in prestigiose manifestazioni internazionali.
vi può bastare?
ghé n’è dé ANS?

non so quanti altri circoli possono vantare un palmares simile…..e…stiamo parlando solo di vela…
Qui si parla solo di vela
Fra i titoli non mettiamo canottaggio, nuoto etc. si parla esclusivamente di vela con derive e catamarani, soprattutto classe A, dove la fanno da padroni con il pluricampione Italiano Paolo Penco e da qualche anno a questa parte anche, ovviamente, di skiff, 29er,49er, Musto e….. ghé n’è dé ANS !!!

Ci sono anche due baldi ventenni, Marco Anessi e Filippo Quarenghi che, a bordo del loro 49er, si allenano per cercare di realizzare il sogno di ogni sportivo: le Olimpiadi. Me li presenta, con l’orgoglio del genitore, il padre di uno di loro, anch’egli sfegatato regatante sui Musto: Stefano Anessi che, lavoro permettendo, se li scarrozza( forse sarebbe più corretto dire “scarrella”) in giro per il mondo a fare regate.

C’è poi l’Altura, nella quale, da qualche tempo, parecchi soci si cimentano; una barca su tutte: il KUKA 3, il Cookson 50 di Franco Niggeler, che definire da crociera è certamente riduttivo, che quest’anno ha già vinto la Regata dei Tre Golfi a Capri, la 151 Miglia a Punta Ala e nei giorni scorsi con Tommaso Chieffi alla tattica, ha girato, primo del suo gruppo, la Giraglia, funestata poi da incredibili bonacce…..
Non so perché, ma quasi tutti gli sport che pratico richiedono levatacce mattutine.

Manco a farlo apposta, per scrivere questo articolo son dovuto uscire da letto prestissimo, sono uscito in barca alle 7 del mattino sull’ Ufo 22 dell’amico Beppe Archetti, medico sociale dell’ANS e, dopo una serie di foto e filmati(che Vi proponiamo) fatti tra una strambata e l’altra, scendiamo a terra, in attesa dell’Ora a fare due chiacchere con il giovane neoeletto Presidente Alessandro Vitali. 38 anni, velista praticante( caratteristica ahimè insolita nel mondo dei circoli) da quest’anno a capo del circolo coadiuvato da ottimi collaboratori, vogliosi di tenere alto il nome dell’ANS nel mondo.

“La scuola vela dell’ANS si è sempre caratterizzata per le scelte innovative, fin dalla sua nascita. Dall’optimist al 420 fino al 2005 e, a seguire, la scelta di passare, tra i primi in Italia, ad imbarcazioni in polietilene, dall’ OpenBic all’RSFeva.

Scelta che da subito si è rivelata vincente non solo perchè ha eliminato gran parte delle problematiche di manutenzione e con un’attenzione al riciclo ma anche perchè ha permesso una didattica ed una progressione di apprendimento più rapida e semplice.

Non per questo senza nulla togliere alla progressione agonistica verso i più performanti catamarani e 29/49er. Oggi la scuola vela ha un parco barche molto vario  composto da 6 catamarani Laser Funboat, 3 RsTera, 3 RsFeva, 7 Laser Pico, 2 Laser Bahia, 2 555FIV, 15 OpenBic, 2 catamarani RS16 e 2 Topaz16. Per i corsi su cabinato un J 80 e per le esercitazioni a secco un simulatore SailMaker. Sette gommoni tutti con motori 4 tempi in linea con le normative anti inquinamento garantiscono il supporto all’attività. I posti letto disponibili al circolo possono ospitare 40 allievi per i corsi stanziali che si svolgono in un’attrezzata aula didattica.

E non dimentichiamo che ogni anno, come molti altri circoli dei laghi di Garda, di Lugano e di Como partecipiamo al PROGETTO ITACA, la giornata in barca con l’’AIL ( associazione Italiana lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma) portando i piccoli malati in giro per il lago(vedi locandina)

Una scuola di vela che ogni anno sforna nuovi appassionati e, nel periodo estivo, grazie anche alla fantastica location, fa il pieno con i ragazzi in vacanza dalla scuola”.

Un ANSa(che l’abbiano chiamata così per questo?- vedi foto) naturale alle pendici del Montecolo, una piccola penisola montuosa che la ripara totalmente da tutti i venti ma che ti costringe, già dall’uscita dal porto, a fare numeri cinesi per portarti nel canale d’aria; e già qui il neofita, se non vuole sfigurare, deve darsi da fare da subito a capire da dove arriva e dove cambierà direzione il vento

E poi il panorama che si ammira uscendo dalla baia: Montisola, l’isola lacustre più grande d’Europa, resa famosa la scorsa estate dalla passerella galleggiante di Christo, l’isola di San Paolo, e poi l’Adamello con i suoi ghiacciai che svetta alla testata del lago……
ghé n’è de ANS……

Un porticciolo vecchio stile, tipico del lago d’Iseo, con barche ormeggiate alle briccole, con grandi capannoni, che all’inizio del secolo scorso erano una fabbrica di mitragliatrici e di idrovolanti, per il rimessaggio delle barche ed una foresteria per accogliere i ragazzi e far vivere loro una splendida esperienza “cameratesca”.
Un ristorante, il GodeteVela, per la truppa ma che sa accontentare anche i palati raffinati dei croceristi e dei loro ospiti ovviamente il tutto innaffiato da vini dell’adiacente Franciacorta…….
ghé n’è de ANS…….

Ovviamente, accontenta anche il nostro palato ed è proprio a tavola che iniziamo a far “ due chiacchere” con un personaggio incredibile, il depositario della storia dell’ANS: Elio Sina, grande velista over 70 ed oggi “Commodoro” ad honorem del Circolo.

Dopo il caffè ci porta a bordo del Viriella, uno splendido prototipo dei cantieri Dolphin di Moretti delle Cantine Bellavista e, mentre ci facciamo mollemente accarezzare dalla brezza pomeridiana da sud che ci porta sin nell’alto lago, ci facciamo raccontare la storia di questo glorioso circolo.

<< quello che vi leggo non è farina del mio sacco ma di uno dei fondatori dell’ANS, Damaso Riccioni, un racconto veloce e alla buona, ma rigorosamente preciso nei fatti e nelle date. Questa rievocazione ci richiamerà la fantasia ed anche la nostalgia per quei tempi  di programmi  estemporanei e di iniziative per così dire “ garibaldine ”, quando gli slanci fiorivano in serie , quando il lago d’Iseo, per intero e per molti mesi, fu destato dal suo lungo letargo>>

E quando, mi permetto d’aggiungere io, c’era una sincera amicizia ed un sano spirito di rivalità sportiva fra i circoli, a differenza di oggi dove ognuno cura il proprio piccolo orticello non rendendosi conto che, in questo modo, fa morire non solo il suo stesso circolo ma tutto il mondo della vela >>

Cari lettori del GdV, abbiate la pazienza di leggere queste poche righe e scoprirete un mondo ed un modus vivendi che, ahinoi, è ormai scomparso……
La scintilla del 29 luglio 1951
“L’ANS ufficialmente nacque nel 1952  (per l’esattezza: nella riunione natalizia al Leon d’oro di Iseo, il 28 dicembre 1951). Però i primi vagiti, anzi i primi urli, rimbalzarono  sul Sebino fin dal 5 agosto 1951.
La scintilla scoccò  il 29 luglio, una domenica mattina. Un’antica “ villotta ” ben nota ai fanti ed ai gitanti d’ogni tempo, canta così: Il 29 luglio quando si falcia il grano è nata una bambina con una rosa in mano……In questo caso, la bambina era la nostra creatura velica, ed il fiore che le sbocciò in mano si trasformò immediatamente in un bouquet di simpatie , di successi, di risonanze. Incontrai l’avv. Mario Erba a Peschiera Maraglio, uscendo dalla Messa celebrata da don Stroppa. Mentre, con la consueta signorilità, mi invitava alla sua villa per l’aperitivo, attraccò presso i giardini del “ Milano ” una barca a vela. Gli domandai chi e di che paese fossero quei velisti; lo ignorava, ed aggiunse con un tono profondo di amarezza: “ E’ inconcepibile , è assurdo , che in un lago non grande come il nostro, gli equipaggi di due vele non debbano salutarsi, o almeno riconoscersi. Tante volte mi è capitato ciò nei lunghi anni dacché navigo il Sebino; quasi che fossimo in rotta su un oceano sconosciuto ”.
Gli dissi: “ E tu, valendoti della tua rinomanza e della tua competenza, perché non ti fai promotore di un movimento inteso a suscitare conoscenza reciproca e cordiali confronti agonistici, tra quanti hanno barca a vela sul lago? ”. Erba obiettò: “ Per amor di Dio!, non desidero uscire dal mio guscio di pace ”. Ebbi la netta impressione che la sua repulsa, debole invero e guizzante, fosse come prospettare ad un innamorato la visione di una lontana donna adorata. Nessuno più di lui anelava ad uscire dal guscio; e tacitamente mi proposi di rendergli al più presto un…… bel servizio da amico.
La fortuna mi aiutò immediatamente. Nel pomeriggio di quella stessa domenica, traghettando a Sulzano incontrai Gigi Nulli, che vedevo spesso veleggiare con suo fratello Ettore e con Cesare Quaggiotti( diventato poi vicepresidente FIV – ndA) nelle acque iseane. “Oh, caro Nulli: guarda combinazione; proprio stamattina  l’avv. Erba m’ha detto che vuol tentare l’incontro dei velisti sebini, per “ imbastire” conoscenze fra loro e qualche regata velica.” Lietamente sorpreso Gigi commentò: “ E’ proprio l’uomo che ci vuole; se lui si mette ci riesce senz’altro. Ma sei proprio sicuro che ha detto così? ”. ed io con aperta faccia tosta: “ Altro che! Anzi, devo mandare al più presto il comunicato ai giornali di Brescia, Bergamo e Cremona, ed al “Gazzettino Padano” della Radio. Domenica prossima, adunata a…Peschiera”. Il buon Gigi abboccò entusiasta, e girò subito la moto verso Iseo: “Vado immediatamente ad avvertire il mio gruppetto, e quelli di Rossi, dei fratelli Gianni e Giorgio Zuccoli, i Ventura ed altri. Domani stesso vado a Marone per avvertire il gruppo Buizza, Dusi, Pellicciari, Salvi; e ognuno passerà la parola ai conoscenti in possesso di barca”.
Visto che la miccia così bene aveva preso fuoco, ritraghettai a Peschiera e confessai all’eminente amico il tiro giocatogli. Si illuminò, e chiamò i suoi figli Gilli e Chicco: “Ragazzi, rimbocchiamoci le maniche”. Poiché l’avevo passata liscia, ben rinfrancato soggiunsi di precisarmi il punto di adunata, per i comunicati alla stampa ed alla radio: “Qui a Peschiera, a casa mia”. La decisione di Erba, la prontezza della sua ospitalità per la base  d’appoggio, crearono il 29 luglio 1951 l’ANS.
Il Pellegrino
L’indomani  mandai il primo comunicato personalmente  agli amici Mino Pezzi, direttore del “Giornale di Brescia”, Ugo Questa, direttore del  “Giornale del Popolo” di Bergamo, Mario Levi, direttore di “La Provincia” di Cremona e Sandro Minelli, corrispondente della radio da Brescia; la pubblicazione e la radiodiffusione vennero effettuate entro la settimana. Così la gente apprese che qualche cosa di nuovo, di opportuno, di lieto, di utile, stava germogliando sul lago d’Iseo.
Poiché Mario Erba aveva impegnato il suo prestigio e la sua alacrità ( aveva poi interloquito con i gruppi Micheletti e Alquanti di Sulzano; Agnesi, Mancini e Archetti di Peschiera; Turla-Austoni di Sale Marasino, ecc.), io che avevo rotte le uova dovevo pur contribuire al fuoco per cuocere la frittata. E pellegrinando presi a battere la sponda bergamasca, alla ricerca dei velisti, spendendo a più non posso il nome dell’Ammiraglio la cui prevalenza tecnico-nautica era da loro ben conosciuta. Non potete immaginare  quante di curiose e…. di peggio me ne capitarono in quel periodo e nei successivi; le racconterò a mano a mano che svilupperò la cronaca.
Intanto, alla trattoria “ L’Angelo ” di Predore , ove ero sceso per chiedere del sindaco Franceschini, mi presero per un “ finanzì”; il gestore volle andare a prendere il registro, o roba del genere, nonostante le mie proteste; e si convinse a stento solo quando tirai fuori tutte le tessere di riconoscimento che avevo in tasca. A Tavernola dovevo rintracciare Posterla (che aveva un “dinghi”), addetto chimico alla cementifera ; girando da solo nei reparti polverosi verso il suo ufficio, urtai non so che sostegno e mi venne addosso una scatola di gesso che mi trasformò in mugnaio.
A Lovere giunsi sul tardi. Conobbi Bonotti esponente della “Canottieri” e, parlando, perdetti distrattamente il tempo utile per ogni mezzo lacuale o terrestre con cui ritornare a casa. Il cortese ing. Magnolini accondiscese alla mia richiesta  di farmi dormire a bordo del battello (per risparmiare l’alloggio in albergo); l’occasione mi sarebbe stata propizia per catechizzare il velista Macario (aveva uno strano “dinghi” fatto di latta) col quale presi appuntamento per la mattina dopo, ed anche per proseguire con il Magnolini stesso, direttore della Navigazione Sebina, una intervista di interesse giornalistico. La conclusione fu che, all’alba, i battellieri di turno differente salparono senza sapere che nella cabina sotto coperta io dormivo immoto come un grappolo d’uva. Fui risvegliato a Riva di Solto, da un sacco di patate che il marinaio frettoloso mi aveva gettato addosso. Al fatto di dormire sul battello, dovevo successivamente farci quasi il callo, come avvenne due settimane dopo la notte di Ferragosto, quando l’immancabile temporale costrinse i velisti ed i “croceristi” a rifugiarsi ( e far baccano ) nella sede della “ Canottieri ”. Ma ne dirò in appresso, narrando la prima crociera 1951.
Ed eccoci al 5 agosto 1951; ore 13. Giuria, stato maggiore, invitati e non invitati tutti sulla terrazza della villa Erba. Una domenica festosa per l’altra gente, e memorabile per tutti i pionieri dell’ANS: la prima regata velica. Erano barche di tutti i tipi e di tutte le stazze; una flotta da corsari; una ventina di equipaggi. Quanta commozione, palese o celata, in tutti i protagonisti; quanto entusiasmo nei veleggiatori. Per la prima volta una regata imponente sul lago d’Iseo; per la prima volta scaturiva una fraternità sportiva ed una famiglia armoniosa, le cui ripercussioni umane, sociali, solidali, propagandistiche, avrebbero avuto ben lunga portata. E questo grazie a te, caro Mario, come ti dissi schiettamente al tramonto di quel 5 agosto 1951.
Damaso Riccioni
“.

E per concludere……
ghé n’è, de ANS……
qualcuno, col dente avvelenato, potrebbe dirlo con un altro significato:
ce ne sono, di (circoli velici come l’) ANS e l’invidia sta tutta in quella virgola non scritta ma rimarcata a voce per indicare che, come Lei, ce ne sono molte altre in giro per il lago……
ma questo giudizio lasciamolo ai lettori……

Buon vento a tutti

testo ed immagini di Adriano Gatta

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