ANTEPRIMA Beneteau Oceanis 51.1, il nostro test esclusivo
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Volo a Nantes per la seconda prova in anteprima assoluta per il nostro Giornale, dopo quella a bordo del Sun Odyssey 440. Gianguido Girotti, direttore marketing del cantiere Beneteau, ci ha infatti invitato a Les Sables d’Olonne, sulla costa atlantica francese (ma quale velista non conosce la città del Vendèe Globe?) per provare in esclusiva il nuovo 15 metri del cantiere francese: l’Oceanis 51.1.
Un’estate di grandi novità, dove non poteva certo mancare uno dei più grandi cantieri del mondo, che si è fatto trovare pronto con uno scafo di serie ma customizzabile quasi come se fosse un one-off. Vento sostenuto dai 15 ai 25 nodi, onda formata di circa 1,2 metri: queste le condizioni che ci aspettano appena mettiamo la prua fuori del canale di Les Sables.
VIDEO – LA COPERTA
Con noi a bordo un ospite d’eccezione, Olivier Racoupeau, che ha disegnato questa imbarcazione e che subito mi presenta una delle caratteristiche più evidenti della sua nuova “bambina”: “Volevamo una cabina armatoriale a prua che stupisse per le sue dimensioni. Ho quindi studiato le linee dello scafo in modo che pur mantenendo l’opera viva piuttosto stretta, la prua “si aprisse” appena fuori dall’acqua. In poche parole quello che ho realizzato è una carena a redan, con step che arrivano fino verso prua dello scafo: questo mi ha premesso di conquistare venti centimetri da ogni lato nella cabina armatoriale sottocoperta”. E la sfida del cantiere è stata quella di offrire maggiori volumi senza far pesare questa scelta sul prezzo finale dell’imbarcazione: 274.500 euro è il prezzo della versione base IVA esclusa.
VENTO E ONDA: UNA NAVIGAZIONE DA VERO OCEANO
La ricerca dello spazio a prua è sicuramente l’ultimo trend dei progettisti, lo avevamo visto già a bordo del Sun Odyssey 440 dove però ad allargarsi era anche la parte prodiera dell’opera viva, contrariamente Recapeau ha mantenuto stretta la sezione immersa, perché a suo avviso “è il modo migliore per non compromettere le prestazioni della barca, avere troppi volumi in acqua non è funzionale per un buon passaggio sull’onda”.
In effetti abbiamo trovato soddisfacente conferma di questa affermazione nel corso della nostra prova che si è svolta con un’onda formata di più di un metro: di bolina l’imbarcazione è sempre stata morbida sul timone e gestibile senza particolari sforzi (grazie anche alla doppia pala del timone) anche sotto raffiche di 25 nodi (abbiamo dato una mando e il genoa era parzialmente rollato).
VIDEO – IN NAVIGAZIONE
La barca è sempre stata perfettamente controllabile (merito anche di un comodo puntapiedi), mantenendo la rotta senza richiedere troppe correzioni e con un angolo di sbandamento mai troppo estremo. Queste le velocità che abbiamo registrato: con un angolo apparente di 40 gradi, vento reale intorno ai 16 nodi, la velocità della barca era di 9.2 nodi. Poggiando fino a un traverso la velocità è arrivata fino a 11.3 nodi, mentre scendendo di lasco e nonostante l’onda non abbiamo sofferto particolare rollio e l’imbarcazione è stata sempre di facile controllo, anche in strambata.
LA FILOSOFIA DEL PROGETTO: TRE BARCHE IN UNA
Ma veniamo alla forte e decisa filosofia dietro al progetto di questo 15 metri. Quello che il cantiere ha fatto è stato riunire tutto il meglio delle sue tre storiche gamme, Oceanis, Cyclades e First per dare vita a un’imbarcazione da crociera che ne fosse la perfetta sintesi, veloce come un First, comoda come come un Oceanis, sicura come un Cyclades. E nel fare questo ha messo l’armatore al centro, protagonista del progetto in divenire della sua barca: il nuovo Oceanis 51.1 è una barca praticamente custom dove ci sono più di settanta possibilità di scelta: dai quattro layout interni alle tre tipologie di armo, dalle tre chiglie ad altrettante tipologie di motorizzazione, per citare solo alcuni aspetti. Tutto può essere disegnato sulle esigenze dell’armatore.
L’imbarcazione protagonista della nostra prova, per esempio, era la versione First Line (il costo rispetto alla versione standard è di circa 60.000 euro in più, vele escluse), quella “più cattiva” e che prende ispirazione della gamma da regata First, senza però alterare la sua pura anima da crociera. Di conseguenza albero con tre ordini di crocette e più alto rispetto alla versione standard e chiglia profonda da 2,8 m con siluro (ma come abbiamo visto sono disponibili altre due versioni, quella standard da 2,3 metri e quella basculante che passa da 1,8 a 2,3 m) e genoa 105%, mentre la versione base (disponibile anche con rollbar) prevede invece fiocco autorivante e randa avvolgibile nell’albero.
VIDEO – UN GIRO ATTORNO ALLA BARCA
La coperta è poi caratterizzata da ampi spazi per lo stivaggio (da notare la zattera posizionata all’interno del tavolo del pozzetto dove trova spazio anche un frigorifero da esterno) e una plancetta elettrica abbattibile a poppa su due livelli e facilmente accessibile grazie al paterazzo sdoppiato.
Una soluzione interessante trovata in pozzetto sono i due lettini prendisole ricavati sopra la tuga all’altezza del tambuccio, ideali per prendere il sole ma anche per trovare riparo essendo perfettamente coperti quando lo sprayhood è alzato. Quest’ultimo è pensato per essere anche integrato con il bimini in modo da coprire completamente il pozzetto. Sempre viva l’attenzione per l’easy-sailing: tutte le manovre sono rinviate in zona timoneria. Nella versione standard i winch previsti sono due, uno per il fiocco autorizzante e uno per l’avvolgiranda, ma nella nostra versione First Line ne avevamo quattro per avere a portata anche le scotte del genoa o del Code O, di cui due elettrici. A prua è stato fatto un attento lavoro sul design del bompresso in modo da far “sparire” l’ancora integrata posizionata in modo tale da non interferire né con il genoa né con il Code O.
INTERNI: TUTTI I GUSTI SONO SODDISFATTI
Sottocoperta la penna camaleontica dello Studio Nauta è ben identificabile, anche segli interni, al momento della prova, erano ancora in fase di allestimento. L’unico modulo che rimane fisso nei diversi layout disponibili è la murata sinistra della barca dove trova posto una compatta e spaziosa cucina in corian (ci si può comodamente lavorare in tre persone ed è dotata di forno microonde e su richiesta anche di lavastoviglie) e la postazione da carteggio alla quale è stato riservato uno spazio di rilievo (con la seduta che può diventare una comoda chaise longue).
Il resto può essere disegnato secondo i gusti passando da due a quattro cabine, da due a tre bagni (il layout della prova era con tre cabine e due bagni). Una menzione particolare va fatta ovviamente per la cabina di prua di dimensioni davvero impressionanti per un 51 piedi: il letto a isola accessibile da entrambi i lati misura 2,05 metri in lunghezza e 1,60 in larghezza e ospita sotto il materasso ampi spazi per lo stivaggio. Il bagno è poi diviso in due reparti a destra a sinistra della cabi na: uno con un generoso box doccia e l’altro con lavabo e wc. Per chi poi ha come obiettivo le lunghe navigazione è possibile installare anche una lavatrice e il generatore nel gavone di poppa. Un’imbarcazione pensata per non lasciare nulla al caso.
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