Italiani in Croazia in barca: cosa fanno a Lignano per non essere fuorilegge

croaziaBenedetto dibattito! La nostra news “Psicosi italiani in Croazia: quel pasticciaccio della lista equipaggio. Cosa fare” ha scatenato un’accesa discussione. I commenti si sono divisi equamente tra complimenti e insulti. E’ proprio quello che volevamo, in assenza di una direttiva (come al solito unica e chiara) che dicesse cosa deve fare chi quest’estate va in Croazia dall’Italia, presentare o no la lista dell’equipaggio imbarcato e a chi comunicarlo.

A LIGNANO FANNO COSI’, E NEL RESTO D’ITALIA?
Tra tutti i commenti, peschiamo quello che ci ha inviato l’associazione sportiva Tiliaventum di Lignano che sul suo sito ha esposto con chiarezza le ragioni per le quali nella loro zona ritengono necessario la presentazione della lista equipaggio per chi via mare dall’Italia si reca in Italia e nei paesi extra Schengen, a quali sanzioni si va incontro.

E dettaglia anche come si sono organizzati (si può scaricare il modulo, eccolo QUI) e a chi inviarlo via mail, delegando alla stazione locale dei Carabinieri le funzioni di Polizia Marittima. Tutto facile, chiaro, ordinato… da paese civile. Questo e’ il modello a cui si dovrebbe ispirare il competente ministero (quale?) emanando una circolare che “tagli la testa al toro”, mettendo tranquilli tutti i diportisti in partenza per la Croazia che così saprebbero cosa fare e a chi rivolgersi. Ma, a quel che risulta (e siamo a meta’ luglio) tutto ciò non e’ accaduto.

Lanciamo anche un appello, se ci sono altre realtà locali che si sono organizzate per risolvere il problema, segnalatecelo.

LE MOTIVAZIONI PER CUI E’ NECESSARIO PRESENTARE LA LISTA EQUIPAGGIO
Ecco qui di seguito un estratto dal sito tiliaventum.com delle motivazioni per cui e’ indispensabile dichiarare alla Polizia Marittima l’uscita dall’Italia verso la Croazia:

Come noto ai più, dal 15 marzo 2017 l’Unione Europea ha approvato un nuovo regolamento antiterrorismo che prevede un controllo sistematico, e non più a campione, di tutti i cittadini che attraversano i confini verso territori non compresi nell’area Schengen. Fra questi paesi risulta inclusa anche la Croazia, mentre è esclusa dall’applicazione di detta normativa la Slovenia.

Chi intenda recarsi in Croazia ha quindi l’obbligo (in realtà già esistente per il passato, ma nella quasi totalità dei casi sconosciuto ed ignorato) di dichiarare alla polizia marittima l’uscita dal nostro Paese verso un paese che non rientri nell’area Schengen.

Ora la violazione della normativa rappresenta un elevato rischio sanzionatorio, determinato dal fatto che le autorità di polizia Croate hanno l’obbligo, alla ricezione della richiesta di ingresso da parte di imbarcazioni e cittadini italiani, di scansionare i documenti dell’imbarcazione e equipaggio, e inviarli a tre diverse banche dati: quella del Sis, il sistema informativo Schengen, quella dell’Interpol e quelle nazionali relative ai documenti rubati o smarriti. Attraverso l’incrocio automatico di dette banche dati le autorità di Polizia Marittima saranno quindi in grado di ricevere, con modalità pressoché automatiche, le segnalazioni di uscita, incrociando le stesse con le omesse dichiarazioni di uscita nazionali e sanzionando conseguentemente le violazioni con un’ ammenda che dovrebbe aggirarsi nell’ordine di € 350 per ciascuna violazione“.

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1 commento su “Italiani in Croazia in barca: cosa fanno a Lignano per non essere fuorilegge”

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